«Nella farmacia di strada lavorano tante persone di vari settori e di buona volontà che si dedicano a chi ha bisogno e si impegnano per far confluire e poi distribuire i farmaci indispensabili per le patologie più importanti» le parole di Padre Vittorio Trani, Cappellano del carcere Regina Coeli
A volte basta un analgesico per il mal di testa o un banale controllo pressorio, ma spesso c’è bisogno di una terapia farmacologica più complessa, come l’insulina per un diabetico. La prima “farmacia di strada” è nata per assistere e curare le persone in difficoltà, deboli e bisognose. E nel processo di cura i farmaci sono fondamentali. Ed è così che a Trastevere, in via della Lungara a Roma, a due passi dal carcere di Regina Coeli e nella sede del Centro di accoglienza della VO.RE.CO Onlus – grazie all’accordo tra Assogenerici, Fofi (Federazione ordine farmacisti italiani), fondazione Banco farmaceutico e Medicina solidale – l’ambulatorio gestito dall’Istituto di Medicina Solidale Onlus (IMES) per il soccorso agli indigenti sarà in grado di garantire anche la copertura farmacologica a tutti i pazienti che ne faranno richiesta.
L’Associazione VO.RE.CO. Onlus – sta per “Volontari Regina Coeli” – opera all’interno del carcere di prima accoglienza della capitale, dove offre sostegno morale e materiale ai detenuti, e all’esterno nel “Centro VO.RE.CO.” per l’accoglienza e l’aiuto alle persone in difficoltà. Il Fondatore è Padre Vittorio Trani dell’Ordine dei Francescani Conventuali, da quarant’anni cappellano dello storico penitenziario romano, ubicato tra il Vaticano e Trastevere. A Sanità Informazione, il sacerdote, arrivato a Regina Coeli nel 1978, riassume le attività della Onlus per carcerati, senzatetto e indigenti.
Come si sviluppa il suo impegno concreto e quotidiano nei confronti di chi ha bisogno?
«Io quotidianamente sono a Regina Coeli e dormo anche là. Sono 41 anni che faccio il cappellano. All’interno della Casa Circondariale Regina Coeli ho messo su l’associazione di volontariato Vo.Re.Co Onlus: ci lavorano 120 persone che collaborano con me per quanto attiene la sfera religiosa e danno sostegno materiale e morale ai detenuti. Inoltre, all’esterno, sette anni fa è nato il “Centro VO.RE.CO.” per l’accoglienza e l’aiuto alle persone in difficoltà, persone disagiate ed ex detenuti. Nato inizialmente come punto d’appoggio per il carcere, si è trasformato pian piano in un piccolo ponte di riferimento per le persone che sono sulla strada, stranieri ma anche italiani senza fissa dimora. E quindi abbiamo messo su una serie di servizi per queste persone che si trovano lungo il fiume e sotto i ponti. Forniamo le cose più importanti: cibo, vestiario e alloggio per dormire a 20-30 persone. Poi, il centro piano piano ha inserito il servizio di assistenza medica, “l’ambulatorio di strada S. Francesco” con diverse figure di medici: chirurgo, otorino, urologo, ginecologo, cardiologo, psicologo ma anche avvocato e sindacato. I servizi di cui i poveri hanno bisogno e in altro modo non potrebbero avere».
Quanto è importante il punto di appoggio per la salute e, in particolare, la distribuzione dei farmaci?
«Apriamo un capitolo a parte su questo. Si tratta di un argomento molto delicato: ci sono situazioni paradossali. Ed è per questo che creare, almeno in parte, un punto di riferimento dal punto di vista medico e farmacologico a tutti i pazienti è qualcosa di straordinario per questa gente. Spesso, qui nell’ambulatorio, capita qualche situazione drammatica per cui bisogna intervenire e comprare la medicina specifica per il paziente. Esistono situazioni delicatissime di salute. Quindi ben venga questa iniziativa che permette di intervenire a livello sistematico. La farmacia di strada è un punto di riferimento per chi ha bisogno: ci lavorano tante persone di vari settori e di buona volontà che si impegnano per far confluire e poi distribuire i farmaci indispensabili per le patologie più importanti».