Tra i membri della mission europea è stato nominato anche l’italiano Walter Ricciardi: «Ridurre l’enorme diseguaglianza nell’accesso ai farmaci». E sull’Italia conferma «Non sono accessibili ovunque allo stesso modo. Basti pensare alla Calabria»
In prima linea nella lotta contro i tumori da qualche mese si è schierata anche l’Europa. Con una Mission Board dedicata, l’Ue si occuperà di valutare e approvare i finanziamenti per progetti di ricerca in ambito oncologico. Tra i membri della mission è stato nominato anche l’italiano Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica.
La Mission Board for Cancer «è un nuovo approccio della Commissione per affrontare il problema sul cancro in maniera del tutto innovativa rispetto al passato» ha spiegato Ricciardi a margine del convegno “Le terapie oncologiche agnostiche. La nuova frontiera nella lotta ai tumori”, tenutosi in Senato e promosso dall’Osservatorio Nazionale per i Diritti dei Malati. Il convegno è stata l’occasione per fare il punto sul nuovo approccio terapeutico che mira ad affrontare la patologia sotto lo specifico profilo genetico piuttosto che alla sua localizzazione o al tessuto dove si è sviluppato.
Un obiettivo, quello che si propone la mission europea, conseguibile solo «investendo in ricerca, ma anche in soluzioni, in proposte legislative, – spiega ancora il professor Ricciardi – perché di fatto sarà uno sforzo collaborativo tra la Commissione europea, il Parlamento europeo e gli Stati membri. Quello che noi vogliamo è ridurre l’enorme diseguaglianza nell’accesso ai farmaci che c’è in Europa. Quindi garantire a tutti i cittadini europei l’accesso quanto più possibile ad una qualità ottimale.
Le Mission Board sono state immaginate con lo scopo di fare fronte a importanti sfide su cinque tematiche cruciali: cancer, climate change, healthy oceans e climate-neutral cities, soil health and food. «Si tratta dei cinque argomenti su cui si misurerà nei prossimi sette anni la competitività dell’Europa. Le cinque missioni sono state identificate proprio in seguito ad una serie di sondaggi su cui sono stati interpellati i cittadini. Specificatamente questa riguarda il cancro, cioè i cittadini europei sono preoccupati per questa patologia. Sappiamo – conclude – che per l’aumento dell’età della popolazione e altri fattori, nei prossimi dieci anni sarà la causa di mortalità in assoluto più alta».
Infine, proprio riguardo l’accesso ai farmaci innovativi in Italia, Ricciardi conferma come «no, non sono accessibili ovunque». «Di fatto quello che succede in Italia, – spiega il professore – come in Europa, è che dopo l’approvazione dell’Ema che ne autorizza l’utilizzazione in Europa poi la palla passa ai singoli Stati membri. Nel caso dell’Italia c’è anche la voce delle Regioni, per cui una volta che l’Aifa ha effettuato un certo tipo di valutazioni poi sono le Regioni che li devono comprare. Quello che succede, molto spesso, è che Regioni in piano di rientro che hanno avuto problemi economici e che sono rientrati da deficit di bilancio importanti non se li possono permettere. E i cittadini per avere accesso a quei farmaci si devono spostare dal sud verso il nord, perché è nel nord che ci sono regioni performanti. Basti pensare alla Calabria, l’assistenza oncologica, pure essendoci degli ottimi professionisti, è fatta in altre regioni».