«Un medico che sconsiglia i vaccini è come un poliziotto della stradale che incoraggia il cittadino a guidare ubriaco» lo dichiara il virologo divenuto una ‘star’ del web per la sua battaglia pro-vax
«Un ruolo fondamentale nell’istruire e guidare i genitori sull’argomento vaccini (e non solo) è quello del medico di base: questa figura è indispensabile per trasmettere un messaggio corretto» lo dichiara il virologo Roberto Burioni, Professore Ordinario di Microbiologia e Virologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Vita-Salute San Raffaele in occasione del Congresso della FIMMG organizzato di recente a Cagliari.
«Il medico di famiglia deve ‘sfruttare’ la fiducia che i pazienti hanno nei suoi confronti – prosegue Burioni che combatte da anni una risoluta battaglia contro gli anti-vax divenendo, soprattutto sui social, il ‘paladino’ della difesa dei vaccini -. Voglio sottolineare che i medici di famiglia sono i professionisti sanitari più vicini ai pazienti: li vedono spesso, vivono insieme le fasi della vita, questo rapporto deve essere lo strumento utile a persuadere le famiglie dell’utilità e dell’efficacia delle coperture vaccinali che rendono la nostra comunità più forte e sicura».
«D’altronde ‘la scienza non è democratica’ – spiega Burioni che più volte ha ribadito questo concetto divenuto oramai un ‘dogma’ della sua battaglia pro vaccini -. Io non metto in dubbio la ‘democrazia’, ma su alcuni temi ritengo non ci siano differenti interpretazioni. Mi spiego: sul numero di giocatori di una squadra di calcio ci sono da fare delle valutazioni? In campo si gioca in undici, di questi undici solo dieci possono toccare il pallone con i piedi e uno soltanto può utilizzare le mani. Possono esserci di queste regole del gioco differenti interpretazioni? No. La risposta è negativa. Così per i vaccini: esiste solo una interpretazione e questa va rispettata».
«Dunque, chi racconta bugie sui vaccini dicendo che non sono efficaci racconta delle menzogne molto pericolose. Ecco che di conseguenza, se questo ‘qualcuno’ è per giunta un medico, allora dovrebbe immediatamente scattare l’esonero dall’ordine professionale. L’espulsione in questi casi è l’unica strada. Un medico scettico sui vaccini è come un poliziotto della stradale che incoraggia a guidare ubriachi».
In ogni caso, prosegue Burioni, «nonostante le varie resistenze iniziali, siamo a due mesi dall’obbligo e il primo bilancio che possiamo fare è sostanzialmente positivo. Certo, si tratta di dati preliminari su cui è prematuro fare delle valutazioni definitive, tuttavia questi risultati fanno ben sperare: mi auguro che andando avanti questa tendenza molto positiva si confermi».