Salute 30 Aprile 2024 12:54

Malaria: Iss, nessun allarme dopo il ritrovamento della zanzara Anopheles sacharovi in Salento

Si è diffusa in questi giorni la notizia del ritrovamento, lungo la costa salentina tra Lecce e Otranto, di una zanzara, Anopheles sacharovi, rinvenuta in Italia dopo circa 50 anni dalla ultima segnalazione. Questa zanzara, insieme ad un’altra specie, Anopheles labranchiae, era associata alla trasmissione della malaria prima che la malattia fosse eradicata dal paese nel 1970. Questa importante scoperta, pubblicata sulla rivista Parasites and Vectors, ha destatoqualche preoccupazione nell’opinione pubblica per un possibile ritorno della malaria. Tuttavia l’Istituto superiore di sanità afferma che non c’è da allarmarsi

Malaria: Iss, nessun allarme dopo il ritrovamento della zanzara Anopheles sacharovi in Salento

Si è diffusa in questi giorni la notizia del ritrovamento, lungo la costa salentina tra Lecce e Otranto, di una zanzara, Anopheles sacharovi, rinvenuta in Italia dopo circa 50 anni dalla ultima segnalazione. Questa zanzara, insieme ad un’altra specie, Anopheles labranchiae, era associata alla trasmissione della malaria prima che la malattia fosse eradicata dal paese nel 1970. Questa importante scoperta, frutto di una ricerca congiunta tra Istituto Superiore di Sanità, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e Basilicata e Azienda Sanitaria Nazionale (ASL) di Lecce, è stata pubblicata sulla rivista Parasites and Vectors, destando qualche preoccupazione nell’opinione pubblica per un possibile ritorno della malaria. “La scoperta di An. sacharovi non deve però destare allarme per un possibile ritorno della malaria in Italia in quanto le condizioni socio-economiche e igienico-sanitarie del nostro paese sono certamente molto diverse da quelle del passato”, precisa l’Iss sul suo sito.

La sorveglianza entomologica è importante per impedire il ritorno della malaria

Una specifica Circolare Ministeriale dà chiare indicazioni per la costante sorveglianza dei casi umani di malaria importata e stabilisce gli interventi da mettere in atto sul territorio in presenza di presunti casi autoctoni. “Certamente la scoperta è rilevante dal punto di vista scientifico e sanitario perché, dopo le opere di bonifica e la campagna di lotta antimalarica del secondo dopoguerra, questa zanzara era ritenuta ormai scomparsa dal nostro territorio”, sottolinea l’Iss. “D’altro canto, appare chiaro che la sorveglianza entomologica è di estrema importanza ed è necessaria per prevenire il rischio di reintroduzione di questa malattia nel nostro paese. Questa ricerca infatti, finanziata dal Ministero della Salute e recentemente anche da fondi del PNRR, è stata avviata in Puglia e Basilicata – continia – sin dal 2018, in alcune aree storicamente endemiche per la malaria”.

Possibile un lento ripopolamento dei vettori della malaria

Fino ad ora erano state identificate solo Anopheles labranchiae, già segnalate in altre regioni italiane e ritrovate nel Gargano e nel Metaponto e Anopheles superpictus, ritenute vettore secondario, presenti in limitate aree della Basilicata. “In entrambi i casi comunque le loro densità non sembrano epidemiologicamente rilevanti”, sottolinea l’Iss. Alla fine del 2022, il ritrovamento in un’area rurale del leccese di un unico esemplare adulto, identificato molecolarmente come Anopheles sacharovi, ha dato l’avvio, l’anno successivo, ad una indagine entomologica mirata a confermarne la presenza e a ricercarne i focolai larvali. Larve di questa specie sono state ritrovate in aree naturali e protette, a basso o nullo impatto antropico. “Questo fa ipotizzare una sua presenza residuale anche nei decenni passati e un possibile lento ripopolamento, favorito dalla minore pressione delle attività umane e dall’assenza di trattamenti pesticidi ad uso agricolo, oltre che dai fattori climatici favorevoli”, spiega l’Iss.

Fondamentale non abbassare la guardia

“Il ritrovamento di questa zanzara conferma, ancora una volta, la necessità di mantenere alta l’attenzione – ribadisce l’Iss – e rafforzare tutte le misure di prevenzione, oltre al monitoraggio entomologico per la sorveglianza dell’ ‘anofelismo residuo’, così come si sta già facendo per le altre malattie trasmesse da zanzare, quali la dengue o la West Nile, con il Piano di Sorveglianza Nazionale delle Arbovirosi”.

 

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