Salute 8 Marzo 2021 17:20

Medicina di genere, Daiichi Sankyo e Onda supportano la formazione dei medici per una “Cardiologia al Femminile”

In occasione della Giornata Internazionale delle Donne, Daiichi Sankyo Italia e Fondazione O.N.D.A. – Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna e di genere, supportano “Cardiologia al Femminile”, due corsi di formazione per medici tenuti da alcune delle maggiori esperte italiane

«Nei Paesi occidentali, le malattie cardiovascolari sono la prima causa di decesso per le donne. La ricerca – si legge nella nota di Daiichi Sankyo Italia – ha evidenziato importanti differenze di genere nella prevenzione, diagnosi e cura delle malattie cardiovascolari, dovute non solo a fattori biologici ma anche sociali e culturali, che si sono acuiti durante la pandemia di Covid-19. In occasione della Giornata Internazionale delle Donne, Daiichi Sankyo Italia e Fondazione O.N.D.A. – Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna e di genere, supportano l’iniziativa “Cardiologia al Femminile”, due corsi di formazione tenuti da prominenti cardiologhe italiane, al fine di sensibilizzare la classe medica sulle tipicità di genere in ambito cardiovascolare».

Significative differenze di genere si osservano nella frequenza, nei sintomi, nella gravità e nella risposta ai farmaci in termini di efficacia e sicurezza, di moltissime malattie nelle diverse branche specialistiche. Le donne hanno però una percezione particolarmente bassa del rischio cardiovascolare e tendono a sottovalutare i sintomi, spesso presentano manifestazioni cliniche di difficile diagnosi, tendono ad avere maggiori complicanze e dunque peggior prognosi, e utilizzano farmaci studiati su campioni prevalentemente maschili, poiché soprattutto nella fase di sviluppo di un farmaco bisogna tener conto della vita riproduttiva e delle comorbilità che rendono la donna un soggetto più problematico nella sperimentazione».

«I webinar hanno l’obiettivo di offrire un approfondimento sul tema, con un focus sulla fase post-menopausale, sull’incidenza dell’ictus tromboembolico nella donna e la differenza nella risposta alle terapie anche in relazione all’infezione da Covid-19, per la quale le stesse malattie cardiache rappresentano uno dei principali fattori di rischio. Alle relazioni scientifiche – spiega Daiichi Sankyo Italia – farà seguito una tavola rotonda al femminile per un confronto sull’equilibrio di genere nel settore sanitario, considerato ormai una questione di health policy».

Differenze di genere nell’infezione da Covid-19

«Nella stessa epidemia da Covid-19, sesso e genere risultano svolgere un ruolo importante nel determinare la severità del quadro clinico. Mentre le donne hanno una maggior suscettibilità alle malattie infettive virali in generale e a Covid-19 in particolare rispetto agli uomini, in questi ultimi la prognosi risulta spesso peggiore. Un approccio di genere nella pratica clinica rappresenta dunque un irrinunciabile presupposto per una medicina personalizzata, più rispondente alle specifiche esigenze del singolo paziente, pertanto più efficace e sostenibile».

Differenze di genere nelle patologie cardiovascolari

«Lo sviluppo della malattia cardiovascolare è condizionato dai fattori di rischio specifici del genere, e nelle donne anche dalle complesse interazioni con gli ormoni femminili. L’eccesso di rischio prodotto dal fumo, per esempio, nelle donne è da 2 a 4 volte maggiore rispetto a quanto osservato negli uomini, ed è stato dimostrato che la forte associazione tra ipertensione arteriosa, mortalità precoce e insorgenza di coronaropatia è maggiore che nel sesso maschile e non esiste un valore soglia al di sotto del quale il rischio scompare. Tra i soggetti di età compresa tra 35 e 84 anni, gli uomini hanno circa il doppio dell’incidenza totale di morbilità e mortalità rispetto alle donne, ma il vantaggio relativo di salute nel caso delle donne è attenuato da un tasso di mortalità da attacchi coronarici che supera quello maschile (32% vs. 27%). Tuttavia – prosegue – Daiichi Sankyo Italia – ci sono differenze di genere nella manifestazione e nell’esito delle varie patologie cardiovascolari, infatti è più probabile che l’infarto miocardico non sia riconosciuto nelle donne rispetto agli uomini (34% vs. 27%), ma è più frequente che nelle donne (80%) l’angina pectoris non sia complicata, mentre negli uomini l’angina tende a evolvere verso l’infarto (66%), e la morte improvvisa è più frequente negli uomini rispetto alle donne (50% vs 39%)».

