Salute 3 Giugno 2021 13:20

«Macchine non possono sostituire la relazione di cura. Su eutanasia no a ideologismi». Intervista a Don Angelelli (CEI)

Il Direttore Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute CEI: «Interporre una macchina, una mediazione digitale tra il curante e il curato sarebbe un passo indietro»

«Macchine non possono sostituire la relazione di cura. Su eutanasia no a ideologismi». Intervista a Don Angelelli (CEI)

Le nuove tecnologie possono rappresentare un punto di svolta per la sanità e garantire cure molto più accurate. Tuttavia, ogni progresso della tecnologia, in ogni ambito, viaggia parallelo a dilemmi etici di non facile soluzione. Ne abbiamo parlato con Don Massimo Angelelli, Direttore Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute CEI, che il 4 giugno partecipa al webinar gratuito “Fragilità e identità digitale, tra criticità e opportunità durante e dopo la pandemia” organizzato da Forum Risk Management, FNO TSRM PSTRP e Simedet.

Don Angelelli, che terrà un intervento sul tema “L’approccio etico agli strumenti digitali nella relazione di cura”, sottolinea che le nuove tecnologie non possono e non devono sostituire la relazione di cura professionista sanitario-persona assistita.

«Macchine non possono sostituire la relazione di cura»

«Il tema ovviamente è esploso con la pandemia – sottolinea Don Angelelli –. La mediazione digitale è esplosa in tutta la nostra vita, dall’insegnamento a scuola fino alla cura a distanza e gli strumenti digitali sono stati utilizzati anche in forme piuttosto innovative. Nell’ambito della medicina e della cura ci dobbiamo ricordare che sono strumenti che non possono sostituire la relazione. Fino a quando sono strumenti di raccordo, strumenti di semplificazione, ne abbiamo bisogno perché oltretutto accorciano le distanze e permettono ai pazienti di essere seguiti a distanza. Il tema di fondo è che non siano sostitutivi della relazione di cura, perché è fondamentale che resti il rapporto tra professionista sanitario e persona assistita».

Secondo Don Angelelli, dunque, il futuro non potrà essere rappresentato da un robot che ci cura in modo asettico: «Il limite consiste nel fatto che nel momento in cui dovessero diventare strumenti sostitutivi andremo a disumanizzare la medicina. Sono anni che si chiede di umanizzare la medicina: ora interporre una macchina, una mediazione digitale tra il curante e il curato sarebbe un passo indietro».

Il ragionamento di Don Angelelli non coinvolge, naturalmente, la telemedicina o strumenti come il monitoraggio remoto che invece possono essere estremamente utili.

«Il secondo aspetto importante – spiega il responsabile Salute CEI – è che gli strumenti digitali estremamente evoluti hanno anche delle elaborazioni, cioè propongono ipotesi diagnostiche. La macchina svolge anche un aspetto di elaborazione e riflessione, ma il professionista sanitario deve sentirsi libero di elaborare il dato e valutare oltre quello che dice la macchina, perché altrimenti si crea una sudditanza operatore-sistema che porterebbe a una sorta di valutazione automatica di una diagnosi che è totalmente inaccettabile».

«No a ideologismi sull’eutanasia»

Don Angelelli interviene poi anche sul tema dell’eutanasia, tornato al centro del dibattito politico dopo che alla Camera c’è stata una accelerazione sul Ddl. «Bisogna evitare ideologismi. Perché la cronaca ci ha insegnato che questa richiesta di eutanasia è più ideologica che reale – è l’opinione di Don Angelelli -. Ricordo semplicemente che esattamente 12 mesi fa, con lo scoppio della pandemia, non c’erano strumenti sufficienti per curare e supportare le persone: ci siamo tutti indignati perché la nostra sanità non era pronta ad affrontare la pandemia. Abbiamo lavorato affinché tutti potessero essere curati e perché tutti volevano essere curati. Vorrei che ogni volta che affrontiamo questo tema ci sia grande rispetto per i pazienti, per coloro che vivono il tratto terminale della vita terrena e non ci siano approcci ideologici perché altrimenti non facciamo il bene delle persone».

Un nuovo modello di assistenza agli anziani

«Con questo webinar, il laboratorio permanente delle professioni sanitarie vuole confrontarsi per progettare insieme soprattutto grazie agli strumenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), le linee di sviluppo del Servizio Sanitario Nazionale dei prossimi anni. La Prossimità, la domiciliarità, la territorialità, l’innovazione digitale e la formazione sono alcuni dei principali temi che guideranno la grande stagione di investimenti che attende la nostra sanità pubblica nei prossimi anni” per superare le criticità rese evidenti, sebbene già esistenti, della nostra società. Ci attendiamo un confronto all’insegna della grande collaborazione con interventi, spunti e contributi dei componenti del convegno che diano soluzioni pragmatiche. Questa giornata, è la prima tappa del tour di eventi che puntano a dare concretezza al PNRR, sostenendo il cambiamento anche attraverso gli strumenti della società digitale che, abbiamo visto , essere di grande supporto durante la crisi pandemica», sottolinea l’Avvocato Laila Perciballi, referente FNO TSRM PSTRP Referente relazioni e promozione dei valori Ordine FNO TSRM PSTRP.

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