Salute 18 Maggio 2017 15:03

Mal di testa dei bambini? Gli esperti del Bambino Gesù sfatano 10 falsi miti

Massimiliano Valeriani, responsabile del centro cefalee del Bambin Gesù: «Una serie di false credenze porta spesso ad approcciare il problema in maniera non corretta, con il rischio di cronicizzare il dolore o, ancor peggio, di medicalizzare il bambino». In occasione della Giornata Nazionale del Mal di Testa, open day, controlli e sensibilizzazione

Un bambino su 10 soffre di mal di testa. La forma di cefalea primaria più diffusa tra i piccoli è l’emicrania, malattia neurologica genetica che colpisce oltre l’8% dei bambini e dei ragazzi. Eppure, spesso i genitori non sanno come reagire: magari dubitano dell’esistenza del dolore stesso, pensando che la cefalea riguardi solo gli adulti, oppure pensano di poter curare i propri bambini con rimedi fai da te, aerosol o prodotti non efficaci; in altri casi al contrario non si fornisce alcun medicinale, credendo che ai mal di testa infantili non ci sia rimedio. «Sull’origine e soprattutto su come affrontare e liberarsi del mal di testa c’è ancora confusione tra chi ne soffre» spiega Massimiliano Valeriani, responsabile del Centro Cefalee dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. «Una serie di false credenze porta spesso ad approcciare il problema in maniera non corretta, con il rischio di cronicizzare il dolore o, ancor peggio, di medicalizzare il bambino. Il nostro compito è quello di fare chiarezza su questo tema». Ecco perché il Bambino Gesù, in occasione della Giornata Nazionale del Mal di Testa indetta dalla Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC), ha diramato il decalogo delle convinzioni più comuni legate ai mal di testa, commentate dagli esperti del centro cefalee.

1) Il mal di testa è un problema degli adulti

Il mal di testa può presentarsi a qualsiasi età, non solo in epoca adulta. Anche nei primi mesi di vita, ad esempio, si possono manifestare dei sintomi – come le coliche infantili – riferibili all’emicrania.

2) Il mal di testa è di origine esclusivamente psicologica

Il mal di testa, quando è espressione di una cefalea primaria (come nel caso di emicrania, cefalea tensiva e cefalea a grappolo), è legato a una predisposizione costituzionale. I fattori psicologici devono essere presi nella dovuta considerazione, soprattutto nei casi particolarmente gravi, perché possono peggiorare l’emicrania o una cefalea tensiva la cui causa, tuttavia, è di tipo organico.

3) I difetti della vista innescano il mal di testa

Il mal di testa non è sintomo diretto dei difetti della vista. La visita oculistica in caso di mal di testa si esegue per la valutazione del fondo oculare: un esame necessario per escludere o rilevare una ipertensione endocranica.

4) La sinusite causa il mal di testa. Per curarlo basta l’aerosol

La sinusite non è un problema che riguarda i bambini più piccoli di 8 anni perché i seni nasali non sono ancora anatomicamente sviluppati. Eventuali diagnosi di sinusite associata a mal di testa e conseguenti cure con aerosol prima di questa età sono quindi da considerare errate. I dati confermano che anche dopo gli 8 anni i casi di cefalea associata in maniera esclusiva alla sinusite sono pochi (1-2%).

5) Per il mal di testa non serve lo specialista

I mal di testa non sono privi di rischi. Possono essere un campanello di allarme per altre patologie. In molti casi possono essere gestiti dal pediatra. Tuttavia – se è bene non allarmarsi per un singolo episodio – è necessario affrontare correttamente quelle cefalee che per assiduità e intensità interferiscono con la vita quotidiana. I bambini con mal di testa frequenti che rispondono poco alle terapie antidolorifiche dovranno essere inviati ad un Centro specializzato.

6) Chi soffre di mal di testa deve rassegnarsi e resistere al dolore

Le cefalee si possono e si devono curare per alleviare il dolore e ridurre l’effetto disabilitante. Se non adeguatamente trattati possono comportare la sensibilizzazione delle aree del cervello deputate all’elaborazione del dolore che cominceranno a interpretare come dolore anche i segnali di tipo non doloroso. E’ così che può aumentare la frequenza degli attacchi cronicizzando il problema.

