Salute 5 Marzo 2025 10:18

Medicina di genere, Oms: “In sviluppo oltre mille farmaci nel mondo per le donne”

I dati sono stati presentati da Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, nel corso dell'ottava edizione del convegno 'La Scienza per la differenza. La via multidisciplinare alla medicina di genere'
Medicina di genere, Oms: “In sviluppo oltre mille farmaci nel mondo per le donne”

Si fa strada la medicina di genere, anche nel campo della ricerca. Sono 1.200, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, i farmaci in sviluppo clinico nel mondo per le donne: 95 per patologie ginecologiche, 190 per tumore all’utero, 83 per tumore alle tube di Falloppio, 558 per tumore al seno, 251 per tumore alle ovaie, 22 per condizioni legate a gravidanza e parto. Un risultato raggiunto anche grazie all’impegno delle imprese farmaceutiche che promuovo la ricerca in partnership sia con soggetti pubblici che privati: dalle start-up, alle piccole e medie imprese, fino ad università, istituti di ricerca e di alta tecnologia. I dati sono stati presentati da Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, nel corso dell’ottava edizione del convegno ‘La Scienza per la differenza. La via multidisciplinare alla medicina di genere’, con il patrocinio del ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella.

Il contributo dell’Industria per la ricerca

“L’impegno dell’industria farmaceutica nella medicina genere-specifica – spiega Cattani – è crescente. Le imprese auspicano un maggior numero di donne arruolate negli studi per ridurre il gap che oggi esiste. In Italia malgrado nove studi clinici su 10 siano aperti sia a uomini sia a donne, in alcune aree terapeutiche la presenza femminile è significativamente inferiore a quella maschile. Per facilitare la partecipazione delle donne andrebbero implementati il più possibile strumenti come gli studi clinici decentralizzati che permettono di prendere parte alle sperimentazioni restando a casa, grazie a servizi come la consegna e la somministrazione del farmaco a domicilio, il tele-monitoraggio da remoto dei parametri, le tele-visite di controllo, che riducono gli spostamenti verso i centri”.

La donna fondamentale caregiver della famiglia

“L’intento di questi incontri iniziati ormai 10 anni fa – evidenzia Enrica Giorgetti, direttore generale di Farmindustria – è sempre stato quello di andare oltre il perimetro specifico delle nostre competenze indirizzando gli obiettivi di genere alla originalità di ciascuna persona, alle differenze da considerare per conquistare uguaglianza sostanziale. Un percorso inaugurato proprio dalla medicina di genere per considerare poi la crisi demografica e l’invecchiamento della popolazione, il ruolo della donna come fondamentale caregiver della famiglia, la conciliazione tra natalità, cura dei figli e carriera attraverso il nostro primario modello di welfare, fino alla infertilità maschile, frequente causa della impossibilità di avere dei figli. Quest’anno siamo tornati val tema della prima edizione, la medicina di genere, o meglio della medicina ‘genere-specifica’ per valutare i progressi soprattutto dal punto di vista della cultura scientifica e di quella che si è prodotta più generalmente nella società nei dieci anni trascorsi che hanno portato straordinari cambiamenti nella ricerca, nella demografia e nel contesto geoeconomico e sociale”, conclude Giorgetti.

Promuovere la multidisciplinarietà della formazione

L’incontro di quest’anno aggiunge Cattani, “ha l’obiettivo di rafforzare la collaborazione virtuosa tra istituzioni, università, ricerca e industria su un argomento davvero importante. Una sinergia, con l’impegno straordinario di tutti gli attori della salute, che negli anni ha contribuito ad accrescere la sensibilità sulla medicina genere-specifica, riconosciuta poi da una legge del 2018 e da una recente dichiarazione del Comitato nazionale di bioetica. Si può fare ancora tanto. A partire dalla promozione di una maggiore trasversalità e multidisciplinarietà nella formazione dei professionisti della salute, nello sviluppo delle competenze necessarie, nella ricerca scientifica e nell’uso efficace delle tecnologie digitali. Insieme – conclude – si possono raggiungere traguardi incredibili”.

 

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