La prima giornata coinvolgerà tutti i dirigenti sanitari, la seconda toccherà gli anestesisti. Mercoledì 17 ottobre sit-in a Montecitorio. Grillo: «Il contratto sottoscritto non aveva le coperture. Siamo al lavoro per trovarle»
I sindacati della dirigenza medica hanno deciso la data dello sciopero di 24 ore: sarà il 9 novembre. Si asterranno dal lavoro i medici e tutti gli altri dirigenti sanitari del Ssn (Farmacisti, Veterinari, Biologi, ecc.).
La seconda giornata di sciopero di 24 ore è prevista il 23 novembre 2018 ed è stata proclamata dall’AAROI-EMAC (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza Area Critica) che, in accordo con le altre Sigle Sindacali ed in linea con una mobilitazione articolata su più giornate di sciopero, mira a concentrare particolarmente in questa data la protesta dei medici che rappresenta.
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Alla base della protesta dei camici bianchi non c’è solo il mancato rinnovo del contratto ma anche altre questioni da mesi al centro del dibattito: l’insufficienza del finanziamento previsto per il Fondo sanitario nazionale del 2019, in relazione alla garanzia dei Lea ed agli investimenti nel patrimonio edilizio sanitario e tecnologico, il mancato incremento dei fondi per le assunzioni, le poche risorse per gli investimenti per ammodernare ospedali e ambulatori e la mancata stabilizzazione dei precari oltre al mancato finanziamento aggiuntivo per i contratti di formazione specialistica.
Tante criticità che hanno spinto i rappresentanti dei lavoratori a indire la protesta. Oggi il ministro della Salute Giulia Grillo, ospite di SkyTg24, è intervenuta sul tema rimarcando che il problema nasce dalle previsioni dello scorso governo: «I medici – ha detto Grillo – sciopereranno in base a un contratto che hanno sottoscritto con un Governo dimissionario di lì a poco, nel mese di aprile scorso, e che non aveva tutte le coperture. Adesso stiamo cercando di trovarle. Però dobbiamo anche dire che, con un contratto senza tutte le coperture, si sarebbero dovuti prevedere già da prima grossi problemi. Questo non toglie l’impegno mio e del Governo di trovare le risorse necessarie a chiudere definitivamente il contratto».
La protesta è stata indetta da tutte le sigle dell’intersindacale medica: Anaao Assomed – Cimo – Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn – Fvm Federazione Veterinari e Medici – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) – Cisl Medici – Fesmed – Anpo-Ascoti-Fials Medici – Coordinamento Nazionale delle Aree Contrattuali Medica Veterinaria Sanitaria Uil Fpl.
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«I Medici, i Veterinari, i Dirigenti sanitari del SSN hanno bisogno di risposte certe sui nodi irrisolti da molto tempo, pena il prolungarsi di una stagione conflittuale che rende incerto l’accesso alle cure – si legge in una nota dell’Intersindacale – Il valzer delle cifre sui fondi aggiuntivi richiesti per la sanità deve trovare al più presto un punto di caduta e un serio impegno da parte del Governo e delle Regioni, per affrontare le criticità che stanno portando al collasso il sistema sanitario, prima fra tutte la corsa al pensionamento e la fuga dei medici ospedalieri verso il privato, nati dal disagio lavorativo crescente e dall’assenza persistente di un rinnovo contrattuale. È in gioco non solo il futuro di un lavoro al servizio di un bene costituzionalmente tutelato, ma anche quello della sanità pubblica e nazionale».