Salute 5 Gennaio 2023 16:58

Lombardia: definita la sanità del 2023. Gli ambulatori temporanei diffusi non convincono i medici

Carenza medici, liste d’attesa e pronto soccorso i tre ambiti su cui interverrà la Regione. Rossi (OMCeOMI): «Da rivedere la rete informatica per far dialogare ospedali e territorio, occorre finanziare adeguatamente le borse di studio dei MMG, sostenere la formazione sanitaria nelle scuole e la prevenzione»

Lombardia: definita la sanità del 2023. Gli ambulatori temporanei diffusi non convincono i medici

Carenza di medici, liste di attesa interminabili e pronto soccorso affollati, quelle che da anni sono le criticità della sanità rappresentano la grande sfida del nuovo anno per Regione Lombardia. Con le linee di programmazione 2023 infatti la Lombardia sembra aver trovato il bandolo della matassa per iniziare l’anno sotto una buona stella. I presupposti ci sono per cercare di mitigare gli effetti di una situazione che ha origine lontane, ora occorre tradurre in pratica le idee e questa sarà la vera scommessa dell’assessorato al Welfare diretto da Guido Bertolaso.

180 milioni per potenziare l’assistenza ospedaliera e territoriale

La progettualità sarà sostenuta da risorse per 180 milioni così ripartite: 28 milioni saranno destinati all’assistenza domiciliare integrata, 29 milioni per assumere personale per i dipartimenti funzionali di prevenzione, 15 milioni per il personale ospedaliero, 80 milioni per gli infermieri di famiglia, 10 milioni per le associazioni di medici di medicina generale e personale di studio e 18 milioni per i centri diurni e le comunità terapeutiche. Tre gli ambiti di intervento previsti: medicina territoriale, pronto soccorso e liste d’attesa.

Ambulatori Temporanei diffusi

Per far fronte alla carenza di medici e garantire l’assistenza primaria ai cittadini senza medico di base saranno realizzati in tutte le ATS gli ambulatori temporanei diffusi (CAD) con l’obiettivo di far fronte ai problemi che si creano quando l’ambulatorio di un medico di famiglia resta vacante. «In questo modo sarà possibile rinforzare la rete territoriale, in attesa che le università sfornino i medici che mancano» ha dichiarato Guido Bertolaso nella conferenza stampa di fine anno.

Resta da capire però quali saranno le risorse impiegate, e proprio su questo punto i medici alzano gli scudi: «Ognuno di noi ha in media 1500 pazienti da seguire, chi addirittura arriva a 1800 – ha ribattuto un camice bianco lombardo – pensare di prestare servizio in un ambulatorio per sopperire a chi resta senza medico di base è una bella illusione. Forse alleggerire noi medici di tutte le incombenze burocratiche, affiancando personale amministrativo sarebbe la soluzione migliore, perché altrimenti si rischia di coprire dei buchi e contemporaneamente crearne altri». C’è chi inoltre eccepisce il fatto che il medico di turno dell’ambulatorio temporaneo non potrà accedere al fascicolo sanitario e questo rischia di non risolvere il problema della presa in carico del paziente.

Anche Carlo Roberto Rossi, Presidente OMCeOMI ha qualcosa da dire in merito: «Bisogna finanziare in maniera diversa il territorio a cominciare dalla rete informatica che oggi non funziona». Per il Presidente dell’Ordine dei medici di Milano, infatti, i dati devono viaggiare dall’ospedale al territorio in modo che le strutture possano dialogare tra loro ed ottenere una integrazione reale. «Occorre poi ripensare il sistema delle cure con una formazione sanitaria nelle scuole, una rete di prevenzione che sia in grado di crescere nella necessità, finanziare i presidi di igiene, epidemiologia e sanità pubblica, mettere in rete la medicina del lavoro. Regione Lombardia deve essere all’avanguardia non solo nelle eccellenze, ma anche nell’ordinaria amministrazione, sul territorio – ha puntualizzato -. Per far fronte alla carenza dei medici di medicina generale poi occorre finanziare in maniera adeguata le borse di studio, rendere questa disciplina una specialità e superare le incompatibilità che sono ormai un retaggio del passato».

Pronto soccorso: gestione subacuti, incentivi ai medici e apertura ai caregiver di over 65 e allettati

Per quanto riguarda il pronto soccorso la ricetta di Regione Lombardia prevede una più efficiente organizzazione in fase di accesso e un nuovo modello di gestione dei pazienti una volta ospedalizzati. «Alla Centrale Medica Integrata spetterà il compito di coordinare e ottimizzare lo smistamento di tutti i pazienti nei diversi pronto soccorso e di intercettare i casi che possono essere gestiti a domicilio. In questo modo si potrà prevenire il fenomeno dell’affollamento in PS – ha sottolineato l’assessore al Welfare -. Per la gestione dei pazienti ospedalizzati e in particolare dei subacuti verranno garantiti inoltre più posti letto nelle strutture pubbliche afferenti all’ATS Città Metropolitana di Milano con la proroga al 31 marzo 2023 della contrattualizzazione di una quota aggiuntiva fino al massimo del 20% in più dei posti letto normalmente attivi. In questo modo sarà possibile accorciare i tempi di attesa nei pronto soccorso».

Per far fronte al tema della carenza di medici, presente anche in ospedale, Regione Lombardia prevede degli incentivi di 100 euro l’ora per i medici che, una volta terminato il turno in ospedale, decideranno di prestare servizio al pronto soccorso. «Anche per il personale non medico sarà previsto un accordo con i sindacati per premiare il comparto – ha fatto notare l’assessore al Welfare di Regione Lombardia che ha poi aggiunto – La nostra sarà  la prima regione italiana ad autorizzare l’accesso dei caregiver nel pronto soccorso per pazienti di età superiore ai 65 anni o allettati  per prestare assistenza al proprio famigliare durante la permanenza in PS».

Liste d’attesa: recall per anticipare gli appuntamenti e visite di controllo prenotate da MMG e specialista

Accorciare i tempi di attesa per esami e visite specialistiche dei lombardi è una delle priorità dell’assessorato al Welfare per il 2023. «Il primo obiettivo è intervenire sui tempi di attesa di oltre 65 mila persone che a dicembre hanno un appuntamento per una visita specialistica fuori soglia, ovvero a distanza di parecchi mesi – ha spiegato Bertolaso -. Tra le azioni previste: un programma di recall per accorciare i tempi di attesa, (17 mila persone sono già state contattate dalla struttura presso cui avevano fissato l’appuntamento, per anticiparlo), un monitoraggio attivo con un cruscotto di sorveglianza nel mese di gennaio di tutte le ATS per verificare i tempi di attesa e la possibilità prenotare le visite di controllo direttamente dallo specialista o dal medico di medicina generale». Questo sarà possibile grazie ad un incremento del numero delle agende prenotabili, allo stanziamento di 10 milioni di euro per la proroga al 31 marzo 2023 dei contratti di reclutamento straordinario attivati per il recupero delle liste d’attesa e per gli incentivi riconosciuti al personale dirigente e al comparto per le prestazioni aggiuntive.

 

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