Anche per il paziente con problemi di linguaggio il caregiver è un pilastro fondamentale. Dei 3 milioni in Italia che assistono molti pazienti, circa un terzo si occupa proprio di supportare coloro che seguono cure logopediche. Per questo ai caregiver è dedicata la Giornata Europea della Logopedia (6 marzo 2024) celebrandone, quest’anno, l’importante ruolo a fianco dei logopedisti
Anche per il paziente con problemi di linguaggio il caregiver è un pilastro fondamentale. Dei 3 milioni in Italia che assistono molti pazienti, circa un terzo si occupa proprio di supportare coloro che seguono cure logopediche. Per questo ai caregiver è dedicata la Giornata Europea della Logopedia (6 marzo 2024) celebrandone, quest’anno, l’importante ruolo a fianco dei logopedisti. E come ogni anno, nella settimana che “circonda” la giornata, quindi quella dal 4 all’8 marzo, dalle 10 alle 12, la Federazione dei Logopedisti Italiani, FLI, apre le proprie linee telefoniche e la mail a tutti i cittadini per avere informazioni sulle principali problematiche del linguaggio e sull’assistenza ai pazienti. Il numero da contattare è il 345.2754760, la mail è info@fli.it.
Come sottolinea la FLI, i caregiver possono, contribuire alla prevenzione e rieducazione dei disturbi della comunicazione e della deglutizione e sono anche un “ponte comunicazionale” nel dialogo con loro cosi come nell’interazione con persone con demenze e afasia (come Bruce Willis). In sostanza agiscono tramite l’utilizzo di approcci codificati come il Communication Partner Training o la Comunicazione Aumentativa Alternativa, e con una serie di azioni e strategie condivise con familiari, amici e altri professionisti per favorire il dialogo e l’interazione. “I logopedisti riconoscono il ruolo cruciale del caregiver nella gestione del paziente e della persona fragile con disturbi del linguaggio”, spiega Tiziana Rossetto, logopedista e presidente della FLI (Federazione Logopedisti Italiani). “La nostra collaborazione con queste figure di riferimento è una pratica consolidata già da ben prima del 2020, anno della pandemia, in cui è emerso a pieno titolo il loro valore nel tessuto sociale, e che si è incrementata nel tempo”, aggiunge
“La collaborazione con il caregiver comincia dunque dal primo incontro, con la stesura dell’anamnesi e la valutazione indiretta tramite interviste e questionari, e prosegue via via fino ai follow-up e alle dimissioni”, spiega Rossetto. “Un aiuto che diviene fondamentale in caso di disturbi del linguaggio come l’afasia o le difficoltà comunicativo-linguistiche”, aggiunge Ilaria Ceccarelli, logopedista FLI (ASL Roma 4). “Qui il caregiver agisce da ‘partner comunicativo’ tramite l’utilizzo, ad esempio, di approcci codificati come il Communication Partner Training o la Comunicazione Aumentativa Alternativa, e con una serie di azioni e strategie condivise con familiari, amici e altri professionisti per favorire il dialogo e l’interazione”.
“Anche in casi di disturbi della deglutizione – precisa Raffaella Citro, logopedista FLI (A.O.U. Ruggi D’Aragona, Salerno) – il caregiver fornisce un aiuto chiave nell’organizzare e gestire i pasti secondo quanto concordato con il logopedista in termini di consistenza dei cibi, tempi di somministrazione, posture facilitanti, con un importante ruolo di monitoraggio per la sicurezza della persona assistita, i cui gusti e preferenze, con il supporto del caregiver, sarà possibile rispettare”. Aggiunge Anna Giulia De Cagno, logopedista vicepresidente FLI: “Negli ultimi anni, inoltre, si è affermato il fondamentale ruolo del caregiver nella terapia indiretta o mediata, soprattutto per l’età evolutiva, in cui il logopedista condivide con le figure di riferimento, strategie da utilizzare nei contesti di vita quotidiana per una stimolazione adeguata delle competenze socio-conversazionali e linguistiche”.
“Inoltre, quando si parla di caregiver non dobbiamo dimenticare che si tratta soprattutto di donne”, ricorda Rossetto. “È su di loro che ancora maggiormente grava l’assistenza in famiglia, secondo le stime diffuse dal Ministero degli Affari Sociali. Eppure, il loro valore nel tessuto sociale non è riconosciuto e non riceve la giusta dignità in rapporto all’operato offerto. Anche perché, secondo dati dell’Istituto Superiore di Sanità – continua – sono a maggior rischio per sintomi depressivi (34% vs 14% nell’uomo) e in generale per un peggioramento dello stato di salute complessivo (67% vs 53%). Anche per questo, come in tutta Europa, si è deciso di dedicare al caregiver la sua ‘giornata’ più importante dell’anno”.
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