Al Congresso della Società italiana di Nutrizione clinica è stata ribadita l’importanza di combattere la malnutrizione: «Essere malnutrito significa avere meno chance di risposta a molte terapie in particolare in campo oncologico: i dati sono ormai molto solidi» sottolinea Alessio Molfino, docente di Medicina interna de La Sapienza
Combattere la malnutrizione aumenta le chance di sconfiggere anche malattie importanti come quelle oncologiche e sicuramente permette una migliore adesione alle terapie. Per questo la Sinuc, Società Italiana di Nutrizione clinica e metabolismo chiede con forza che siano istituiti percorsi nutrizionali nella maggior parte delle aziende sanitarie italiane. È uno dei temi emersi al quarto Congresso nazionale Sinuc di Ancona che ha visto un ‘esercito di nutrizionisti clinici’ italiani e stranieri confrontarsi sulle principali questioni della materia, dalla terapia nutrizionale nelle patologie croniche che rappresentano un esempio di ‘medicina personalizzata’ alla nutrizione nei reparti di terapia intensiva dove i pazienti sono fragili. Sullo sfondo le richieste rilanciate nei ‘Fogli di Roma’ del Forum Nutrendo: introduzione dell’insegnamento della Nutrizione Clinica nel corso di laurea in Medicina e Chirurgia, inserimento della terapia nutrizionale nei Pdta (Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali) e nei Lea (Livelli essenziali di assistenza). Ne abbiamo parlato con il professor Alessio Molfino, professore associato di medicina Interna all’università Sapienza di Roma.
Professore, perché è importante che la nutrizione clinica sia sempre di più protagonista della sanità italiana?
«La malnutrizione, in particolare la malnutrizione che chiamiamo proteico -energetica, indubbiamente impatta in modo molto negativo sugli outcome dei pazienti. Essere malnutrito significa avere meno chance di risposta a molte terapie in particolare in campo oncologico: i dati sono ormai molto solidi, pazienti che presentano malnutrizione, perdita dell’appetito e soprattutto perdita di peso non riescono a sopportare terapie oncologiche siano esse chemioterapie, radioterapie, sia gli effetti collaterali dalla stessa chirurgia. È inoltre importate avere conoscenza delle problematiche nutrizionali in corso di malattie croniche per poterle riconoscere precocemente e poterle trattare e migliorare sicuramente molti aspetti tra cui la qualità di vita e la risposta delle terapie. Quello che noi chiediamo alle istituzioni è che possono essere istituiti percorsi nutrizionali nella maggior parte delle nostre aziende sanitarie affinché si possa diagnosticare in tempo la malnutrizione e non avere il quadro di una cachessia avanzata dove le chance dei pazienti a quel punto risultano essere particolarmente ridotte».
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