In Italia sono oltre 400mila i minorenni vulnerabili in carico ai servizi sociali e tra questi ben 77.493 sono vittime di diverse forme d’abuso. A mettere nero su bianco i numeri di questa drammatica realtà è la seconda indagine sul tema dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, realizzata da Terre des Hommes e Cismai. Ma queste cifre potrebbero essere del tutto sottostimate e rappresentare solo la punta dell’iceberg. Allargano lo sguardo fuori dai nostri confini la situazione peggiora: ogni anno nel mondo un miliardo di bambini tra i due e i 17 anni è vittima di una forma di violenza, ovvero uno bambino su due. In Europa si stima che almeno 55 milioni di bambini abbiano sperimentato una forma di maltrattamento. Si stima inoltre che ogni anno 15,2 milioni di piccoli siano vittima di una forma di maltrattamento.
L’Ospedale universitario di Padova, su mandato di Terres des Hommes, ha realizzato una ricerca su un ‘Modello di centro ospedaliero per la diagnosi del maltrattamento infantile’ che evidenzia come nel corso degli anni l’ospedale abbia assunto un ruolo di primo piano nel contrasto al maltrattamento infantile. Si tratta di un fenomeno riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità come un problema di salute pubblica e considerato nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), seppure non ci sono indicazioni univoche che prevedano in ogni regione un presidio ospedaliero avanzato e dotato di personale specializzato, linee guida necessarie alla sua corretta diagnosi e intercettazione. Lo studio ha coinvolto quattro strutture della Rete ospedaliera per la prevenzione del maltrattamento infantile (Meyer di Firenze, Ospedale universitario di Padova, Santobono di Napoli, Policlinico Giovanni XXIII di Bari), promossa dalla Fondazione Terre des Hommes, dove sono stati analizzati gli elementi di forza e debolezza delle differenti modalità organizzative e gestionali. E alla luce delle soluzioni proposte a livello internazionale, sono stati sintetizzati i requisiti necessari che oggi dovrebbe avere un servizio ospedaliero per la diagnosi del maltrattamento infantile. Dai dati emerge che i 185 operatori intervistati, il 97,8%, non ritiene che il maltrattamento debba essere di pertinenza esclusiva di psicologi e assistenti sociali, e il 91,9% lo riconosce un argomento di interesse medico.
Lo studio evidenzia anche l’importanza di investire sulla formazione capillare in materia, in quanto il 57,6% dei medici e psicologi risulta non averla mai ricevuta. Solo il 14% degli intervistati ha, infatti, riconosciuto il maltrattamento, sospettandolo correttamente in un gruppo di situazioni presentate dalla survey, e l’11% ha giustamente sospettato un maltrattamento quale possibile diagnosi differenziale, dinnanzi a sintomi e segni rilevabili nella pratica clinica. Rispetto alla conoscenza e relazione operativa con il team dedicato al maltrattamento esistente nel proprio ospedale, la maggioranza ne era informato e nel 56,6% ha confermato di essersi rivolto ad esso. Secondo l’intervista fatta poi a 15 ‘testimoni privilegiati’ (figure selezionate dai referenti dei singoli centri per competenza), emerge chiara e compatta la visione per cui il maltrattamento debba trovare spazio in un servizio ospedaliero, mentre vi è spaccatura circa la modalità organizzativa che esso dovrebbe avere. La maggioranza dei testimoni privilegiati concorda sul ruolo che il pediatra deve assumere quale referente/coordinatore di queste unità, e riconosce l’importanza chiave della multidisciplinarietà per disporre di esperti di varie specialità anche esterni al servizio dedicato. Lo studio si chiude richiamando poi il ruolo centrale della Regione, che deve inquadrare il servizio ospedaliero dedicato al maltrattamento all’interno di una cornice programmatoria, per garantirne identità, credibilità, risorse mirate, nonché tariffe specifiche.
“Con questo lavoro, Terre des Hommes vuole offrire ai policy maker un contributo tecnico utile a stimolare politiche nuove nella protezione dei minori dalla violenza, che permetta la nascita di servizi ospedalieri per la diagnosi del maltrattamento infantile in ogni regione, in linea con le avanguardie internazionali di contrasto al fenomeno”, afferma Federica Giannotta, responsabile Advocacy e programmi Italia Terre des Hommes . Per Melissa Rosa Rizzotto, dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, “l’approccio al tema della violenza e del maltrattamento per tutte le fasi della vita, ed in modo particolare per l’infanzia, richiede un cambiamento culturale profondo: l’ospedale può giocare un ruolo chiave in questa sfida, sviluppando esperienze cliniche e percorsi strutturati basati su evidenze scientifiche e formulando diagnosi sempre più precoci e accurate, utili a sviluppare azioni di prevenzione efficaci”, conclude.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornati