Salute 25 Luglio 2023 08:00

Milano aperto il primo ambulatorio infermieristico gratuito nelle case popolari

Realizzato dall’Associazione Ali di Leonardo, il centro accoglie extracomunitari, indigenti, e tutti coloro che non hanno il medico di medicina generale o la tessera sanitaria per il controllo dei parametri vitali e di una prima anamnesi

Milano aperto il primo ambulatorio infermieristico gratuito nelle case popolari

Una stanza al piano terra di un palazzo delle case popolari di Milano – al civico 47 di viale Molise – ospita il primo ambulatorio infermieristico completamente gratuito, per intercettare coloro che hanno bisogno di cure, ma non hanno il medico di base, o la tessera sanitaria, e vivono ai margini della società. A realizzarlo l’Associazione “Ali di Leonardo” fondata da Maria Gabriella Scrimieri, infermiera, da sempre impegnata nel volontariato. «Quello che facciamo è una prima anamnesi infermieristica – spiega – Facciamo anche educazione sanitaria e alimentare ed inviamo i pazienti dal medico di medicina generale o al Pronto soccorso se i parametri sono particolarmente alterati».

Ambulatorio infermieristico gratuito per sopperire alla carenza di medici e liste d’attesa

Sette tra infermieri e medici, tutti volontari, si alternano nell’ambulatorio il sabato mattina per assistere nella maggior parte dei casi anziani con malattie croniche che vivono soli o extracomunitari. La richiesta è tanta anche perché all’appello mancano 1326 camici bianchi secondo le stime di ATS, e il dato è in crescita dal momento che entro il 2026 andranno in pensione 2500 medici di base e pediatri di libera scelta e solo uno su tre sarà sostituito.

Sotto osservazione anziani con patologie croniche ed extracomunitari

«Su un registro riportiamo tutti i dati anagrafici dei pazienti in modo da avere una traccia di chi arriva e di cosa manifesta – aggiunge Antonella Zanier, già coordinatrice infermieristica del San Raffaele oggi in pensione -. Innanzitutto, rileviamo la pressione, la saturazione del sangue e la frequenza cardiaca. Alcuni possono aver bisogno di un elettrocardiogramma che facciamo su prescrizione medica. Ai pazienti diabetici, invece, rileviamo la glicemia. Ma soprattutto facciamo un’anamnesi raccogliendo tutte le informazioni relative al paziente e alla sua famiglia, per capire di cosa hanno bisogno realmente».

Malati psichiatrici

Il 70 percento di chi si rivolge all’associazione Le ali di Leonardo ha problemi psichiatrici come confermano i professionisti. «Un numero importante di questi pazienti è in cura al CPS (Centro Psico Sociale) con terapie che devono fare quotidianamente, – riprende Scrimieri – ma che spesso non fanno e quindi sono in difficoltà». «Nella maggior parte hanno psicosi – aggiunge Marco Leonardo Gnech, infermiere psichiatrico –. Il supporto che possiamo dare loro è di ascoltare le tematiche che ci propongono anche se non sempre sono immediatamente decifrabili, ma evidenzia come l’aspetto relazionale e comunicativo sia determinante».

A settembre l’ambulatorio infermieristico gratuito raddoppia

Al primo ambulatorio infermieristico di Viale Molise che oggi conta 135 pazienti  delle case popolari del quartiere Calvairate, Molise,  Ponti, ne seguirà a breve un secondo. Infatti, a settembre l’associazione Ali di Leonardo inaugurerà il nuovo ambulatorio nelle case popolari di Ponte Lambro «Il nostro impegno è rivolto agli ultimi, non solo extracomunitari – sottolinea Gabriella -. Ci sono anche molti italiani che hanno perso il lavoro o che sono reduci da esperienze di lunga detenzione e che sono ai margini della società. Per essere completamente efficienti abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti perché dobbiamo acquistare apparecchiature e materiale medico».

Fare rete per sopperire alle mancanze della politica

L’invito è rivolto a istituzioni, cittadini, e a tutti coloro che possono contribuire alla realizzazione del progetto anche con una piccola donazione all’associazione Ali di Leonardo (IBAN IT51 O034 4001 6110 0000 0259 600). «Vogliamo fare rete e far sentire nostra voce anche a livello politico perché le persone che lavorano nel volontariato conoscono molto di più la realtà di chi occupa poltrone, ma non tocca con mano i problemi», conclude Antonella Zanier.

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