Salute 3 Novembre 2022 15:35

Messo a punto spray nasale anti-Covid, uno «scudo» contro il virus

Uno studio americano, pubblicato sulla rivista Nature, ha descritto le potenzialità di un innovativo spray nasale anti-Covid che, nei test sugli animali, si è rivelato efficace nell'impedire al virus Sars-CoV-2 di penetrare nelle cellule
Messo a punto spray nasale anti-Covid, uno «scudo» contro il virus

Potrebbe essere l’arma in più che tutti aspettavamo da tempo: un sistema che impedisce al virus Sars-CoV-2 di entrare nelle cellule e di scatenare l’infezione. Un gruppo di scienziati della Columbia University di New York City ha messo a punto uno spray nasale che funge da «scudo» contro il virus responsabile di Covid-19. In pratica, previene l’infezione bloccando, potenzialmente, la catena dei contagi. Descritto sulla rivista Nature, l’innovativo spray nasale, al momento, è stato testato con successo solo su un gruppo di furetti. Ma i ricercatori sono convinti che possa funzionare molto bene anche negli esseri umani.

Lo spray nasale impedisce al virus di penetrare nelle cellule

I ricercatori, guidati dalla scienziata Anne Moscona, hanno prima individuato gli ingredienti e poi li hanno usati per sviluppare uno spray da utilizzare per via nasale. Le molecole selezionate, infatti, si posizionano nel naso e nella gola, e pur non istruendo il sistema immunitario a combattere la malattia, come fanno i vaccini, forniscono una protezione temporanea efficace, impedendo al virus di penetrare nelle cellule. «I vaccini riducono la possibilità di sperimentare un decorso grave della malattia – afferma Donna Farber, della Columbia University – ma sono meno adatti a prevenire l’infezione in generale. Gli spray nasali potrebbero colmare questo limite e offrire una nuova alternativa nella battaglia contro Covid-19».

Lo spray nasale è stato testato con successo sui furetti

L’ingrediente principale del nuovo spray è un peptide sviluppato dagli stessi ricercatori che sarebbe in grado di ostacolare il meccanismo che il virus utilizza per fondersi nella cellula ospite, impedendo in questo modo all’agente patogeno di trasferire il carico genetico nella cellula e bloccando così l’infezione. Gli autori hanno somministrato lo spray nasale a un gruppo di sei furetti, una volta al giorno per due giorni. Gli animali sono stati poi esposti a esemplari infetti da Sars-CoV-2. Ebbene, nessun furetto trattato con il peptide è stato contagiato, mentre tutti gli animali nel gruppo di controllo, che avevano ricevuto solo un placebo, avevano contratto l’infezione.

Fondamentale che il composto permanga nel rivestimento nasale

Prima di testare il peptide nell’uomo, Moscona vuole replicare questi risultati in un altro modello animale, probabilmente un modello murino. Una delle sfide principali degli spray nasali, spiegano gli autori, riguarda la necessità di fare in modo che il composto rimanga nel rivestimento nasale abbastanza a lungo da essere efficace. «Naso e gola – spiega Wendy Barclay, virologa dell’Imperial College di Londra – sono progettati per rimuovere sostanze esterne e potenziali minacce. Date le modalità di contagio di Sars-CoV-2, potrebbe essere utile progettare un presidio da somministrare attraverso un nebulizzatore, in modo che possa facilmente raggiungere la bocca, la gola e i polmoni”.

 

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