Salute 5 Maggio 2022 18:03

Liste d’attesa infinite e i cittadini rinunciano alle cure, allarme di Cittadinanzattiva

Secondo il «Rapporto civico sulla salute 2022. I diritti dei cittadini e il federalismo sanitario» di Cittadinanzattiva 1 cittadino su 3 rinuncia alle cure. Ritardi in esami, screening e interventi chirurgici

di Valentina Arcovio

Quasi due anni di attesa per una mammografia, circa un anno per una ecografia, una tac, o un intervento ortopedico. Le liste d’attesa, da sempre «tallone di Achille» del Servizio Sanitario Nazionale in tempi ordinari, durante l’emergenza hanno rappresentato la principale criticità per i cittadini. E, anche per questo, a rinunciare alle cure della sanità pubblica, nel 2021, è stato più di un cittadino su dieci. Questo è stato uno dei lasciti più importanti della pandemia, evidenziato dal «Rapporto civico sulla salute 2022. I diritti dei cittadini e il federalismo sanitario», presentato oggi da Cittadinanzattiva.

Cittadinanzattiva: «abbiamo bisogno di recuperare milioni di prestazioni»

«Durante la pandemia abbiamo fatto i conti con una assistenza sanitaria che, depauperata di risorse umane ed economiche, si è dovuta concentrare sull’emergenza, costringendo nel contempo le persone a ‘rinunciare’ a programmi di prevenzione e di accesso alle cure ordinarie», dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva. «Ancora oggi abbiamo la necessità di recuperare milioni di prestazioni e i cittadini devono essere messi nella condizione di tornare a curarsi», aggiunge.

Dagli screening ai vaccini fino all’assistenza territoriale, le criticità più segnalate da Cittadinazattiva

Liste di attesa per le cure ordinarie, ritardi nella erogazione degli screening e dei vaccini, carenze nell’assistenza territoriale sono i primi tre ambiti nei quali si sono concentrate, nel corso del 2021, le 13.748 segnalazioni dei cittadini. Nello specifico questo il dettaglio degli ambiti maggiormente segnalati: l’accesso alle prestazioni (23,8%), la prevenzione (19,7%), l’assistenza territoriale (17,4%), l’assistenza ospedaliera e mobilità sanitaria (11,4%), al quinto posto la voce altro (9,8%) che comprende la somma di differenti segnalazioni (accesso alle informazioni e alla documentazione, prestazioni assistenziali, agevolazioni/lavoro, malattie rare). Seguono sicurezza delle cure e presunta malpractice (8%), costi delle cure (5%), relazioni con operatori sanitari ed umanizzazione (3,8%) e farmaci (1,1%).

Liste d’attesa da record per interventi chirurgici ed esami diagnostici

Le liste d’attesa durante l’emergenza hanno rappresentato la principale criticità per i cittadini, in particolare per i più fragili, che di fatto non sono riusciti più ad accedere alle prestazioni. I lunghi tempi di attesa (che rappresentano il 71,2% delle segnalazioni di difficoltà di accesso) sono riferiti nel 53,1% di casi agli interventi chirurgici e agli esami diagnostici, nel 51% alle visite di controllo e nel 46,9% alle prime visite specialistiche. Seguono le liste d’attesa per la riabilitazione (32,7%) per i ricoveri (30,6%) e quelle per attivare le cure domiciliari-ADI (26,5%) e l’assistenza riabilitativa domiciliare (24,4%). Con la sospensione durante l’emergenza delle cure non essenziali e non «salva vita», si sono allungati a dismisura i tempi di attesa massimi di alcune prestazioni.

Tra il 2019 e il 2020 milioni di prestazioni specialistiche in meno, denuncia Cittadinanzattiva

Secondo le analisi di Corte dei Conti e Agenas-Sant’Anna di Pisa, per quel che riguarda la specialistica ambulatoriale si è assistito a una riduzione complessiva fra 2019 e 2020 di oltre 144,5 milioni di prestazioni per un valore di 2,1 miliardi; il volume dei ricoveri totali erogati (ordinari e in DH) nelle strutture pubbliche o private si è ridotto di circa 1.775.000 prestazioni (– 21%, 14,4% di quelli urgenti e – 26% degli ordinari). Le variazioni più marcate riguardano Calabria con un – 30,6%, Puglia con – 28,1%, Basilicata con – 27,1%, Campania – 25%. Nell’area oncologica, tra 2019 e 2020 c’è stata una riduzione di circa 5100 interventi chirurgici per tumore alla mammella (-10% a livello nazionale, con punte del 30% in Calabria; circa 3000 interventi in meno per tumore al colon retto; circa 1700 interventi chirurgici in meno per tumore alla prostata..

