Salute 5 Ottobre 2022 14:02

Long Covid, dopo 12 mesi crescono solo i sintomi psichiatrici

Uno studio tutto italiano condotto per 12 mesi denuncia un aumento dei sintomi psichiatrici. La Sinpf denuncia «una situazione difficilissima per la psichiatria italiana alle prese con un drammatico calo di risorse, strutture, personale e completamente dimenticata dal PNRR»

Long Covid, dopo 12 mesi crescono solo i sintomi psichiatrici

Il Covid-19 fa aumentare di oltre il 10% i sintomi di disturbi psichiatrici nei 12 mesi successivi alla malattia. E del 20% altri segnali come mancanza di concentrazione e attenzione. E così, mentre tutti gli altri sintomi dell’infezione da coronavirus diminuiscono a un anno dal contagio, aumentano invece depressione, ansia e insonnia. Sono alcuni dei risultati del primo studio prospettico condotto in Italia, condotto all’ospedale universitario di Udine, che inducono gli scienziati a considerare un nuovo elemento sorprendente e preoccupante: a differenza degli altri sintomi che si sviluppano durante la fase acuta, quelli psichiatrici sembrano presentarsi dopo la malattia. E protrarsi a lungo con il Long Covid.

Sinpf: per la psichiatria italiana è uno dei momenti più difficili di sempre

Tutto questo avviene in uno dei momenti storici più difficili per la psichiatria italiana che, secondo la Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf), sarebbe alle prese con un «cedimento strutturale» di molte delle articolazioni territoriali e ospedaliere della salute mentale, un calo dei dipartimenti di salute mentale (da 183 a 141), una drammatica fuga del personale medico (nel 2025 mancheranno mille psichiatri e novemila professionisti sanitari) e risorse a disposizione di un terzo rispetto a quelle degli altri principali paesi europei (3% invece del 10). «Insomma completamente dimenticata dal PNRR», sottolinea la SINPF, ribadendo la necessità di istituire una Agenzia Nazionale per la Salute Mentale che possa, a 44 anni dalla riforma, rivedere tutto il settore a 360 gradi.

Un paziente su 2 ancora con sintomi psichiatrici dopo 12 mesi

Il lavoro, pubblicato sulla Revista de Psiquiatría y Salud Mental, è stato condotto nell’ospedale universitario di Udine, tra marzo e maggio 2020. L’obiettivo era di esaminare in tutti i pazienti (ricoverati e ambulatoriali) i sintomi di salute mentale associati al Covid-19, con le relative cause, in un periodo di dodici mesi dall’esordio della malattia. Il campione di riferimento è stato di 479 individui, con una leggera prevalenza di donne (52,6%). Di questi, un anno dopo aver contratto l’infezione il 47,2% presentava ancora almeno un sintomo.

Dopo l’esordio del Covid-19 disturbi psichiatrici sono aumentati del 10%

«L’aspetto più nuovo e sorprendente di questi dati – spiega Matteo Balestrieri, professore di Psichiatria presso l’università di Udine e direttore della Clinica psichiatrica dell’azienda ospedaliero-universitaria della città e co-presidente nazionale della Sinpf – è che mentre la maggior parte dei sintomi (neurologici, respiratori, gastrointestinali e reumatologici) era diminuita rispetto all’esordio del Covid, quelli psichiatrici erano significativamente aumentati (+10%) così come la mancanza di concentrazione e attenzione (+20%). Da notare anche come coloro che presentavano al follow-up sintomi di tipo neurologico, reumatologico e gastrointestinale, avevano maggiori probabilità di soffrire anche di sintomi di disturbi psichiatrici un anno dopo l’infezione. Inoltre, lo studio ha potuto riscontrare un rischio maggiore di presentare mancanza di concentrazione e di attenzione in chi lamentava sintomi psichiatrici al momento dell’esordio del Covid-19».

