«Dignità, ascolto e rispetto, valori alla base del sapere e dell’agire infermieristico. Diamo avvio a rete per accesso alle cure palliative e terapia del dolore». Così la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli
«La nostra professione si realizza nell’incontro con l’assistito indipendentemente dal credo religioso, politico e dalle questioni di genere». Lo dichiara Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche a margine della presentazione a Roma del Manifesto Interreligioso dei Diritti nei Percorsi di Fine Vita, promosso dalla Asl Roma 1, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e dal Tavolo Interreligioso di Roma.
In occasione dell’incontro che ha visto confrontarsi cristiani, ebrei, musulmani, induisti e buddisti sul delicato tema del Fine Vita, la presidente Fnopi ha sottolineato l’importanza della funzione dell’infermiere nell’alleanza terapeutica e quanto la categoria abbia un ruolo di primo piano non solo nell’approccio di cura, ma anche nel contatto umano con il paziente. «Ora dobbiamo dare applicazione a questo importante Manifesto – sottolinea -, bisogna dotarsi di concreti strumenti di lavoro e noi infermieri stiamo già facendo la nostra parte, ad esempio, sul fronte delle cure palliative, il cui accesso deve essere un diritto imprescindibile da tutelare in ogni sede».
«Sicuramente la nostra professione ha un valore importantissimo nella relazione con l’assistito – prosegue -, perché l’assistenza infermieristica si realizza nell’incontro con l’altro e con tutto il suo insieme di valori, principi e diversità». Proprio per queste ragioni la Federazione «vuole aderire al Manifesto e sottoscriverlo il prima possibile per garantire i diritti, le cure, il rispetto e la dignità del paziente» che si trova nella fase finale della vita in strutture sanitarie.
«Il momento del Fine Vita è una fase particolarissima nel percorso di ogni persona indipendentemente dal suo credo religioso, sia essa adulta che bambina – prosegue la Mangiacavalli -. Ed è un momento in cui l’infermiere è presente, forse più di altre figure professionali, per ruolo, per funzione e per responsabilità assistenziale».
Per riuscire ad essere sempre all’altezza di questo compito «cerchiamo di migliorare e rendere più mature le nostre risorse – conclude -, grazie ad una formazione continua non solo sugli aspetti sanitari ma anche culturali, etici e deontologici».