Bernardo (Direttore Medicina dell’Infanzia Fatebenefratelli-Sacco-Buzzi): «Il buon senso deve andare oltre la legge, ma opportuno dotare le scuole di un saturimetro per monitorare l’ossigenazione del sangue»
Niente mascherina in classe se questa dà problemi respiratori. A stabilirlo è il Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso dei genitori di una bambina di 9 anni che al termine delle lezioni presentava una ossigenazione al 92%. Per i magistrati, il Ministero della Salute non ha fornito prova della validità scientifica della mascherina ai fini del contenimento della diffusione del virus. Un giudizio che spacca l’opinione pubblica: sono infatti oltre 500 i genitori di minori che hanno creato un gruppo contro le misure adottate, mentre i medici invitano alla prudenza.
Luca Bernardo, Direttore del Dipartimento di Medicina dell’Infanzia e dell’Età Evolutiva dell’ASST Fatebenefratelli-Sacco-Buzzi di Milano e consulente del Miur, spiega il corretto utilizzo della mascherina chirurgica: «Il mio consiglio è che vada portata – sottolinea Bernardo -. Non entro nel merito del Consiglio di Stato, che è la massima autorità, però credo che la maschera chirurgica sia molto importante da portare indipendentemente dall’età».
«Certo – aggiunge – non mi riferisco ai bambini molto piccoli, ma per quelli in età scolare è utile perché protegge chi è positivo, e non sa di esserlo, ma è ugualmente contagioso. Ricordo, infatti, che la trasmissione può avvenire da adulti a bambini, e viceversa. Si è visto addirittura che i bambini possono trasmettere il virus più facilmente degli adulti. Quindi a volte il buon senso deve andare oltre la legge».
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità da 0 a 5 anni la mascherina non deve essere indossata, dai 6 agli 11 anni occorre tenere conto della situazione epidemiologica scolastica, oltre i 12 anni è obbligatoria come per gli adulti. Sempre necessaria, inoltre, per minori che soffrono di patologie croniche, fibrosi cistica, immunodeficienze e tumori. In questi casi per monitorare un’eventuale insufficienza respiratoria per uso prolungato della mascherina, il professor Bernardo suggerisce per le scuole l’adozione di un saturimetro.
«La presenza di uno strumento per rilevare l’ossigenazione nel sangue sarebbe molto utile per capire quando esiste una reale difficoltà respiratoria o quando invece, nonostante una saturazione normale (98,99%), il bambino mostra malessere – spiega il medico -. Allora il problema potrebbe essere di natura psicologica. Di fronte a tale eventualità, è indispensabile rassicurare il bambino, tranquillizzarlo e spiegare perché è utile indossarla. In ogni caso il saturimetro permette, insieme al controllo della temperatura, di avere due dati importanti per l’ingresso a scuola», conclude Bernardo.
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