L’esonero al pagamento delle spese sanitarie, strettamente correlato all’infortunio, sarà esteso per un periodo massimo di un anno a decorrere dal giorno dell’evento traumatico
Buone notizie per le forze dell’ordine. La Commissione Sanità di Regione Lombardia ha approvato all’unanimità un emendamento che vedrà dal 2020 l’esenzione del pagamento delle spese sanitarie per esercito, forze dell’ordine e polizia locale a seguito di infortuni durante il servizio, anche in caso di dimissione dal pronto soccorso in codice bianco.
«Il tema degli infortuni sul lavoro è un tema grande – sottolinea Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia -. Non si parla solo di fabbriche e di imprese, ma anche di chi tutti i giorni è sul fronte della sicurezza e ha dei risvolti legati alla propria salute, al proprio stato, anche psicologico in alcuni casi, per cui il sostegno che nella nostra regione è già presente, deve essere potenziato. È una sfida importante per supportare chi, anche con uno stipendio molto limitato, mette il cuore oltre l’ostacolo tutti i giorni. Quindi è un messaggio politico che vuole partire da qui, dalla sede del parlamento lombardo di grande vicinanza, di sostegno in modo pragmatico, come siamo noi lombardi cercando davvero con atti concreti chi tutti i giorni ci difende».
L’esonero al pagamento delle spese sanitarie, strettamente correlato all’infortunio, sarà esteso per un periodo massimo di un anno a decorrere dal giorno dell’evento traumatico. Ipotizzando per ciascun infortunato dieci prestazioni al costo massimo del ticket pari a 51 euro, l’importo di esenzione sarà di circa 500 euro pro capite. Facendo una media di 150 infortuni, Regione Lombardia stanzierà un fondo di 100 mila euro. Per il sindacato autonomo di polizia (SAP) si tratta di un segnale di attenzione verso le forze dell’ordine molto importante.
«Siamo molto soddisfatti – ammette Massimiliano Pirola, segretario provinciale SAP Milano – perché i primi a pagare le conseguenze delle violenze che sono per strada sono gli appartenenti delle forze dell’ordine. Nel 2019 abbiamo contato quasi 300 aggressioni in tutta Italia ai danni degli agenti e, per ogni aggressione, non sempre è coinvolto un solo operatore, ma anche due, tre o anche quattro. La realtà è questa. Gli agenti feriti poi vengono abbandonati, come se gli infortuni non fossero accaduti indossando una divisa. Abbiamo ad esempio un collega che è stato vittima della mafia del Brenta negli anni ‘80, oggi è su una sedia a rotelle e ricordo che ha fatto addirittura un appello pubblico perché nello scontro a fuoco è rimasto paralizzato, ma lo Stato non gli passa neppure i soldi per la sedia a rotelle da cambiare».
Questo emendamento segna una svolta importante…
«Assolutamente sì, mi auguro che venga preso in considerazione anche da altre Regioni perché è una goccia nell’oceano, ma per noi è come ricevere un gesto di attenzione in mezzo a gente che ci dipinge in un certo modo e che vorrebbe mettere sulle divise dei numeri per schedarci».