Salute 5 Novembre 2024 16:28

L’obesità è sempre più giovane: picco tra i 18 e i 34 anni

Le persone oversize sono aumentate del 38% in vent’anni. Per il Ministro Schillaci l’obesità “è tra le priorità del ministero della Salute”

L’obesità è sempre più giovane: picco tra i 18 e i 34 anni

L’obesità dilaga tra i giovani. Secondo i dati Istat, nel 2023 il numero di persone con obesità è aumentato del 38% rispetto al 2003. L’incremento maggiore riguarda soprattutto i giovani adulti, in particolare tra i 18 e i 34 anni: in questa fascia di età la percentuale di persone affette è passato dal 2,6 al 6,6%, raddoppiando tra gli uomini e triplicando tra le donne. Tra la popolazione di 35-44 anni, invece, è passata dal 6,4 al 9,8%. I dati dell’Istituto nazionale di statistica, che fotografano la situazione attuale del fenomeno sovrappeso e obesità nel nostro Paese,  sono alla base del confronto, tenutosi oggi, durante il sesto Italian Obesity Barometer Summit ‘Unire gli sforzi per ridurre, prevenire e curare l’obesità‘ tra Istituzioni, esperti, società scientifiche e associazioni pazienti.

Schillaci: “L’obesità impatta profondamente sulla salute pubblica”

“L’obesità è una sfida complessa che va ben oltre l’aspetto individuale, impattando profondamente sulla salute pubblica, sui sistemi sanitari e sull’economia di un Paese. Il costante aumento dei casi anche in Italia, associato a malattie croniche come diabete e patologie cardiovascolari, ci impone di agire con decisione e coerenza. Il ministero della Salute, consapevole dell’urgenza, ha posto la lotta all’obesità tra le sue priorità. Le nostre strategie, in linea con le raccomandazioni internazionali e con gli obiettivi del Piano Nazionale della Prevenzione, mirano a promuovere stili di vita sani fin dalla più giovane età, incentivando l’attività fisica e una dieta equilibrata”, spiega il ministro della Salute Orazio Schillaci nella prefazione dell’Italian Barometer Obesity Report 2024.

L’obesità è molto più di un semplice eccesso di peso

L’obesità è associata a oltre 200 complicazioni, inclusi tumori, malattie cardiovascolari, diabete tipo 2 e malattie respiratorie croniche con conseguenze sulla morbilità e mortalità. L’obesità grave è stata associata ad una diminuzione dell’aspettativa di vita e ad un aumento del tasso di mortalità indipendentemente dall’età, regione geografica, titolo di studio o l’abitudine di fumare. “L’obesità è molto più di un semplice eccesso di peso, basti pensare che il 41% tutta la mortalità cardiovascolare negli Stati Uniti corrisponde a un alto indice di massa corporea (Imc). Esiste, infatti, una chiara associazione tra Imc e ipertensione alla base delle principali malattie cardiovascolari, come infarto, ictus e insufficienza cardiaca. È stato osservato in Italia che l’ipertensione è presente nel 45% delle persone con un Imc normale, nel 67% di quelle con sovrappeso, fino ad arrivare all’87% in coloro che soffrono di obesità”, dice Paolo Sbraccia, Presidente di Ibdo Foundation.

I numeri dell’obesità in Italia

“Secondo le stime Istat più aggiornate, nel 2023 sono l’11,8 per cento gli adulti con obesità in Italia. Il lieve aumento registrato rispetto al 2022 (0,4 punti percentuali) non risulta statisticamente significativo nel complesso della popolazione adulta, ma dall’analisi per età emerge un incremento importante tra i più giovani tra gli adulti, ovvero quelli compresi nella fascia di età 18-34 anni. Infatti, anche se la percentuale di persone con obesità in questa fascia di età rimane sempre inferiore rispetto alle altre, si è passati dal 5% nel 2022 al 6,6% nel 2023.Si conferma dunque la tendenza all’aumento dell’obesità tra i giovani adulti registrata nel lungo periodo. La quota più elevata di obesità si registra come sempre tra gli anziani di 65-74 anni, dove si stima che oltre 1 persona su 6 abbia la malattia (15,9%) nel 2023 – spiega Roberta Crialesi, Responsabile del Servizio Sistema integrato salute, assistenza e previdenza dell’Istat -. Restano invece del tutto stabili rispetto all’anno precedente i livelli complessivi di eccesso di peso, che continua a riguardare complessivamente quasi un adulto su due in Italia (46,3%)”, aggiunge Crialesi.

Le strategie multi-setting per affrontare la patologia

“L’obesità è un problema globale in crescente diffusione, considerata una delle principali sfide per la salute pubblica. Si tratta di una condizione complessa, multifattoriale, che richiede interventi coordinati e personalizzati, capaci di incidere non solo a livello individuale ma anche comunitario e politico. In questo contesto, le strategie e gli interventi multi-setting emergono come approccio essenziale per combattere l’obesità, in linea con le politiche di salute e benessere promosse a livello internazionale – commenta Nathan Levialdi Ghiron – rettore dell’Università di Roma Tor Vergata nella prefazione dell’Italian Barometer Obesity Report 2024 -. Le strategie multi-setting sono approcci integrati che agiscono su più livelli e in contesti diversi – dalla scuola, al luogo di lavoro, all’ambiente urbano – per affrontare i determinanti sociali e ambientali dell’obesità”, aggiunge il rettore.

La voce delle Istituzioni

“A livello nazionale, dobbiamo garantire che i nostri servizi sanitari, tutti i livelli istituzionali territoriali e le nostre comunità, inclusi gli ambiti scolastici e imprenditoriali, siano adeguatamente alfabetizzati, e conseguentemente attrezzati, per ridurre il rischio e l’impatto dell’obesità. A livello parlamentare, attraverso i provvedimenti che abbiamo presentato sia alla Camera dei Deputati sia al Senato della Repubblica, ci stiamo impegnando per affrontare le radici strutturali dell’obesità e per far riconoscere la stessa come malattia”, dice Roberto Pella, deputato della Repubblica, presidente dell’Intergruppo Parlamentare Obesità, Diabete e malattie croniche non trasmissibili e Presidente ff di Anci.
“In questa XIX Legislatura ci stiamo concretamente impegnando come Intergruppo parlamentare ad avviare iter legislativi che portino a considerare l’obesità, nella propria complessità, come una malattia che esige prevenzione e cura. L’inserimento dell’obesità nelle politiche sulla salute del G7 può aprire nuove prospettive globali nell’affrontare una malattia che ha impatti devastanti a livello clinico, sociale ed economico”, conclude la senatrice Daniela Sbrollini, presidente dell’Intergruppo Parlamentare Obesità, Diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vice Presidente della 10a Commissione permanente del Senato (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale).

 

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