Il Presidente della Federazione Ordini dei farmacisti italiani (Fofi) a margine del convegno “La sanità per la terza età” ha dichiarato: «Farmacista e farmacia dei servizi al centro del nuovo modello di sanità di prossimità»
Durante la pandemia ha preso il via, con successo, la sperimentazione della farmacia dei servizi: un’evoluzione del ruolo del farmacista e una grande opportunità per i cittadini. Non solo dispositivi di sicurezza, esecuzione dei tamponi per la ricerca del Sars-CoV-2 e adesione alle campagne vaccinali anti Covid e antinfluenzali. In questi due anni la farmacia ha risposto con tempestività alle nuove esigenze di salute dei pazienti provocate dall’emergenza sanitaria. Ha offerto nuovi servizi e potenziato quelli già esistenti diventando un presidio sanitario di prossimità fondamentale per le persone: prevenzione, erogazione di screening e vaccini, aderenza terapeutica, supporto alla cura.
«La farmacia dei servizi aggiunge alle prerogative peculiari del farmacista, quelle della dispensazione, quelle prestazioni che ora sono diventate necessarie. Penso ai tamponi, che reteranno a prezzi calmierati – ha detto Mandelli ai microfoni di Sanità Informazione – ai due milioni e mezzo di vaccinazioni per il Covid che abbiamo fatto e a quelle per l’influenza. Ma anche al grande supporto della telemedicina. Abbiamo avuto il 110% di aumento di richieste di elettrocardiogrammi. Tantissima gente salvata con la tempestività di esami così importanti».
Secondo il presidente della Federazione Ordini dei farmacisti italiani il farmacista di comunità può continuare a dare un grande contributo all’assistenza sanitaria territoriale e al SSN. «Il concetto di aiuto al cittadino – ha evidenziato – diventa ancora più forte con il farmacista che rappresenta davvero la prossimità di cui si parla tanto in questo momento».
Ma c’è ancora da vincere «la grande partita delle vaccinazioni»: Rammentare che è la vera risposta a questa pandemia non mai superfluo – ha specificato Mandelli – seppur con un numero elevato di contagi la situazione è gestibile ma abbiamo bisogno che la gente si convinca che è giusto vaccinarsi. Per le persone anziane e per i fragili l’opportunità è da cogliere al volo e poi prepariamoci al prossimo autunno per un richiamo come quello dell’influenza. Prendiamo questa abitudine perché per combattere il virus abbiamo dimostrato che vaccinarsi è la via maestra».
La gestione dell’emergenza coronavirus da parte della Regione Lazio è stata definita più volte efficace ed efficiente. «Anche le RSA hanno lavorato benissimo – ci ha tenuto a specificare Jessica Faroni, presidente Aiop Lazio. Nel Lazio la mortalità è stata bassissima, i dati che si riferivano ad un 50% dei casi nelle RSA sono falsi. Siamo intorno al 7% e non sempre dovuta a Covid». Rivedere i nuovi criteri di gestione delle RSA e degli accreditamenti «può essere uno stimolo per medicalizzare di più le RSA. Prima, però, rivedrei le modalità di accesso nebulose e burocratizzate. A volte è impossibile entrare».
E per sostenere e potenziare le attività di aggregazione e socializzazione degli anziani in queste strutture, la Faroni chiede «una tariffa più alta per poter permettere a chi si occupa di questo di dare un’assistenza maggiore. Non parlo solo di medicine ma di tutto il resto. Noi, spesso, a spese ci occupiamo di organizzare occasioni di svago. Vanno dal teatro al circo, passando per la produzione di libri di ricette per arrivare a capire come si fa l’orto. Dedicherei una parte anche a questo» ha concluso.
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