Noci, frutti di bosco, lamponi, uva e pistacchi sono solo alcuni degli alimenti ricchi di acido ellagico, il polifenolo naturale che uno studio dell’Università Statale di Milano ha individuato come “medicina naturale” in grado di contrastare le infezioni resistenti agli antibiotici
Mangiare frutta e verdura fa bene, si sa, ma non tutti sanno che noci, frutti di bosco, lamponi, uva, melagrana, pistacchi e anacardi possono proteggere il corpo anche dalle infezioni più resistenti grazie ad una “medicina naturale”. Si chiama acido ellagico, ed è un polifenolo naturale presente nella frutta e nella verdura che protegge il corpo dai microrganismi patogeni e dunque dalle infezioni resistenti agli antibiotici. La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricercatori dell’Università Statale di Milano coordinati da Giovanni Grazioso, docente di Chimica Farmaceutica presso il dipartimento di Scienze Farmaceutiche e da Fabio Forlani del dipartimento di Scienze degli Alimenti, Nutrizione e Ambiente. Con il team italiano hanno collaborato anche ricercatori dell’Institute for Research in Biomedicine dell’Università della Svizzera italiana di Bellinzona in un progetto che ha preso parte ad uno studio finanziato dal progetto GSA-IDEA (Progetto Grandi Sfide di Ateneo) e recentemente pubblicato su Pharmaceutics.
«Il biofilm è una aggregazione di microrganismi in grado di tollerare condizioni stressanti come la scarsità di nutrienti, fenomeni ossidativi e di sopravvivere alla presenza degli antibiotici – spiegano gli scienziati del team – . La loro resistenza agevola quindi la formazione di infezioni fungine, come la candida e batteriche, come la febbre tifoide e la diarrea emorragica». L’acido ellagico invece rappresenta una “medicina naturale” in grado di opporsi a questa aggregazione di microrganismi.
Una barriera per contrastare la proliferazione di funghi e batteri nel corpo è rappresentata dunque dall’acido ellagico, un polifenolo naturale presente nella frutta e nella verdura. Questa sostanza, infatti, è capace di inibire la formazione di biofilm e quindi di rendere i microorganismi, inclusi quelli patogeni, più vulnerabili. «Non è chiaro il meccanismo attraverso il quale l’acido ellagico agisca come agente anti-biofilm – aggiungono i ricercatori -ma, attraverso gli studi fatti siamo riusciti a dimostrare che l’attività microbiologica del polifenolo dipende dalla sua interazione con WrbA, una proteina enzimatica coinvolta nella formazione del biofilm batterico».
«Dallo studio è emerso che l’acido ellagico altera l’omeostasi redox mediata da WrbA, attraverso l’inibizione della sua funzione enzimatica», fanno notare gli autori dello studio. Un risultato che rappresenta una solida base da cui partire per future ricerche con lo scopo di trovare nuove strategie di lotta contro biofilm microbici patogeni attraverso l’utilizzo dell’acido ellagico e di individuare nuovi antiossidanti naturali in grado di mitigare la proliferazione di batteri resistenti agli antibiotici.
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