Siglato l’accordo con Confindustria, Confapi e Anma. A somministrare le dosi saranno i medici competenti
Parte da Regione Lombardia il primo progetto pilota per la vaccinazione dei lavoratori in azienda. Il protocollo d’intesa firmato con Confindustria, Confapi e Anma, l’associazione dei medici competenti, diventerà operativo nel momento in cui prenderà il via la vaccinazione di massa.
«Quello che abbiamo fatto oggi è di attualizzare ancora una volta la ricetta vincente di Regione Lombardia: ovvero mettere in campo una squadra con pubblico e privato insieme, e lo facciamo anticipando tutti – ha spiegato durante la conferenza stampa l’assessore allo sviluppo economico Guido Guidesi -. La speranza è che altre Regioni seguano il nostro esempio e che il progetto possa presto arrivare anche al Governo centrale».
Un progetto che non andrà a variare il piano vaccinale nazionale, e neppure a cambiare le priorità di vaccinazione dei cittadini lombardi. A ribadirlo questa mattina il Presidente Attilio Fontana e la Vicepresidente Letizia Moratti.
«Abbiamo diversi obiettivi – ha sottolineato l’assessore al Welfare Moratti -: il primo di vaccinare più rapidamente possibile tutti, il secondo di poter utilizzare AstraZeneca sopra i 18 anni senza vincoli di età, evitando coloro che presentano particolari fragilità, e di poter contare, dal mese di aprile, anche sul vaccino di Johnson&Johnson. Questo allarga la nostra capacità vaccinale e dunque la possibilità di somministrare più dosi alle categorie previste dal piano vaccinale nazionale e parallelamente ai lavoratori delle imprese. È una grande opportunità».
Un ruolo fondamentale spetterà ai medici competenti che in Lombardia sono circa un migliaio. L’associazione di riferimento ha posto però alcune condizioni: la possibilità di vaccinare solo per chi si rende disponibile e una copertura assicurativa che metta al riparo da eventuali rischi che potrebbero derivare dallo svolgimento di un’attività che oggi non è prevista tra le loro mansioni.
«Il nostro compito può essere quello di partecipare, illustrare e predisporre le modalità affinché questa somministrazione possa essere fatta in sicurezza» ha sottolineato Rino Donghi, coordinatore dell’Associazione dei Medici Competenti (Anma).
Per Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, «questo protocollo d’intesa è un’ottima occasione per dimostrare ancora una volta che la Lombardia è la regione del fare». Anche se non ha nascosto la necessità di affrontare alcune difficoltà per rendere operativo il progetto: «Come tutti i modelli organizzativi ci sono dei vincoli e in questo caso sono gli spazi e le dosi».
«È una lotta contro le varianti – ha rimarcato Maurizio Casasco, presidente nazionale CONFAPI –. Il problema è riuscire a vaccinare il maggior numero di persone possibile in breve tempo. Oggi la Lombardia ha presentato, prima in Italia, un modello che è replicabile in altre regioni. Le modalità di attuazione saranno dettate dalle istituzioni, da parte nostra metteremo a disposizione risorse e spazi affinché si possa agire velocemente».
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