Presentata alla Sapienza l’associazione no profit composta da 50 medici impegnati nella solidarietà provenienti da tutta Italia
Medici “malati” di calcio così amano definirsi i componenti della Nazionale Italiana Dottori di calcio, professionisti della salute che legati dalla passione per il calcio hanno aderito al progetto di portare all’attenzione, mediante eventi sia culturali che sportivi, problematiche relative alla disabilità, alle malattie genetiche rare, alla prevenzione, al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. La Nazionale Italiana Dottori di calcio, composta da circa 50 medici, provenienti da varie regioni di Italia, che prestano la loro opera presso strutture sanitarie universitarie e ospedaliere, nonché sul territorio come medici di base, è stata presentata oggi presso il Rettorato della Sapienza di Roma.
La squadra è composta da medici provenienti in prevalenza dai policlinici universitari della Sapienza, di Tor vergata e del Gemelli. Un gruppo di dottori molto affiatato ed eterogeneo sia per competenze specialistiche (sono pressoché rappresentate tutte le diverse branche della medicina), sia per età (giovani medici ai primi anni di specializzazione come il ventiseienne Andrea Fisicaro specializzando in Fisiatria e medici alla soglia della pensione come il decano del gruppo il sessantacinquenne infettivologo Vito Trinchieri).
“Questo progetto si inserisce nell’ambito delle numerose iniziative che Sapienza sta portando avanti – spiega la rettrice Antonella Polimeni – per promuovere i principi di solidarietà e inclusione attraverso tutti gli strumenti disponibili. La nostra comunità universitaria è impegnata da tempo alla diffusione tra i giovani della cultura dello sport come mezzo per trasmettere valori sociali e stili di vita sani. Lo sport stesso rappresenta in tutte le sue declinazioni un modello universale che accomuna tutti e che contribuisce ad affrontare al meglio il proprio percorso formativo e umano.”
“La Nazionale Italiana Dottori – dice il presidente del Comitato Paralimpico Italiano, Luca Pancalli – è una iniziativa che va salutata con grande favore e con grande rispetto, perché è un’ulteriore testimonianza di quanto lo sport possa essere un veicolo di sensibilizzazione sociale e di quanto in questo paese ci sia ancora necessità di interventi tesi a sensibilizzare su temi di solidarietà importanti. Per questo motivo credo che oggi si sia aggiunto un attore protagonista in quel rettangolo di gioco dove si gioca la partita della solidarietà perché ne abbiamo bisogno e allo stesso tempo spero possa essere di sensibilizzazione a tante persone che guardano a queste iniziative a volte con superficialità e dobbiamo sottolinearne tutta l’importanza”. Il Presidente della Nazionale Italiana Dottori, Vito Trinchieri, crede “fermamente che lo sport possa essere un veicolo ottimale per ottenere risultati difficilmente raggiungibili in altro modo. Per questo motivo abbiamo deciso di togliere il camice e scendere sui campi di calcio in prima persona per cercare di dare il nostro contributo”.
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