Triassi (Federico II): «Nella stagione delle allergie il disagio è notevole. Ma vietato abbassare troppo la guardia»
Mascherine e caldo, a scuola sì o no? L’estate è alle porte ed anzi in gran parte della penisola, guardando ai termometri, sembrerebbe già arrivata. E per la terza estate di fila ci tocca, per fortuna in sempre meno situazioni, convivere con l’obbligo o la raccomandazione (che in molti casi si trasforma in una sorta di obbligo sociale) di indossare la mascherina. Complici le varianti sempre meno “cattive” ed il fatto che la stragrande maggioranza della popolazione è consapevole di avere ormai una discreta dose di anticorpi (per il vaccino, per aver già contratto l’infezione, in molti casi entrambe le cose) l’insofferenza verso le mascherine aumenta e con il caldo può essere davvero difficile adeguarsi all’obbligo o alla raccomandazione.
Il Codacons ha depositato venerdì scorso un formale ricorso al Tar del Lazio, in cui si chiede di sospendere gli atti del Governo che impongono agli studenti di utilizzare la mascherina fino al termine dell’anno scolastico. La ragione nella «manifesta sproporzione del provvedimento e l’illegittima disparità di trattamento tra luoghi pubblici».
Il Codacons ha ribadito che si tratta di una situazione paradossale in quanto gli studenti sono obbligati a indossare la mascherina a scuola, ma poi possono toglierla al ristorante o in discoteca. «Una illegittima disparità di trattamento tra studenti e lavoratori, un atto amministrativo illogico e non fondato su alcuna motivazione razionale – è scritto nel ricorso al Tar di cui l’Adnkronos ha preso visione in anteprima – Ancora una volta si verifica un eccesso di potere».
Nei giorni scorsi la FNOMCeO si è espressa piuttosto favorevolmente sulla proposta della Lega di eliminare l’obbligo delle mascherine a scuola per quest’ultimo mese di lezione. «Sicuramente la situazione è migliorata e a scuola si possono tenere le finestre aperte per un buon ricircolo d’aria. Con queste condizioni, compresa però la possibilità di distanziamento in classe, si può pensare ad eliminare le mascherine a scuola. Certo, io aspetterei un’altra settimana per stabilizzare ancora di più la situazione» – ha affermato alle agenzie di stampa il presidente FNOMCeO Filippo Anelli.
Sulla stessa linea d’onda la professoressa Maria Triassi, Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli, già direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica nello stesso ateneo. Ecco cosa ha dichiarato ai nostri microfoni sul tema.
«Credo che ai primi di giugno, con l’innalzarsi delle temperature, si potrà ben ragionare sull’opportunità di eliminare l’obbligo per gli alunni di mantenere le mascherine a scuola con il caldo. Sempre che – ricorda la professoressa – nei luoghi interessati ci sia la possibilità di garantire un buon ricambio dell’aria e un sufficiente distanziamento. Del resto anche il Ministero – sottolinea – ha optato per una raccomandazione, e non più l’obbligo, di mantenere la mascherina nei luoghi chiusi (eccetto cinema, teatri e mezzi di trasporto dove l’obbligo è ancora in vigore). Allo stesso modo – suggerisce Triassi – nelle scuole la Direzione Scolastica, previa valutazione del rischio dato dal livello di affollamento delle aule e le condizioni di ricambio dell’aria, potrebbe decidere la linea da adottare caso per caso».
«È comunque importante – afferma Triassi – mantenere alta l’attenzione sul mantenimento di comportamenti precauzionali: il virus circola ancora, sebbene con manifestazioni cliniche perlopiù lievi soprattutto per la fascia d’età scolare, e non siamo ancora nella fase del “liberi tutti”».
«Tenere su le mascherine con il caldo può creare un vero disagio: non dimentichiamo – osserva la professoressa – che in questo periodo dell’anno si manifestano le maggiori reazioni allergiche, con riniti, asma e in qualche caso difficoltà respiratorie. Disturbi che già creano disagio di per sé – conclude – e sopportarli con indosso la mascherina, che in ogni caso riduce l’ossigeno immesso nell’organismo aumentando l’inalazione di anidride carbonica, sarebbe davvero difficile».
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