L’oncologo e docente Consulcesi: «Necessario potenziare prevenzione e diagnosi precoce»
Con 60mila nuovi casi quest’anno, il tumore al seno si conferma la prima tra le neoplasie femminili, rappresentando quasi il 45% di tutte le neoplasie che colpiscono le donne e circa il 15% dei tumori diagnosticati in Italia.
«Gli importanti traguardi raggiunti in termini di probabilità di guarigione confermano l’importanza della diagnosi precoce ma non devono farci abbassare la guardia perché l’incidenza del tumore al seno registra un incremento dell’1% ogni anno». Il monito arriva da Giuseppe Petrella, oncologo e professore ordinario di Chirurgia Generale presso l’Università Tor Vergata di Roma, che in occasione del mese della prevenzione per il tumore al seno lancia con Consulcesi il nuovo corso di formazione ECM “Patologia mammaria: prevenzione, diagnosi e terapia – la storia di Francesca”.
Sebbene infatti i dati sulla sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi collochino l’Italia tra i primi Paesi europei, l’aumento dei tumori femminili, da quello al seno ai più preoccupanti tumori del polmone e della vescica mettono in allerta gli esperti che tornano a ribadire la necessità di potenziare la prevenzione attraverso i medici di base che in primis devo sollecitare ai controlli e attraverso un rafforzamento dei servizi territoriali lungo tutta la penisola dove si registra ancora una disuguaglianze tra Nord e Sud.
In Italia si muore meno di tumori, dunque, ma principalmente dove la prevenzione funziona, ossia nelle regioni settentrionali. A confermarlo è l’ultimo report dell’Osservatoriosalute 2021 secondo cui il Meridione ancora sconta «ritardi nell’implementazione dei programmi di screening e una prevalenza più sfavorevole per alcuni fattori di rischio oncologico rilevanti, quali fumo e obesità», che aggiunge: «Le regioni meridionali si avviano a diventare quelle a mortalità e incidenza più alta per alcuni tumori frequenti».
Ma la maggiore mortalità al Sud potrebbe essere verosimilmente influenzata da una molteplicità di aspetti, tra cui una minore adesione agli screening mammografici: secondo quanto riportato dall’Humanitas di Catania, infatti, se al Nord raggiunge l’80%, nelle regioni meridionali sfiora il 60%.
Da qui il ruolo chiave dei medici di base che, ribadisce Petrella, «devono sensibilizzare la popolazione, in particolare le donne e fin dalla giovane età a sottoporsi a controlli di prevenzione» oltre che a «rimanere continuamente aggiornati sulle novità inerenti a cause e cure in materia di malattie oncologiche, per poter fornire la migliore assistenza possibile».
Il corso, condotto da Petrella con un team di esperti specializzati nelle diverse aree mediche coinvolte nel percorso diagnostico e terapeutico del tumore al seno, è parte di un’ampia collana di corsi FAD realizzata da Consulcesi sul tema delle neoplasie. Questo, associato al film-formazione ‘La storia di Francesca’, è accessibile online fino al 31 dicembre 2022, temine ultimo per l’acquisizione dei crediti obbligatori previsti per il triennio formativo 2020-2022.
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