Restrizione calorica, omega 3 e polifenoli: è la ricetta del ricercatore e biochimico americano, venuto a Roma per partecipare al Congresso Internazionale “La nutrizione negli anni 2000”, organizzato dall’Ordine Nazionale dei Biologi
«Il primo beneficio è che si vive più a lungo, il secondo è che si vive meglio», si tratta della Dieta Zona e a parlare è Barry Sears, famoso ricercatore e biochimico americano presidente della Inflammation Research Foundation, specializzato nel controllo dietetico delle risposte ormonali e ideatore della seguitissima dieta. «Chi non vorrebbe vivere meglio e vivere più a lungo, aumentando la qualità di vita? – Domanda retoricamente il ricercatore ai microfoni di Sanità Informazione. «Questo è il beneficio. Migliore qualità di vita, una vita funzionale più lunga».
Il professor Sears, tra i massimi esperti nel campo del controllo della risposta ormonale attraverso la dieta, è stato tra i relatori del Congresso Internazionale “La nutrizione negli anni 2000”, organizzato a Roma dall’Ordine Nazionale dei Biologi. Il Congresso ha riunito ricercatori provenienti da tutto il mondo per fare il punto tra ciò che la scienza dell’Alimentazione ha convalidato sino ad oggi e gli scenari futuri. I lavori sono stati aperti dalle relazioni degli ideatori dei due regimi alimentari maggiormente utilizzati: la dieta Mima Digiuno del professor Valter Longo e appunto la Dieta a Zona di Barry Sears. A quest’ultimo, che abbiamo avuto l’occasione di intervistare, abbiamo chiesto quali sono le differenze sostanziali che ci sono tra i due modelli alimentari.
«Entrambi gli approcci alimentari hanno una cosa in comune: la restrizione calorica – ha spiegato il biochimico -. Minori le calorie assunte, maggiori sono la possibilità che il nostro organismo attivi dei processi di guarigione che consentono di affrontare le malattie croniche. Ma la differenza con la Dieta Zona è la restrizione calorica continua, senza fame né affaticamento. Il programma del dottor Longo prevede la possibilità di mangiare qualunque cosa per 25 giorni al mese e di limitare l’assunzione di calorie per 5 giorni. Sarebbe sufficiente questo. Io credo che un programma che limiti le calorie in modo continuo sia in grado di invertire il processo della malattia».
«Oltre alla dieta, – continua Sears, che spiega il ruolo chiave della Dieta Zona come strategia alimentare antinfiammatoria – ci sono altri due fattori chiave per attivare la risposta di guarigione dell’organismo: aggiungere alla dieta una quantità adeguata di acidi grassi omega 3, che sono gli elementi costitutivi di quegli ormoni che spengono l’infiammazione; il secondo fattore sono i polifenoli, quelle sostanze chimiche che danno alla frutta e alla verdura il loro colore, che sono necessari in quantità adeguata per riparare il danno che è stato causato dall’infiammazione».
Un regime alimentare adatto anche ai più piccoli. «Quando il bambino ha meno di 9 mesi, quando è ancora nel grembo della madre, la dieta della mamma influenzerà molti fattori per tutta la vita del bambino. La Dieta Zona – continua Barry Sears – non è un programma alimentare per perdere peso, ma è un programma per ridurre l’infiammazione. Quindi prima si inizia a seguire il programma, che sia già dall’interno del grembo materno o a 99 anni, più si riduce l’infiammazione e aumenta la longevità. È un regime alimentare da seguire per tutta la vita e questa, di fatto, è la radice della parola dieta, che vuol dire stile di vita. La dieta a zona è uno stile di vita per controllare l’infiammazione e per rafforzare la capacità dell’organismo di guarire e di vivere più a lungo».