In Italia il codice esenzione CV2123 prevede esami e visite gratuite per coloro che hanno avuto un ricovero ospedaliero da Covid, ma AILC denuncia «non solo chi è stato ricoverato soffre di long Covid»
A tre anni dalla pandemia, ancora oggi milioni di persone sono costrette a convivere con gli effetti del Long Covid, una condizione multi-sistemica post infezione debilitante che compromette la capacità di svolgere attività quotidiane e che si protrae nel tempo. Sono soprattutto giovani e donne a riferire ai medici di medicina generale sintomi come stanchezza, difficoltà di concentrazione, tachicardia e problemi neurologici.
Sono circa 65 milioni al mondo i pazienti in sofferenza secondo i numeri emersi nel Long Covid day fissato ogni anno per il 15 marzo. Numeri che impongono una riflessione su quanto debba essere fatto in termini di ricerca e di legge. A richiamare l’attenzione su coloro che ancora soffrono per le conseguenze fisiche e neurologiche della malattia è stata la stessa commissaria della salute dell’Unione Europea, Stella Kyriakides, in un tweet per invitare la comunità scientifica a fare di più in termini di ricerca delle cause, delle conseguenze e del trattamento del Long Covid con un approccio coordinato.
https://twitter.com/SKyriakidesEU/status/1635610440133668864
In Italia da Morena Colombi, presidente di AILC, la prima associazione italiana di pazienti Long Covid ha rilanciato. «La casistica di problematiche post Covid è molto ampia – rimarca – noi ci siamo posti come obiettivo di fare da collettore ed essere il punto di riferimento per quanti soffrono per le più svariate patologie conseguenti al virus. Due i livelli di intervento: supporto medico e di natura economico e sociale». L’associazione dei pazienti Long Covid riferisce infatti di una situazione disomogenea esistente per cure ed esenzioni riconosciute a chi ha avuto il virus.
Il Sistema Sanitario Nazionale prevede la gratuità ai pazienti Long Covid che hanno avuto la malattia in forma grave. Sono 164 mila, inseriti in un programma di monitoraggio per cui avranno diritto a visite ed esami gratis contemplati in una tabella pubblicata nel sito delle singole Regioni. Si tratta del codice CV2123 e si riferisce ad un provvedimento introdotto dal decreto Sostegni Bis del 26 maggio 2021 e destinato a protrarsi fino al 2023. «Secondo quanto previsto dal Servizio Sanitario Nazionale i pazienti che hanno avuto il Covid in forma grave possono richiedere l’esenzione – spiega Morena Colombi – questa è una stortura perché il Long Covid interessa anche persone che sono state curate a domicilio o addirittura che hanno avuto la malattia in maniera asintomatica. Ma per loro non è prevista alcuna esenzione».
Allo stesso tempo, anche se l’articolo 27 del decreto Sostegni Bis del 2021 è a carattere nazionale, non in tutte le Regioni i pazienti ne sono a conoscenza. «In particolare al sud – aggiunge la presidente di AILC – i pazienti Long Covid lamentano una mancata informazione e di conseguenza anche i medici di medicina generale ignorano le esenzioni che dovrebbero invece riportare sulle impegnative». L’informazione è uno dei punti cardini dell’associazione pazienti Long Covid che ha tra gli obiettivi proprio l’idea di essere la voce di quanti soffrono per le conseguenze del virus Sars-Cov-2; di promuovere una rete di servizi e informazioni medico, legali e assicurativi; di fornire spunti preziosi alla ricerca e sensibilizzare e informare l’opinione pubblica in modo che cresca la consapevolezza riguardo al tema del Long Covid all’interno della società.
I pazienti Long Covid devono presentare la lettera di dimissione dall’ospedale a seguito di ricovero per virus Sars-Cov-2, oltre al proprio documento di identità, presso gli uffici dell’Asl di residenza. In Lombardia come in Veneto anche il medico di medicina generale può verificare tramite tessera sanitaria il diritto all’esenzione; mentre in Piemonte l’esenzione deve essere richiesta all’Asl di residenza presentando la certificazione rilasciata dall’ospedale o da un ambulatorio che attesti le condizioni previste dal Dl73, ovvero dimissioni in seguito a un ricovero ospedaliero per Covid-19. Sulla base della documentazione l’Asl rilascia un attestato di esenzione con il codice regionale V21 che riporta la definizione della malattia con il relativo codice e le prestazioni fruibili in esenzione.
Per i pazienti di età superiore a 70 anni è possibile un consulto complessivo e una valutazione multidimensionale geriatrica d’equipe due volte l’anno, mentre coloro che sono stati sottoposti a terapia intensiva o subintensiva, hanno diritto a un colloquio psicologico clinico. In Emilia Romagna l’esenzione ha validità fino al 25 maggio 2023 e il diritto deve essere certificato da un promemoria di attestato di esenzione che viene rilasciato dallo sportello Usl di residenza a cui il paziente Long Covid presenta la lettera di dimissione dell’ospedale dove è stato ricoverato per Covid. I cittadini comunitari in temporaneo soggiorno in Italia anche se muniti di TEAM non potranno godere dell’esenzione, salvo poi chiedere il rimborso all’istituzione estera competente.
Se il decreto non a tutti è noto, ancor più confusa è l’informazione sui centri Long Covid. «Esiste un elenco con un centinaio di strutture, suddivise per Regione con contatti via mail e telefonici – puntualizza la presidente di AILC – ma a seguito di segnalazioni fatte dai pazienti, abbiamo riscontrato che molte non prevedono la presa in carico di malati Long Covid. Allora ci siamo impegnati come associazione a fare una mappatura per definire quali sono i centri che offrono un servizio anche per i pazienti Long Covid non ospedalizzati».
L’intento di AILC è di dare risposte chiare ai pazienti «E’ importante sapere con esattezza quali sono gli esami che prevedono l’esenzione e come deve fare un paziente per essere certificato Long Covid se non ha avuto un ricovero in ospedale. Chi ha avuto un ricovero già è ammesso al follow up. Ad avere più bisogno sono coloro che hanno curato il Covid a casa e, a distanza di mesi, hanno sintomi da Long Covid».
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