Incerti sulle modalità di esame e preoccupati per il futuro. I maturandi del 2020 subiscono l’effetto pandemia e guardano all’ultima prova pieni di stress e angoscia. I risultati dell’indagine dell’Associazione Nazionale Di.Te.
Studenti stressati e pieni di ansia per il futuro. La maturità 2020, profondamente influenzata dalla pandemia, fa paura a tanti ragazzi. Oltre l’83% dice di fare fatica a concentrarsi nello studio, dopo tre mesi di didattica a distanza e in preparazione del maxi-orale finale in presenza.
L’indagine condotta dall’Associazione Nazionale Di.Te con Skuola.net su 10.567 studenti, fotografa i giovani italiani confusi e preoccupati. Il 45% usa la parola “disperato” per descriversi mentre tenta di studiare, il 52% di non provare alcuna gioia nel concludere il suo percorso di studi. Mentre il 47% lamenta la tristezza di non aver potuto condividere il momento con i compagni di classe, a causa del lockdown.
Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta e presidente Di.Te., parla di livelli di ansia molto superiori rispetto agli anni scorsi. A cui si vanno ad aggiungere le informazioni contrastanti arrivate ai ragazzi sulle modalità dell’esame, chiaritesi solo a ridosso della prova. Modalità su cui oltre il 95% dei ragazzi si sente insicuro, specie per via della preparazione in DAD.
L’orale in presenza, inoltre, non sembra essere la soluzione preferita dagli studenti. La maggior parte di loro avrebbe preferito concludere il percorso da remoto. L’idea di tornare nell’edificio scolastico solo per affrontare la “prova più difficile”, nonostante la semplificazione, non li rende tranquilli.
Un’incertezza che si lega a filo doppio con un peggioramento dello stato psico-fisico dei maturandi. Uno su due dichiara di non riuscire a concentrarsi, uno su tre di soffrire di insonnia e più di uno su quattro accusa i tipici sintomi del panico: senso di soffocamento e battito cardiaco accelerato.
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Sono le ragazze a soffrire di più, con un disavanzo che va da 15 a 27 punti percentuali. Un quadro a cui si aggiungono anche le aspettative dei genitori e quelle legate al futuro. Per il 60% delle ragazze il “dopo liceo” è un territorio che genera ansia costante. Un sentimento che in alcuni degenera in angoscia e in pensieri molto negativi riguardo loro stessi.
«Se i giovani non riescono a desiderare un domani, a progettarlo – avverte Lavenia – se non avvertono più la speranza di poter esprimere il loro talento della società è un problema da non sottovalutare. Sarà necessario intervenire quanto prima con azioni di supporto».
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