Problemi economici e difficoltà d’accesso hanno spinto molti cittadini a rinunciare alle cure

Nel 2021, l’11% delle persone ha dichiarato di aver rinunciato a visite ed esami per problemi economici o legati alle difficoltà di accesso al servizio. A livello regionale, permangono alcune situazioni particolarmente critiche, ad esempio in Sardegna dove la percentuale sale al 18,3%, con un aumento di 6,6 punti percentuali rispetto al 2019; in Abruzzo la quota si stima pari al 13,8%; in Molise e nel Lazio la quota è pari al 13,2% con un aumento di circa 5 punti percentuali rispetto a due anni prima. Il 19,7% delle segnalazioni ricevute (sul totale di 13.748) riguarda proprio le difficoltà d’accesso alla prevenzione in particolare alle vaccinazioni covid (75,7%), a quelle ordinarie (15,6%) e agli screening oncologici (8,7%).

Peggiora la copertura vaccinale contro il morbillo e l’HPV

La spesa per vaccini è raddoppiata dal 2014 al 2020, passando da 4,8 a 9,4 euro pro capite. Ancora però 6 regioni non raggiungono la percentuale ottimale del 95% nella copertura dell’esavalente secondo l’ultimo dato del Ministero della salute (2019). Per il vaccino contro il morbillo, la copertura del 2020 mostra un generale peggioramento passando dal 94,5% al 92,7%. Le regioni più virtuose che superano il 95% sono solamente Lazio, Toscana e P.A di Trento, i punteggi peggiori si registrano in Abruzzo (62,16%) e nella P.A di Bolzano 77,12%. Rispetto alla copertura vaccinale per la varicella, il dato è stabile (90,5% del 2019, 90,3 del 2020), meglio nel Lazio (95,2%), Veneto (93,4%) e P.A. Trento (92,7%). Le regioni che presentano percentuali inferiori sono: Abruzzo (55,6%), la PA di Bolzano (75,7%) e Valle D’Aosta (87,3%). In merito alla copertura per il vaccino antinfluenzale nella stagione 2020 – 2021, i dati mostrano ancora una sostanziale insufficienza in ogni regione (< 75%). Pr quanto riguarda le coperture della vaccinazione HPV: le ragazze undicenni che hanno effettuato il ciclo completo passano da un valore del 41,6% nel 2019 al 30,3% del 2020. I dati riferiti alla popolazione maschile segnalano tassi di copertura ancora molto bassi, 24,2% nel 2020 rispetto al 32,2% nel 2019.

In calo lo screening oncologici, solo 7 Regioni raggiungono la sufficienza

Screening oncologici organizzati (i dati del 2019): sono 7 le Regioni che non raggiungono lo score ritenuto sufficiente secondo la Griglia LEA, ovvero 9: Calabria (2), Molise (3), Campania (3) Puglia (4), Sicilia (5), Basilicata (6), Lombardia (7). Solo l’Umbria mostra un miglioramento. Nei due anni di pandemia, la riduzione del numero di persone esaminate (-35,6% cervice, -28,5% mammella, -34,3% colon retto) è piuttosto consistente per tutti e tre i programmi di screening con percentuali più contenute per lo screening mammografico.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

 

Articoli correlati
XVIII Giornata europea dei diritti del malato. Contro la desertificazione sanitaria serve un’alleanza tra professionisti, cittadini e istituzioni
La carenza di servizi sul territorio, la penuria di alcune specifiche figure professionali , la distanza dai luoghi di salute in particolare nelle aree interne del Paese, periferiche e ultraperiferiche, rappresenta un elemento di disequità nell’accesso alle cure e alle prestazioni che va affrontato attraverso un’alleanza tra istituzioni, professioni sanitarie e cittadini
Fibromialgia, associazioni pazienti: «Vogliamo chiarezza su uso fondi delle Regioni»
Associazione Italiana Sindrome Fibromiagica (Aisf), Associazione Fibromialgici Libellula Libera APS e CFU Comitato Fibromialgici Uniti Italia Odv lanciano un appello alla trasparenza
Dalla ricetta elettronica ai farmaci a domicilio: luci e ombre della sanità post Covid
Quadro di luci e ombre che emerge da una nuova indagine realizzata da Cittadinanzattiva, che ha coinvolto le associazioni dei pazienti, i medici, le società scientifiche e i farmacisti
Diabete. Fand ai medici di famiglia: “Applicare la Nota 100 di Aifa”
I diabetologi denunciano la “mancata applicazione di quanto previsto in materia di compilazione del Piano Terapeutico da parte dei medici di medicina generale sul territorio sta provocando disagi ai pazienti” e invitano Fimmg e Simg a vigilare sui propri iscritti
di Redazione Sics
L’Intelligenza artificiale conquista l’Healthcare: cresce l’impiego in ricerca, diagnosi e cura
In occasione della Milano digital Week confronto tra protagonisti di design, Ai e digitale sull’impiego in sanità. Dalle app che dialogano con i pazienti, ai software che fanno interagire le strutture sanitarie, ma resta aperto il quesito sul consenso dei dati
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...