Salute 19 Dicembre 2022 13:40

«Malattie nei calciatori legate a cure». Le parole shock di Lotito

In pochi giorni il mondo del calcio ha subito uno scossone devastante. Tra la morte di Sinisa Mihajlovic a causa di una forma grave di leucemia e l’annuncio di Gianluca Vialli di «sospendere i suoi impegni professionali presenti e futuri» a causa di un tumore neuroendocrino al pancreas, un oscuro alone di rabbia e tristezza avvolge ora lo sport più amato dagli italiani. Le dichiarazioni del senatore di Forza Italia Claudio Lotito stanno facendo discutere

«Malattie nei calciatori legate a cure». Le parole shock di Lotito

In pochi giorni il mondo del calcio ha subito uno scossone devastante. Tra la morte di Sinisa Mihajlovic a causa di una forma grave di leucemia e l’annuncio di Gianluca Vialli di «sospendere i suoi impegni professionali presenti e futuri» a causa di un tumore neuroendocrino al pancreas, un oscuro alone di rabbia e tristezza avvolge ora lo sport più amato dagli italiani. Ad aggiungere il carico da 90 sono state le recenti dichiarazioni del senatore di Forza Italia e presidente della S.S. Lazio, Claudio Lotito: «Troppe malattie tra i giocatori. Bisogna approfondire».

Lotito: «Alcuni tipi di malattie cominciano a essere numerose nel nostro mondo»

«Penso che dobbiamo approfondire alcune tematiche, ricorrono troppo spesso alcune malattie che potrebbero essere legate al tipo di stress e di cure», spiega Lotito, riferendosi alla morte di Mihajlovic e alla vicenda di Vialli, che sta lottando contro il cancro e nei giorni scorsi ha lasciato il suo incarico con la Nazionale. «Mi risulta che anche Vialli stia male. Stiamo parlando del nulla – continua Lotito – non c’è nessun discorso scientifico, certo ci dobbiamo porre l’interrogativo sul perché accadono queste cose in modo ricorrente. Accadono anche nella vita ordinaria, ma su dei fisici possenti e forti è più difficile che possano accadere. Mi auguro non ci sia nessun nesso però ci dobbiamo porre degli interrogativi a 360° per approfondire alcuni tipi di malattie che cominciano a essere numerose nel nostro mondo».

Il caso dei calciatori della Fiorentina morti prematuramente

«Bisogna approfondire alcune malattie che potrebbero essere legate, ora non voglio fare l’esperto, al tipo di stress, di cure che venivano fatte all’epoca e ai trattamenti che venivano fatti sui campi sportivi», dice Lotito. «Per esempio, i vaccini servono e vanno fatti, ma nessuno sa quello che potranno determinare in futuro», aggiunge. Il pensiero va subito al caso di leucemia di Bruno Beatrice. Il calciatore si ammalò nel 1985, un anno dopo il ritiro, per una leucemia linfoblastica acuta. Nel 1976 aveva trattato una pubalgia cronica con radioterapia a base di raggi X. Anche altri calciatori della Fiorentina, la squadra in cui giocava, morirono prematuramente. La procura di Firenze ipotizzò all’epoca il reato di omicidio preterintenzionale nei confronti dell’allenatore Carlo Mazzone, ma poi i giudici archiviarono l’indagine per prescrizione.

Nessun legame dimostrato tra Mihajlovic, Vialli e Beatrice

La verità è che non c’è nulla di scientificamente dimostrato. Beatrice e Mihajlovic sono state colpite da due forme diverse di leucemia. Vialli, invece, ha un’altra malattia che non ha nulla a che vedere con le altre due. Inoltre sembra da escludersi categoricamente il legame tra il vaccino anti-Covid e lo stato di salute di Mihajlovic e Vialli. Entrambi infatti si sono ammalati prima che i vaccini fossero disponibili.

Allo studio legame tra Sla e il calcio. Malattia colpisce di più i calciatori

Ci sono invece evidenze di una possibile associazione tra il calcio e la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), che ha avuto tra le sue vittime ad esempio Gianluca Signorini e Stefano Borgonovo. Una conferma importante è arrivata due anni fa da uno studio italiano, condotto da Elisabetta Pupillo e da Ettore Beghi dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Passando in rassegna i dati relativi ad oltre 23mila giocatori di calcio di serie A, B e C dal 1959 al 2000 i ricercatori hanno osservato 34 casi di Sla, dunque una incidenza all’incirca doppia rispetto a quella nella popolazione generale. Il rischio è risultato maggiore per i più giovani, sotto i 45 anni, ed in particolare per i centrocampisti che militavano in serie A, con un esordio della malattia anticipato di circa 20 anni rispetto alla popolazione generale. Una delle ipotesi al vaglio degli scienziati è un possibile legame con eventi traumatici, che possono essere comuni in alcuni sport da contatto come il calcio.

 

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