Flashmob in tutto il Paese per farsi coraggio e ringraziare gli operatori sanitari
Il silenzio dell’isolamento è insopportabile per gli italiani, che hanno deciso di riempirlo con l’inno nazionale, canzoni popolari, grida di incoraggiamento, applausi, musica e luci. Fittissima la programmazione dei flashmob organizzati e diffusi velocemente sui social e la rete.
Il più commovente è l’appuntamento delle 12.00, quando ogni giorno un lungo e sentito applauso viene rivolto dai palazzi di tutto lo stivale a tutti i medici e professionisti sanitari impegnati in prima linea a combattere il coronavirus.
Alle 18.00, non a casa l’ora dell’aperitivo, un momento di unione a distanza, di incoraggiamento e di comunità: le casse vengono rivolte verso le finestre o spostate sui balconi, e i vicini che a malapena si salutavano cantano in ogni angolo del Paese l’inno di Mameli, “Il cielo è sempre più blu”, “Volare” e “Felicità”. Sui terrazzi compaiono le bandiere che dopo i Mondiali del 2006 erano finite in qualche angolo buio di un armadio, e i bambini passano il tempo a dipingere lenzuoli e striscioni con gli arcobaleni diventati simboli di questa epidemia: sotto, campeggiano colorate le scritte #AndràTuttoBene.
Alle 21.00, infine, il tributo delle luci: candele e torce dei cellulari per illuminare un’Italia che, insieme, ce la farà. E, forse, quando l’emergenza sarà passata, si ritroverà più unita.
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