Regione Lombardia ha deciso di investire 202 milioni di euro nella sanità per sostituire apparecchiature e riqualificare strutture. Il Presidente della Commissione Sanità Emanuele Monti: «Per ridurre i tempi di attesa abbiamo inserito un nuovo tipo di negoziazione con il privato accreditato per definire, all’interno del loro budget, una parte dedicata all’attività con il più lungo tempo di attesa»
La parola d’ordine è accelerare per diventare la prima regione al mondo per automazione del percorso farmaci e di dispositivi medici. In quest’ottica Regione Lombardia ha deciso di investire 202 milioni di euro nella sanità per sostituire apparecchiature e riqualificare strutture, per semplificare processi, ottimizzare il tempo degli operatori sanitari, abbattere il rischio clinico, aumentare la sicurezza dei pazienti ed avere un controllo ottimale dei costi eliminando sprechi ed inefficienze. Un impegno che l’assessore al Welfare Giulio Gallera e il presidente della Commissione Sanità Emanuele Monti hanno ribadito durante il convegno su “Tracciabilità, sicurezza ed efficienza nell’ospedale del futuro” organizzato dall’associazione “Tra dire e fare”.
«In Lombardia abbiamo negli anni fatto dei cantieri di lavoro su automazione ospedaliera di grandissimo rilievo – ha spiegato Emanuele Monti a Sanità Informazione -. Ricordo Vimercate, e poi Pavia oggi vero e proprio modello di best practice in quell’ambito. Il punto allora è accelerare per diminuire gli sprechi e i furti in sede ospedaliera sia di farmaci, che finiscono nel mondo delle dipendenze, ma anche di prodotti di grande valore economico, come farmaci oncologici di ultima generazione. Un progetto a lunga scadenza che ha dei costi che Regione Lombardia sta sostenendo per raggiungere l’obiettivo e proprio per questo è stato approvato nel bilancio un investimento importante per partire con progetti sperimentali su logiche di hub territoriali così da poterci candidare ad essere la prima Regione al mondo su questo tema. Regione Lombardia ha la fortuna di avere una sanità prevalentemente pubblica – a differenza degli Stati Uniti dove il tema dell’automazione è già molto avanzato ma con una sanità privata – e poi i dati per poter gestire al meglio i pazienti».
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Dodici milioni saranno destinati alle cartelle cliniche elettroniche e al sistema PAGO PA per semplificare il lavoro del personale sanitario e consentire al cittadino un’accessibilità diretta alle informazioni mediche nel rispetto delle normative sulla privacy. Con PAGO PA i pazienti non dovranno più recarsi al CUP per il pagamento del ticket, ma potranno farlo attraverso app dedicate presso sportelli bancari, punti sisal, Lottomatica o uffici postali.
«Abbiamo inserito un nuovo sistema nel pubblico per poter lavorare con il privato accreditato. Ad esempio, con i tempi di attesa – che è anche uno degli argomenti più cari alla cittadinanza – per andarli a ridurre in modo concreto abbiamo inserito un nuovo tipo di negoziazione con il privato accreditato per definire, all’interno del loro budget, una parte dedicata all’attività con il più lungo tempo di attesa e maggiore coda per renderla più snella. Questo è stato fatto a Milano e Brescia, lo amplieremo l’anno prossimo a tutta la Lombardia. Siamo passati dunque da una logica di offerta sanitaria puntuale, a un’offerta sanitaria per rete, che può portare il maggior beneficio».