Salute 8 Gennaio 2025 09:35

Melanoma: 2024 anno “nero” per l’Italia con un aumento del 30% delle diagnosi

I recenti “numeri del cancro in Italia” indicano un grande aumento delle diagnosi di melanoma, mentre dall’ESMO arrivano le nuove linee guida europee per la gestione della malattia

Melanoma: 2024 anno “nero” per l’Italia con un aumento del 30% delle diagnosi

Non sono mai stati stimati così tanti casi di melanoma come per lo scorso anno. Nell’ultimo rapporto “I numeri del cancro in Italia 2024”, presentato dall’Associazione italiana di oncologia medica, sono presenti previsioni che indicano come le diagnosi di melanoma possano raggiungere quota 17.000, circa 4.300 in più rispetto ai 12.700 registrati nel 2023. “La possibilità che l’anno appena passato sia un’anno ‘nero’ è alta”, commenta Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli.

Eccezionali successi nell’immunoterapia contro il melanoma

“Questo numero così elevato può essere letto sia come una maggiore sensibilità della popolazione a sottoporsi a controlli regolari, fondamentali per una diagnosi precoce del tumore, che come una maggiore esposizione ai fattori di rischio, ad esempio ai raggi solari senza adeguata protezione o il ricorso ai lettini abbronzanti”, sottolinea Ascierto. “Tuttavia, a questo bilancio delle diagnosi, si contrappongono gli eccezionali successi nella terapia. Grazie infatti all’immunoterapia – continua Ascierto – anche nei casi di melanoma metastatico, le forme più gravi e contro le quali fino a poco tempo fa avevamo poche opzioni di cura, oggi il 50% dei pazienti sopravvive dopo 10 anni dalla diagnosi”. È per questo che nelle nuove linee guida sul melanoma della European Society for Medical Oncology (ESMO), pubblicate solo di recente, l’immunoterapia è passata dall’essere l’ultima opzione a terapia di prima scelta.

In 20 anni i casi di melanoma sono quasi triplicati

“Il melanoma – dice Ascierto – è uno dei principali tumori che insorgono in giovane età e costituisce in Italia attualmente il terzo tumore più frequente in entrambi i sessi al di sotto dei 50 anni. Negli ultimi 20 anni la sua incidenza è aumentata drammaticamente passando dai 6.000 casi nel 2004 agli 11.000 nel 2014, fino ad arrivare ai possibili 17.000 nel 2024”. Anche le chances di sopravvivenza sono aumentate progressivamente e significativamente negli anni, in particolar modo grazie all’immunoterapia che occupa uno spazio di rilievo nelle ultime linee guida dell’ESMO. Le nuove raccomandazioni sono state messe a punto da un gruppo multidisciplinare di esperti provenienti da Europa, Stati Uniti e Australia e si basano sui dati scientifici più recenti.

Nelle nuove linee guida l’immunoterapia diventa un trattamento di prima scelta

“Nel documento l’immunoterapia adiuvante, quella post-intervento chirurgico, viene raccomandata sia nei casi di melanoma di stadio IIB e IIC, che di stadio III, quindi anche in presenza di malattia metastatica“, spiega Ascierto. “L’immunoterapia adiuvante viene indicata anche come prima opzione nei casi di melanoma metastatico, prima o in sostituzione della terapia target. Inoltre, nelle nuove linee guida – continua – è presente la cosiddetta immunoterapia ‘dual block’, quella composta da due farmaci che agiscono su due ‘blocchi’ diversi di inibizione del sistema immunitario, da poco resa rimborsabile dall’Agenzia Italiana del Farmaco nei casi di melanoma non resecabile o metastatico”.

La prevenzione rimane la nostra migliore arma

Come atteso, gli esperti hanno inserito nelle raccomandazioni anche l’immunoterapia neoadiuvante, cioè quella che si somministra prima dell’intervento chirurgico, nei casi di melanoma metastatico. “Le nuove linee guida tengono conto degli enormi progressi fatti nella diagnosi e nella cura di questa malattia in forte crescita”, dice Ascierto. “Ma anche se le terapie evolvono rapidamente, un punto rimane fermo e sempre valido ed è la prevenzione che rimane la nostra migliore arma contro il melanoma”, conclude.

 

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