Negli ultimi quattro anni l’esodo ha riguardato 5mila giovani. All’estero, soprattutto in Inghilterra, trovano lavoro e guadagni. E fanno anche carriera.
Nell’immaginario collettivo il dottore arriva con la sua borsa piena di tutto il necessario per la visita. Il futuro porta a pensare che quell’ingombro possa essere sostituito da uno smartphone o da un tablet, ma il presente – per i medici italiani – è, invece, una pesante valigia carica di rabbia e amarezza. I dati sono, infatti, ancora impietosi: dal 2009 al 2013 sono oltre 5mila i medici italiani emigrati all’estero.
Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni Italiane, durante la presentazione del Rapporto Osservasalute 2013, ha commentato questa notizia con toni piuttosto duri: “Non se ne stanno andando per scelta o di propria volontà – ha detto – ma è il sistema che li sta cacciando”. I motivi di un vero e proprio esodo di massa sono noti da tempo e proprio per questo la polemica imperversa. In media, ogni anno, si laureano in Medicina 8mila persone, ma ci sono solo 3mila posti nelle scuole di specialità: ci sono, dunque, circa 5mila neo-medici l’anno con un futuro incerto. Altri Paesi – per loro fortuna – sono pronti ad accoglierli con contratti allettanti.
Ma dove vanno i medici italiani? Il fenomeno è in rapida evoluzione e si fatica ad avere stime ufficiali. Seguendo la mappa di forum e gruppi che spuntano come funghi su internet e sui social network, dove si creano vere e proprie comunità di camici bianchi italiani all’estero, si nota come l’Inghilterra sia la meta più gettonata. In tanti scelgono anche Svizzera, Francia e Germania anche se, a quanto pare, la nuova “Eldorado” dei medici in fuga potrebbe diventare la Svezia. Ricciardi chiude il suo intervento con una provocazione: “Presto ci potremmo ritrovare a dover andare all’estero per farci curare dai nostri medici”. Sempre più giovani decidono di terminare la specializzazione in Gran Bretagna, allettati non solo da maggiori possibilità di trovare un impiego, ma anche da stipendi superiori e perfino opportunità di fare rapidamente carriera. Il veneziano Simone Speggiorin è diventato una sorta di icona in questo senso: ad appena 36 anni è il più giovane cardiochirurgo a capo di un’unità (l’equivalente del primario italiano) di tutta l’Inghilterra.
Ma c’è anche un altro problema che investe la sanità italiana. Secondo i dati dell’Ocse i medici italiani sono tra i più vecchi del mondo (il 43% dei medici in attività ha più di 55 anni) e solo il 9% degli under 35 ha un impiego in campo sanitario. Anche questo è alla base dell’esodo dei giovani verso l’estero e, tra qualche anno, si potrebbe essere costretti a reclutare medici stranieri. E sarebbe l’ennesima beffa.