L’incidenza dell’ictus nelle donne

«L’ictus nelle donne rappresenta un problema grave e a lungo trascurato – prosegue – nonostante la patologia cerebrovascolare acuta rappresenti la terza causa di morte nel sesso femminile (nell’uomo è la quinta) e 1 donna su 5 vada incontro nel corso della sua vita a un ictus, tanto che si prevede che nel 2050 la mortalità per ictus sarà il 30% più alta nel sesso femminile, a causa della loro maggiore longevità – In Italia nel 2019 l’aspettativa di vita alla nascita era di 85.4 anni nelle donne e di 81.1 negli uomini».

Il sesso femminile modifica epidemiologia, espressione dei fattori di rischio, caratteristiche cliniche e prognostiche dell’ictus che vengono a modularsi sui cambiamenti della vita riproduttiva. L’incidenza dell’ictus è maggiore nelle donne fino ai 30-34 anni (+26%), minore nella fascia di età intermedia (55-64 anni: -60%) per poi presentare un progressivo incremento dopo la menopausa e arrivare ad essere significativamente più alta dopo i 75 anni (75 anni: +50%). L’aumento di incidenza nelle giovani donne è dovuto a fattori di rischio peculiari o specifici quali emicrania con aura, terapia estroprogestinica e gravidanza. Inoltre, per la maggior frequenza di sintomi d’esordio atipici e di forme rare e per la scarsa conoscenze delle peculiarità di genere delle manifestazioni cerebrovascolari sia nei medici che nelle pazienti stesse,  le donne sono esposte a un maggior rischio di diagnosi errata  e di ritardato/mancato riconoscimento dei sintomi dell’ictus, che riduce la probabilità di usufruire degli interventi di ricanalizzazione sistemica e/o endovascolare in grado di modificare significativamente e positivamente la prognosi».

Differenze di genere nell’anticoagulazione

«La fibrillazione atriale è il maggior fattore di rischio modificabile di ictus, di malattia cardiovascolare e di mortalità. Il rischio di stroke – continua – nella fibrillazione è tuttavia eterogeneo tra uomo e donna; diversi studi hanno infatti dimostrato che le donne presentano rispetto agli uomini un rischio di ictus incrementato e un rischio di sanguinamento particolarmente elevato, anche durante il trattamento con antagonisti della vitamina K, L’utilizzo dei nuovi farmaci anticoagulanti orali, che rispetto agli antagonisti della vitamina K sono associati a una ridotta incidenza di emorragie intracraniche, si è dimostrato particolarmente sicuro e di beneficio nel sesso femminili».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Fondazione per la Medicina Personalizzata, incontro a Roma sull’oncologia di precisione
Condizione fondamentale per praticare l’oncologia di precisione è l’esecuzione del test molecolare, con l'obiettivo di individuare la mutazione genetica del tumore
Gb: 1 donna su 2 non va a lavoro per colpa del ciclo mestruale, ma non lo dice. La ginecologa Picconeri: “Ancora troppi pregiudizi”
Nel Regno Unito 4 donne su 5 fanno un gran fatica a lavorare quando hanno il ciclo mestruale e solo poco più della metà ha affermato di non essere stata abbastanza bene per andare al lavoro. Questi sono i risultati di una ricerca britannica, che non stupiscono la ginecologa Giuseppina Picconeri: "La vita fisiologica di una donna in età fertile è spesso fonte di grandi pregiudizi"
Donne “cenerentole” della ricerca in Europa, anche se metà dei laureati e dottorati è “rosa”
Le donne rappresentano circa la metà dei laureati e dei dottorati in Europa, ma abbandonano progressivamente la carriera accademica, arrivando a costituire appena il 33% della forza lavoro nel mondo della ricerca, e solo il 26% dei professori ordinari, direttori di dipartimento o di centri di ricerca. È il quadro tratteggiato in un articolo sulla rivista The Lancet Regional Health
L’esposizione ai PFAS aumenta il rischio cancro nelle donne
Le donne esposte a diverse sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) hanno un rischio maggiore di sviluppare vari tipi di cancro, tra i quali quello alle ovaie, all'utero, alla pelle e al seno. A lanciare l'allarme è un nuovo studio finanziato dal governo degli Stati Uniti, pubblicato sul Journal of Exposure Science and Environmental Epidemiology
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...