La nuova circolare dà ragione al Lazio: chi vorrà potrà scegliere di non sottoporsi alla vaccinazione eterologa e procedere con il richiamo AstraZeneca. Per J&J le possibilità rimangono aperte in caso di campagne rivolte a under 60 non stanziali
Il Ministero della Salute ha fatto un passo indietro: con la nuova circolare si cambia ancora sulla vaccinazione eterologa. Ora gli under 60 che hanno ricevuto la prima dose di vaccino AstraZeneca e rifiutano di fare il richiamo con un prodotto a mRna, potranno scegliere di completare il ciclo vaccinale con una seconda dose AZ. Per farlo sarà prima necessario un colloquio con il proprio medico e la firma di un consenso informato.
«Secondo quanto evidenziato dal Cts – si legge nella circolare, firmata dal direttore generale della Prevenzione del Ministero, Giovanni Rezza – ferma restando la indicazione prioritaria di seconda dose con vaccino a mRna, ispirata ad un principio di massima cautela rivolto a prevenire l’insorgenza di fenomeni Vitt (trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino) in soggetti a rischio basso di sviluppare patologia Covid-19 grave, e a un principio di equità che richiede di assicurare a tutti i soggetti pari condizioni nel bilanciamento benefici/rischi, qualora un soggetto di età inferiore ai 60 anni, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino Vaxzevria, pur a fronte di documentata e accurata informazione fornita dal medico vaccinatore o dagli operatori del centro vaccinale sui rischi di Vitt, rifiuti senza possibilità di convincimento il crossing a vaccino a mRna, allo stesso, dopo acquisizione di adeguato consenso informato, può essere somministrata la seconda dose di Vaxzevria».
Una opzione che dovrebbe risultare coerente e bilanciata «dal beneficio derivante dall’annullamento del rischio connesso alla parziale protezione conferita dalla somministrazione di una singola dose di Vaxzevria». Annesso alla circolare si trova anche il parere del coordinatore del Cts per l’emergenza Franco Locatelli.
Novità anche sul vaccino a vettore virale e singola dose di Johnson&Johnson, che resta raccomandato agli over 60, ma in cui il rapporto benefici-rischi risulterebbe favorevole anche agli under 60. «Il Cts ha raccomandato il vaccino Janssen per soggetti di età superiore ai 60 anni, anche alla luce di quanto definito dalla Commissione tecnico scientifica di Aifa», si legge.
Tuttavia, prosegue il testo, «il Cts ha inoltre previsto la possibilità che si determinino specifiche situazioni in cui siano evidenti le condizioni di vantaggio della singola somministrazione, e che, in assenza di altre opzioni, il vaccino Janssen andrebbe preferenzialmente utilizzato, previo parere del Comitato etico territorialmente competente».
«In particolare – precisa la circolare – il vaccino di cui trattasi potrebbe essere somministrato in determinate circostanze, come ad esempio nel caso di campagne vaccinali specifiche per popolazioni non stanziali e/o caratterizzate da elevata mobilità lavorativa e, più in generale, per i cosiddetti gruppi di popolazione “hard to reach”. Infatti, in tali circostanze, peraltro già indicate dal Cts, considerate le criticità relative alla logistica e alle tempistiche della somministrazione di un ciclo vaccinale a due dosi, il rapporto benefico/rischio della somministrazione del vaccino Janssen in soggetti al di sotto dei 60 anni potrebbe risultare favorevole».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato