Con questa tecnologia è possibile individuare cellule neoplastiche in una fase primitiva, permettendo un rapido intervento chirurgico. L’esperto: «Il periodo più a rischio per questa patologia è tra i 30 e i 50 anni»
Cresce il numero dei melanomi in Italia, negli ultimi dieci anni sono praticamente raddoppiati. Un dato in controtendenza rispetto a quanto emerso da un recente studio realizzato dall’Associazione italiana di Oncologia Medica, secondo cui per la prima volta in Italia nel 2019 il numero dei tumori diagnosticati è diminuito. Le ragioni dell’aumento di melanoma sono perlopiù sociali ed ambientali, come ha confermato il dottor Marco Luigi Marconi, dermatologo all’Ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano. «I pazienti ci arrivano in ospedale inviati dai medici di base che denotano attenzione alla prevenzione, quindi l’aumento è determinato da un maggiore controllo e quindi da un’educazione sanitaria che funziona. Sicuramente poi c’è un fattore ambientale da non trascurare perché questi sono anni di foto danneggiamenti pregressi dove la mancata protezione solare e un uso di lampade eccessivo ha determinato dei danni cutanei che negli anni si manifestano».
La tecnologia rappresenta oggi lo strumento più efficace per la prognosi del tumore cutaneo. Con la videodermoscopia digitale, infatti, è possibile individuare cellule neoplastiche in una fase primitiva, permettendo un rapido intervento chirurgico. «La videodermoscopia è uno strumento all’avanguardia – spiega Marconi – in grado di esplorare tutto il paziente dalla testa ai piedi, anche nelle zone più nascoste e permette un’osservazione di altissima qualità che, con un ingrandimento significativo, va a valutare il livello strutturale dei singoli nei. Questo permette di avere una corretta percezione del neo che si sta osservando e, se presenta caratteristiche non rassicuranti, è possibile immortalarlo e poi controllarlo nei mesi successivi.
Con che frequenza e da che età occorre controllare i nei?
«Per fortuna, statisticamente, in età pediatrica le problematiche legate ai nei sono poco frequenti, trascurabili o quasi assenti, si consiglia perciò la prima visita intorno all’età dello sviluppo, verso gli 11 anni. Successivamente se non ci sono nei da attenzionare, i controlli si dilatano, per poi riprendere nell’età adulta quando è importante un’osservazione annua perché il periodo più a rischio per il melanoma è dai 30 ai 50 anni. Sono epoche in cui la statistica del melanoma e dei tumori cutanei è più elevata. Quindi, più si va avanti con l’età e più si abbassa la statistica per queste forme tumorali aggressive. Per chi invece ha moltissimi nei è consigliato un controllo ogni sei mesi».