I consigli di Antonino Di Pietro, direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano, che avverte: «La pelle è sentinella del virus per gli asintomatici. Attenzione a vescicole, eritemi e lesioni agli arti»
Acne e dermatite seborroica. Chi non usa correttamente la mascherina va incontro a questi rischi. L’inizio della scuola e l’obbligo per i ragazzi di tenere in classe la protezione anti Covid accende il dibattito su un problema collaterale del virus che non deve essere sottovalutato, come ha evidenziato il noto dermatologo Antonino Di Pietro incontrato all’Istituto Dermoclinico Vita Cutis a Milano.
«I giovani rispetto agli adulti hanno una pelle più problematica soprattutto nella fase della pubertà – spiega –. In particolare, gli adolescenti dagli 11 ai 20 anni possono avere qualche problema in più se hanno una predisposizione all’acne e quindi alle follicoliti, perché il caldo umido può indebolire la cute, favorire il processo infiammatorio e infettivo che è legato all’acne. Questo può accentuarsi anche per un cattivo uso della mascherina: in tal caso i batteri che restano sulla superficie in quantità abbondante, possono anche restare attaccati alla mascherina, soprattutto quando si utilizzano le mascherine di stoffa e se non viene lavata tutti i giorni. Anche toccare continuamente il viso può essere un ulteriore fattore di rischio».
«Negli adulti invece – precisa il medico – l’uso prolungato della mascherina potrebbe alimentare una patologia già frequente che colpisce uomini e donne dai 20 ai 30 anni in su: la dermatite seborroica, che interessa il 7-8% della popolazione adulta. Essa si manifesta con un arrossamento e una desquamazione ai lati del naso, sulla fronte, tra le sopracciglia nella zona della glabella e dell’attaccatura dei capelli».
«La dermatite seborroica – aggiunge – in una situazione in cui aumenta il caldo umido può peggiorare e questo è un altro fenomeno che abbiamo osservato in questi mesi. Per fortuna ci sono rimedi come lavare il viso con detergenti poco aggressivi che devono essere poveri di tensioattivi, ovvero che fanno poca schiuma. Si possono usare al posto del latte detergente a risciacquo che può eliminare particelle di sporco e di sebo in maniera delicata».
«Esistono poi creme antisettiche per evitare la crescita dei batteri. Recentemente stiamo utilizzando creme contenenti alusil, che è un complesso antibatterico naturale e quindi non è un farmaco, e può essere utilizzato in creme anche per periodi lunghi. In caso di dermatite seborroica si ottengono ottimi risultati con nuovi principi attivi ed il più recente è l’alukina, un composto in grado di regolare la quantità di sebo e con un’azione antinfiammatoria decisamente interessante. Anche in questo caso non si tratta di un farmaco e può essere utilizzato per lunghi periodi con ottimi risultati», spiega Di Pietro.
Attenzione dunque alla pelle che, oltre alle dermatiti da uso non corretto della mascherina, può essere un indicatore del virus con eruzioni cutanee simili a vescicole da varicella o ponfi da orticarie, mentre nei bambini sono stati osservati arrossamenti e lesioni alle estremità di mani e piedi che si ritrovano nelle vasculiti, tipiche espressioni della malattia di Kawasaki.
«Il virus colpisce soprattutto i vasi sanguigni – spiega Di Pietro -. Anche la pelle risente di questa infezione perché vengono colpiti i vasi sanguigni che nutrono il derma. Queste lesioni possono essere dolorose, a volte si avverte formicolio e fastidio perché è una sofferenza del micro-ciclo dei capillari. Quindi la zona diventa ipossica perché arriva meno ossigeno e può portare anche a delle necrosi tessutali. Si tratta soprattutto di infezioni cutanee che colpiscono soggetti asintomatici di giovane età: bambini e ragazzi».
«Cosa fare? Bisogna frenare il processo infiammatorio, la cosiddetta cascata citochinica che consegue all’infezione e all’interessamento dei vasi – risponde il dermatologo -. Abbiamo visto che in alcuni casi è utile l’eparina per evitare i trombi che si verificano in questa situazione e dei vaso-protettori per aiutare il microcircolo anche banalmente massaggiando le mani per favorire la circolazione ed evitare il ristagno. Al momento non esiste ancora una terapia codificata. Questo vale sia a livello generale per infezione da Covid, sia a livello cutaneo. Per fortuna queste lesioni sono transitorie, guariscono senza lasciare esiti e questo è positivo», conclude.
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