Salute 12 Luglio 2019 09:27

Lungodegenza e dignità del fine vita, in Campania è emergenza posti letto e hospice

A Napoli e provincia un paziente terminale su tre trascorre i suoi ultimi giorni nei reparti per acuti. La proposta di Anaao: «Riconvertire strutture dismesse e incrementare ruolo infermiere di famiglia»

di Chiara Stella Scarano
Lungodegenza e dignità del fine vita, in Campania è emergenza posti letto e hospice

«Il paziente terminale ha bisogno di tempo. Sembra un paradosso? Non lo è. Il paziente terminale e i suoi parenti hanno bisogno di parlare, e di ascoltare. Ma troppo spesso, in un caso su tre, è nel reparto per acuti che trascorre i suoi ultimi giorni. E il personale sanitario di quel reparto, si capisce, a volte non può dedicargli più di cinque minuti. Perché a pochi metri di distanza ci sono emergenze da affrontare, vite da salvare».

Sono queste le parole del dottor Maurizio Cappiello, direttivo nazionale Anaao Assomed e componente dell’Osservatorio Salute e Sanità – Città di Napoli, che forse spiegano, più di tanti numeri, dati e statistiche, l’emergenza in Campania relativa alla carenza di strutture adibite ad hospice e di posti letto per la lungodegenza. Di conseguenza, si pone come priorità assoluta restituire ai pazienti terminali la possibilità di trascorrere i loro ultimi giorni in un ambiente consono, ma anche ai loro congiunti di poter ricevere il giusto supporto psicologico.

I numeri del fenomeno. «In Campania (come nel resto d’Italia) stiamo assistendo a un allungamento importante dell’età media della popolazione – spiega Cappiello –  e questo ce lo dicono i dati ISTAT: basti pensare che solo nel 2018 sono stati censiti oltre un milione di abitanti con un’età media superiore ai 65 anni. Ovviamente l’aumento della terza età va di pari passo con l’aumento delle patologie croniche, in particolare le patologie neurodegenerative, come il morbo di Parkinson e il morbo di Alzheimer, ma anche patologie cardiovascolari come l’insufficienza cardiaca oppure le sindromi geriatriche come la sarcopenia. A fronte di ciò in Campania abbiamo poco più di 3.600 posti letto con una media di 0,65 posti letto per post acuti ogni mille abitanti. In tutta la Campania, inoltre – continua –  sono censiti solo sette hospice con circa 73 posti letto, che assistono  circa 900 pazienti all’anno, con una media di 120 pazienti per hospice, a fronte però di circa 19mila malati terminali che vengono censiti ogni anno in Campania».

Lo stato attuale dell’assistenza al fine vita. «Venendo meno l’assistenza in strutture dedicate – spiega il dottore – è stato visto che circa un paziente su tre trascorre gli ultimi giorni della propria vita in ospedale per acuti, determinando una carenza dal punto di vista della dignità cui questi pazienti avrebbero diritto, e che sarebbe invece conservata se venissero trattati in ambienti più idonei. Ciò naturalmente risente di alcune variabili dovute sia alle condizioni socioeconomiche del paziente, ma anche all’assetto socio-assistenziale del territorio di residenza. Per quanto riguarda invece l’assistenza di tipo psicologico al momento negli ospedali per acuti non esiste una figura professionale dedicata a questo, nè per il paziente nè per i suoi congiunti. Attualmente in Campania, così come nel resto d’Italia – aggiunge – abbiamo l’assistenza domiciliare integrata, che è di pertinenza territoriale, ed è costituita dall’integrazione tra il medico di famiglia e figure specialistiche come il geriatra, l’oncologo, il neurologo eccetera. Purtroppo risentiamo di una grave carenza di personale e di mezzi. Questo è uno dei motivi per cui è necessario dare un ruolo centrale a chi assiste sul territorio, per cercare di diminuire il più possibile l’ospedalizzazione dei pazienti terminali».

Le proposte. «Sicuramente è fondamentale l’aumento dei posti letto negli hospice – osserva Cappiello –  ad esempio riconvertendo strutture sanitarie dismesse o in fase di dismissione, o anche aumentare il numero dei posti letto nei post acuti, riportandolo almeno alla media nazionale che è dello 0,7. Infine – conclude –  dare un ruolo centrale nell’assistenza sul territorio all’infermiere di famiglia così come stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, evitando così da un lato l’eccessiva ospedalizzazione di questi pazienti, ma anche garantendo un supporto alle famiglie».

Articoli correlati
Cardiovascolare: con il progetto “SiCura” dislipidemie gestite meglio sul territorio e meno ospedalizzazioni
A Enna – da luglio 2022 a giugno 2024 – è stato implementato il progetto “SiCura”, per la cura delle displipidemie, realizzato dall’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) in collaborazione con Novartis e con il supporto tecnologico di CliCon. Il progetto – costruito su un nuovo modello di medicina basata sul valore – ha permesso ha permesso interventi mirati e personalizzati, ottimizzando i risultati clinici e l’uso efficiente delle risorse sanitarie
La Sanità è diventata un bene di lusso, cresce l’impoverimento delle famiglie
Secondo il 19° Rapporto del CREA Sanità "al Ssn servono 15 miliardi per non aumentare il distacco dal resto dell’UE, personale carente e sottopagato. Rispetto ai partner EU, il nostro Paese investe meno nella Sanità, aumenta la spesa privata ed è a rischio l’equità del sistema". Digitalizzazione necessaria per le “nuove cronicità"
Medici di famiglia sull’orlo di una crisi di nervi… Stressati 9 su 10. Pesano Covid, burocrazia e Whatsapp
Il malessere dei medici di famiglia, tra carenza di colleghi, difficoltà a trovare sostituti e una burocrazia sempre più elevata, «è palpabile» e arriva a sfiorare il 90% di professionisti. Lo dicono i sindacati, gli esperti di sanità, gli analisti del settore. E lo dicono i pensionamenti anticipati che crescono
di V.A.
Obbligo mascherina in ospedale via tra due settimane? Scienziati divisi, nuovo studio inglese: «Benefici modesti»
In vista della scadenza dell'obbligo di indossare la mascherina negli ospedali e nelle strutture sanitarie italiane, fissata per il 30 aprile, la scienza ragiona su vantaggi e benefici. Dal Regno Unito arriva una nuova ricerca: «Nessuna differenza significativa» sui tassi di trasmissione di Covid-19 negli ospedali
Agenas: in Italia infermieri e medici di base insufficienti
Nel rapporto di Agenas emergono le difficoltà del sistema tra i tagli imposti dal 2007 fino all'aumento delle risorse degli ultimi anni. L’Italia è al quart’ultimo posto tra i paesi OCSE per il numero di posti a disposizione negli atenei per la laurea in Infermieristica. Hanno un numero di posti più basso solo Messico, Colombia e Lussemburgo
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...