Con Long Covid sintomi psichiatrici minano la qualità della vita

I risultati di questo studio sono importanti. «Per almeno tre motivi», precisa Claudio Mencacci, direttore emerito di Psichiatria all’ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano e co-presidente della Sinpf. «In primo luogo, i sintomi psichiatrici più frequenti, cioè depressione, ansia e insonnia, i cosiddetti disturbi mentali comuni (CMD) con una prevalenza globale stimata nell’arco della vita – continua – tra il 25,9% e il 32,6%, rappresentano una perdita di salute considerevole nell’arco della vita. In secondo luogo, un numero crescente di evidenze indica che i sopravvissuti al Covid-19 possono presentare disturbi cognitivi duraturi, probabilmente dovuti all’esperienza di una malattia più grave e a una fragilità cognitiva preesistente. Infine, un numero sempre più alto di studi suggerisce che chi ha avuto l’infezione da coronavirus sperimenta una scarsa qualità del sonno e un disagio psichiatrico sotto forma di sintomi somatici persistenti, con implicazioni per la salute pubblica in termini di peggioramento della qualità della vita».

Sinpf: situazione difficile per affrontare l’aumento dei pazienti psichiatrici

Questo studio dimostra anche che il bisogno di salute mentale è cresciuto ancor di più durante e dopo la pandemia e gli effetti a lungo termine sono ancora indefiniti. «Ci troviamo di fronte – spiegano Balestrieri e Mencacci – a un calo dei dipartimenti da 183 a 141, una riduzione significativa dei posti letto nei reparti ospedalieri attorno al 10% (-400), una massiccia diminuzione del personale, un aumento di tutte le situazioni residenziali e di non restituzione alla vita normale. La conferenza Stato-Regioni ha fissato al 5% la quota destinata alla salute mentale del fondo sanitario nazionale che per il 2022 è di 122 miliardi di euro ma in realtà la media di stanziamento effettivo delle regioni è di circa il 3% ben lontano dall’obiettivo del 10% indicato in sede comunitaria per i Paesi ad alto reddito».

Nel 2025 carenza di 1000 psichiatri tra pensionamenti e dimissioni

«Gli utenti sono scesi in maniera inesorabile dagli 850.000 del 2017 a meno di 730.000 nel 2020 – continuano Balestrieri e Mencacci – di cui un’ampia percentuale al di sopra dei 45 anni e questo non è un buon segno in quanto indicatore di una lenta perdita di appeal per le strutture pubbliche con un evidente danno a tutta la salute mentale. A tutto questo si aggiunge la fuga del personale medico e infermieristico da dipartimenti già sotto organico da anni, tanto che nel 2025 mancheranno altri 1000 psichiatri tra pensionamenti e dimissioni come emerge da uno studio recente di Anaao-Assomed e circa 9000 tra infermieri/psicologi/assistente Sociali/Terapisti. Una situazione che speriamo venga ‘sanata’ dal prossimo governo con l’istituzione di una Agenzia Nazionale per la salute mentale».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Migliore (Fiaso): “Digitalizzazione fondamentale per abbattere diseguaglianze di accesso”
“Parliamo di un cambiamento culturale prima ancora che tecnologico. L’obiettivo è creare un ecosistema dove tutti i dati sanitari siano messi a sistema e utilizzati per migliorare le decisioni cliniche e strategiche"
Malattie mentali: boom delle diagnosi, +30% in Italia
Una policrisi sanitaria, sociale, economica e politica, sta cambiando il nostro modo di vivere, acuendo il disagio psichico: le diagnosi di disturbi mentali sono in continua crescita, con aumenti del 30% soprattutto nelle categorie più fragili e nei più giovani. L'allarme è stato lanciato dalla Società Italiana di Psichiatria in vista della Giornata Mondiale della Salute Mentale che si celebra il 10 ottobre
Long Covid: rischio sovrastimato? Comunità scientifica divisa
Tracy Beth Høeg dell’Università della California, San Francisco, e il suo team di ricerca hanno affermato che c'è una buona probabilità che il Long Covid sia stato sovrastimato. Le conclusioni del loro lavoro hanno sollevato un polverone di polemiche all'interno della comunità scientifica
Long Covid: più vicini a un test del sangue per la diagnosi
I pazienti con Long Covid presentano chiare differenze nella funzione immunitaria e ormonale rispetto alle persone senza sindrome post-infezione. Questo significa che nel plasma potrebbero esserci molecole specifiche in grado di aiutarci a identificare coloro che hanno il Long Covid da chi no
Long Covid: il rischio aumenta quanto più a lungo dura l’infezione
Anche la durata dell'infezione è un importante fattore predittivo del Long Covid, responsabile della persistenza dei sintomi anche dopo settimane e mesi dalla fine della malattia. A dimostrarlo è uno studio italiano
di V.A.
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...