7) Per il mal di testa basta l’automedicazione

Le terapie devono essere sempre seguite sotto controllo medico. Sbagliare il dosaggio degli antidolorifici o assumerne più di 15 dosi mensili – la tendenza generale di chi adotta la cura “fai da te” è quella di abusare dei farmaci – può infatti portare alla cronicizzazione del mal di testa. E’ sbagliato anche dare ai bambini una quantità ridotta di farmaco rispetto a quella adeguata al peso e prescritta dal medico: in questi casi il rischio è che l’antidolorifico non esprima appieno la sua efficacia e che il genitore sia costretto, al ripresentarsi del dolore, a somministrare più dosi del dovuto.

8) Il mal di testa si cura con gli integratori

Sono spesso prescritti al posto di farmaci appropriati, ma ad oggi non esistono evidenze scientifiche sull’efficacia degli integratori a base di erbe per la cura del mal di testa. Ci sono studi che, invece, confermano l’elevata efficacia dell’effetto placebo in età pediatrica. Tra i bambini con cefalea arriva fino al 60%, percentuale pari a quella dei migliori farmaci. Effetto placebo non significa “ingannare”, bensì stimolare con un meccanismo psicologico la produzione di sostanze con proprietà analgesiche: le endorfine. In un gran numero di casi, alla somministrazione di una sostanza inerte (senza principio attivo) il corpo dei bambini risponde producendo naturalmente sostanze antidolorifiche.

9) Un antidolorifico vale l’altro

Gli antidolorifici hanno effetti diversi a seconda del principio attivo di cui sono composti. In Italia è molto comune l’uso del paracetamolo, tuttavia il farmaco di prima scelta per tenere sotto controllo il mal di testa è l’ibuprofene, molecola con maggiori evidenze di efficacia documentate in letteratura scientifica.

10) Per il mal di testa non c’è prevenzione

Le possibilità di prevenzione esistono: possono essere di tipo farmacologico e non farmacologico. Agire sugli stili di vita rientra in quest’ultima categoria. Condurre una vita regolare evitando, per esempio, l’esposizione a temperature estreme, i sovraccarichi di stress, le alterazioni del ritmo sonno-veglia e dormendo un adeguato numero di ore, previene l’aumento della frequenza degli attacchi di mal di testa.

Infine, per fornire alle famiglie informazioni corrette e complete e valutazioni gratuite, gli specialisti del Centro Cefalee dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (neurologi, psicologi, infermieri specializzati) hanno promosso un Open Day che si terrà sabato 20 maggio 2017. L’appuntamento è dalle 10 alle 16 presso la sede di San Paolo (ambulatori di Neurologia area D, viale di San Paolo, 15 – Roma).

Articoli correlati
Emicrania: trattamento con monoclonali anti-CGRP riduce gli attacchi in oltre il 90% dei pazienti
Un anno di trattamento con anticorpi monoclonali anti-CGRP fa crollare la frequenza degli attacchi di emicrania nella quasi totalità dei soggetti (91,3%). È il dato emerso da uno studio multicentrico cui hanno partecipato ben 16 centri coordinati dall’IRCCS San Raffaele di Roma e appena pubblicato sulla rivista Journal of Neurology
Stanchezza e mal di testa: studio rivela i sintomi principali del Long Covid
Uno studio del Medical College of Georgia ha rilevato quali sono i sintomi più segnalati dai pazienti a più di quattro mesi dal Covid-19. I principali sono stanchezza e mal di testa, seguono dolori muscolari, tosse, alterazioni dell'olfatto e del gusto, febbre, brividi e congestione nasale
Aumentano diagnosi Covid tramite sintomi, quali sono i principali?
Mentre gli ultimi dati del monitoraggio settimanale diffusi dall'ISS segnalano che sono aumentate le diagnosi di Covid attraverso la comparsa dei sintomi, uno studio britannico rivela quali siano i segnali più comuni. Il mal di gola è in testa
Soffrite di emicrania con aura? Potrebbe dipendere da un buco nel cuore
Uno studio del Centro Cardiologico Monzino e dell’Università Statale di Milano per la prima volta spiega il meccanismo che correla l’emicrania al difetto cardiaco congenito del Forame Ovale Pervio (PFO) e come la regressione delle crisi emicraniche sia possibile a seguito dell’intervento percutaneo di chiusura del foro
Cefalea, un problema comune peggiorato con la pandemia. Qualche consiglio utile
Cherubino Di Lorenzo (INI Grottaferrata) su videogiochi, smart working e cefalea
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...