Salute 15 Maggio 2024 16:58

Malattie cardiovascolari, Oms Europa: “10mila morti al giorno. Ridurre il sale per salvare 900mila vite entro il 2030”

L’ipertensione arteriosa è il principale fattore di rischio di morte e disabilità nella regione europea dell’Oms, causando quasi un quarto dei decessi e il 13% delle disabilità. Di solito non presenta sintomi e, se rimane incontrollata, può avere conseguenze potenzialmente devastanti come infarti e ictus

Malattie cardiovascolari, Oms Europa: “10mila morti al giorno. Ridurre il sale per salvare 900mila vite entro il 2030”

Le malattie cardiovascolari uccidono ogni giorno 10mila persone nella regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e gli uomini muoiono più frequentemente delle donne. Sono le statistiche diffuse oggi da un rapporto dell’Oms Europa che propone un’azione su sale e ipertensione per proteggere la salute dei cittadini. Numeri, quelli segnalati, definiti “allarmanti” dall’ufficio regionale dell’agenzia Onu. Le malattie cardiovascolari sono la causa principale di disabilità e morte prematura nell’area e causano oltre il 42,5% di tutti i decessi ogni anno. Nel dettaglio, gli uomini europei hanno quasi 2,5 volte più probabilità di morire per queste patologie rispetto alle donne, secondo gli autori dell’analisi. Ed esiste anche un divario geografico: la probabilità di morire giovani (30-69 anni) a causa di una malattia cardiovascolare è quasi 5 volte più alta nell’Europa orientale e in Asia centrale rispetto all’Europa occidentale.

L’ipertensione arteriosa: un killer silenzioso

“Le malattie cardiovascolari e l’ipertensione sono condizioni in gran parte prevenibili e controllabili – ammonisce Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’Oms Europa -.Quattro milioni, una cifra sconcertante, è il numero di morti causate da malattie cardiovascolari ogni singolo anno, principalmente tra gli uomini, in particolare nella parte orientale della regione europea. Questi sono i fatti, ma è qualcosa che possiamo cambiare. Sappiamo cosa funziona, ma ancora una volta non riusciamo a implementare approcci basati sull’evidenza, con conseguenti livelli inaccettabilmente elevati di morti evitabili”. E dietro questo bilancio di vite perse c’è un ‘killer silenzioso’ in azione, fa notare l’Oms Europa: è l’ipertensione arteriosa, che rappresenta il principale fattore di rischio di morte e disabilità nella regione europea, causando quasi un quarto dei decessi e il 13% delle disabilità. Di solito non presenta sintomi e, se rimane incontrollata, la pressione alta può avere conseguenze potenzialmente devastanti come infarti e ictus.

Le proposte dell’Oms per invertire la rotta

La regione europea ha la più alta prevalenza di ipertensione nel mondo. Uno dei punti cruciali di una strategia finalizzata a contenere le morti cardiovascolari sarebbe proprio quella di “trattarla efficacemente”. L’ipertensione “dovrebbe essere diagnosticata e gestita con protocolli di trattamento standardizzati e cure di équipe in contesti di assistenza primaria. È fondamentale migliorare l’accesso ai farmaci e ai dispositivi medici essenziali per le persone a cui è stata diagnosticata la condizione”, esorta l’agenzia. E ancora: migliorare le linee guida in modo che siano semplificate e di facile utilizzo, rilevanti per le situazioni cliniche locali e migliorare la conoscenza del paziente sull’ipertensione, sulle sue complicanze e sull’efficacia del trattamento, un elemento che aumenta l’aderenza ai farmaci. Infine, suggerisce l’Oms nella sua proposta di una strategia integrata, va adottato un approccio centrato sul paziente, va attuata una politica attenta al genere per affrontare le disuguaglianze nella rilevazione e nel controllo dell’ipertensione, e va rafforzata “la resilienza della catena di fornitura contro le emergenze, in modo da garantire anche in questi casi un trattamento ininterrotto”.

Tagliare il consumo di sale del 25%

L’Oms, oltre all’incidenza, ha analizzato anche le cause che contribuiscono all’incremento delle malattie cardiovascolari, tra cui un’alimentazione inadeguata. In Europa, la maggior parte delle persone consuma troppo sale. Quasi tutti i Paesi, 51 su 53, della regione europea dell’Oms hanno un consumo medio giornaliero superiore al livello massimo raccomandato dall’agenzia Onu, che è 5 grammi (circa un cucchiaino) al giorno. “L’attuazione di politiche mirate per ridurre l’assunzione di sale del 25% potrebbe salvare circa 900mila vite dalle malattie cardiovascolari entro il 2030”, dice Hans Kluge. Ipertensione e eccessivo consumo di sale sono due aspetti sono strettamente legati, “perché – ricorda l’Oms Europa – un’elevata assunzione di sale aumenta la pressione sanguigna, uno dei principali fattori di rischio per malattie cardiovascolari come infarti e ictus”. Complici dell’eccessivo uso del sale anche lo street food e gli alimenti trasformati che, dicono gli autori del Report “sono spesso i principali colpevoli”. E “la regolamentazione della quantità di sale negli alimenti trasformati può potenzialmente avere un impatto positivo sulla salute delle persone”.

Introdurre politiche obbligatorie per ridurre l’assunzione di sale

Oggi, osserva l’Oms Europa in questi giorni in cui si celebra la Settimana mondiale di sensibilizzazione per la riduzione del consumo alimentare di sale, “sappiamo cosa funziona e sono disponibili interventi e strumenti basati sull’evidenza che riducono l’assunzione di sale e controllano l’ipertensione, ma molti Paesi non sono in grado di implementarli. I decisori possono intraprendere azioni più incisive per rompere queste barriere e garantire una salute migliore alle persone”. Per esempio, elenca ufficio regionale dell’agenzia Onu, “introdurre politiche obbligatorie per ridurre l’assunzione di sale. Sono necessarie misure a livello di popolazione per riportarla sotto la soglia di consumo massimo raccomandato”. Si parla, nel dettaglio, di limiti obbligatori sulla quantità di sale contenuta negli alimenti comunemente consumati, compresi quelli confezionati e quelli serviti nei punti vendita e nelle mense, di etichette obbligatorie sulla parte anteriore della confezione per aiutare i consumatori a fare scelte informate e più sane, di campagne di sensibilizzazione pubblica. Un altro dei punti dell’approccio integrato targato Oms raccomanda di “resistere all’opposizione dell’industria: la riduzione del sale a livello di popolazione – si legge – evidenzia interessi fondamentali opposti della sanità pubblica e dell’industria alimentare. Dal punto di vista dell’industria alimentare, gli alimenti ad alto contenuto di sale tendono a produrre i maggiori profitti. Ma il fatto è che questi alimenti mettono a rischio la salute dei clienti. La riduzione del sale a livello di popolazione attraverso la riformulazione obbligatoria produce risultati rapidi, è fattibile, fa risparmiare costi e, in definitiva, salva vite umane”, conclude l’Oms Europa.

 

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