Il libro è il racconto di una ragazza che si trova all’improvviso a dover affrontare un tumore della pelle. Un evento che cambia la sua vita e a cui saprà reagire grazie ai consigli di tre grandi personalità come l’oncologo Paolo Ascierto, l’allenatore Gian Paolo Montali e il professore Marco Trabucco Aurilio
«Ora riuscivo a guardare in faccia la paura e avevo imparato che a ogni ostacolo si deve alzare un po’ di più l’asticella. Nascondersi non serve a nulla. In fin dei conti, è questo l’unico consiglio che mi sento di dare». Nelle frasi finali del libro “La memoria della pelle” (Giunti editore) c’è forse condensato in poche parole l’atteggiamento giusto da adottare di fronte a una diagnosi difficile, come può essere quella di un tumore della pelle: non bisogna mai disperare ma cercare le energie fisiche e mentali per affrontare una diagnosi che arriva come un pugno nello stomaco.
“La memoria della pelle” è un efficace esempio di medicina narrativa messo a punto da tre ‘fuoriclasse’ come Paolo Ascierto, Direttore dell’Oncologia al “Pascale” di Napoli, Gian Paolo Montali, allenatore di pallavolo e dirigente sportivo, e Marco Trabucco Aurilio, Docente di Medicina del Lavoro. Un trio inedito, ma quantomai adatto per parlare di prevenzione del melanoma in modo da coinvolgere anche i più giovani.
La storia di fantasia, ma potrebbe essere quella di tante persone, vede protagonista la giovane Erica, fotografa, che accompagna la sua amica Claudia ad una visita di controllo per un neo di dimensioni sospette. Alla fine, Claudia esce rincuorata perché il neo non desta preoccupazione, mentre è proprio ad Erica che il professor Ascierto riscontra un melanoma. Una diagnosi inaspettata che trova Erica impreparata e in difficoltà di fronte a qualcosa che non sa come affrontare.
«Dopo la pandemia abbiamo organizzato un paio di fine settimana a Napoli in piazza del Gesù per avvicinare le persone alla prevenzione. Individuammo 40 lesioni su 300 visite – racconta Ascierto -. Questi numeri sono frutto del gap negli screening causato dal Covid. Noi facciamo 28mila viste all’anno ma non basta» spiega Ascierto che ricorda l’importanza della prevenzione: «La mappatura dei nei va fatta tra i 16 e i 18 anni. Oggi purtroppo bambini e adolescenti sono l’anello debole. Registriamo circa 15mila casi l’anno di cui tremila metastatici, circa 1500 non ce la fanno».
«Il melanoma – ricorda Ascierto che insiste sull’importanza della prevenzione del melanoma – è la malattia dei ‘colletti bianchi’, di quelle persone che sono sempre in ufficio e vanno 15 giorni al mare esponendosi al sole senza protezione. Va ricordato che le lampade solari fanno male, devono essere trattate come il fumo di sigaretta. L’esposizione a lampade sotto i 30 anni aumenta il rischio di melanoma del 75 per cento. Ora la nuova speranza è quella del vaccino a mRNA, la stessa tecnologia di quello sul Covid, ci sono delle sperimentazioni in corso: l’obiettivo è quello di curare i tumori resistenti ai trattamenti» spiega a Sanità Informazione.
Ha parlato di prevenzione anche Marco Trabucco Aurilio, animatore del periodico PreSA – Prevenzione salute e presidente della Fondazione Mesit – Medicina sociale e Innovazione tecnologica, che nel libro è colui che mette in contatto la protagonista con Gian Paolo Montali: «Abbiamo voluto applicare un approccio narrativo innovativo e coinvolgere esperienze che andassero al di lá dell’assetto clinico. La medicina narrativa può essere un utile supporto alle campagne di prevenzione per arrivare ai giovani e far capire quanto sono importanti gli screening».
Trabucco Aurilio è anche fautore di una proposta innovativa, quella di utilizzare gli specializzandi nelle scuole per portare l’educazione sanitaria attraverso percorsi formativi.
Anche Gian Paolo Montali, nel libro è un po’ “il mental coach” della protagonista che trae ispirazione dalle sue parole per affrontare la malattia, ricorda l’importanza della prevenzione: «Un euro investito nello sport equivale a risparmiare quattro euro nella sanità» ricorda il plurivincente ex allenatore della nazionale italiana di volley e della Maxicono Parma.
Montali, oggi direttore della Ryder Cup di Golf in programma a Roma, ricorda come lo sport sia una palestra di vita straordinaria: «Gli sport, soprattutto quelli di squadra, aiutano a creare empatia e solidarietà tra le persone solidarietà. Ci abitua a vincere e a perdere. La sconfitta e propedeutica per arrivare alla vittoria. Davanti a una malattia è importante non lasciare sole le persone e ascoltarle, tutte qualità che si imparano nello sport».
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