L’analisi dell’Unicef: «I bambini sono più vulnerabili all’inquinamento: respirano due volte più velocemente degli adulti e spesso con la bocca. Urgente la transizione verso energie e trasporti puliti»
Quasi 16 bambini e adolescenti perdono la vita ogni giorno, tra l’Europa e l’Asia centrale per cause legate all’inquinamento atmosferico. Nel 2019 i decessi sono stati quasi 6mila. Tra questi, stando ai dati emersi da un’analisi pubblicata dall’Unicef, 4.917 avevano meno di un anno. «Quando si tratta di inquinamento atmosferico, i polmoni più piccoli sono quelli che pagano il prezzo più alto, e questo provoca danni alla salute e allo sviluppo dei bambini, a volte costando loro la vita», spiega in una nota Regina de Dominicis, direttore regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale.
I bambini, così come sottolineato dall’Unicef, sono più vulnerabili all’inquinamento: respirano due volte più velocemente degli adulti e spesso con la bocca, assorbendo più inquinanti. La loro altezza li pone più vicini al suolo, dove si accumulano gli inquinanti. I loro organi sono esposti a infiammazioni e danni durante un periodo di rapido sviluppo. Ciò si può tradurre in un maggior rischio di contrarre infezioni respiratorie acute come la polmonite e di sviluppare problemi respiratori come asma e, più in là negli anni, malattie cardiovascolari, cancro, disturbi neurologici.
Per questo l’Unicef esorta i governi ad accelerare la transizione verso energia e trasporti puliti. Chiede, inoltre, di istituire e mantenere sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria nelle vicinanze di asili e scuole, rilevando i livelli di inquinamento atmosferico pericolosi per i bambini e le donne in gravidanza. «Ridurre gli inquinanti atmosferici e l’esposizione dei bambini all’aria tossica è fondamentale per proteggere la loro salute e le loro società, con conseguente riduzione dei costi sanitari, miglioramento dell’apprendimento, aumento della produttività e – conclude de Dominicis – un ambiente più sicuro e pulito per tutti».
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