Si riaccende la speranza per il piccolo Charlie dopo il protocollo del Bambino Gesù. L’ospedale Great Ormond Street, dove è ricoverato il piccolo, afferma che «è giusto tentare la cura, ne siamo convinti insieme ai genitori».
Si riaccende la speranza per il piccolo Charlie dopo il protocollo del Bambino Gesù. Giovedì 13 luglio è fissata la prossima udienza in cui si discuterà l’eventuale cura sperimentale da sottoporre al piccolo. L’ospedale Great Ormond Street, dove è ricoverato il piccolo, afferma che «è giusto tentare la cura, ne siamo convinti insieme ai genitori». «I due ospedali internazionali e i loro ricercatori – ha spiegato la struttura che poco prima si era rivolta all’Alta Corte per una nuova udienza sul caso – ci hanno comunicato nelle ultime 24 ore di avere nuovi dati a proposito del trattamento sperimentale da essi proposto».
In mattinata era stata inviata al Great Ormond Street Hospital di Londra, dove i medici si apprestavano a interrompere i sostegni vitali del bambino, un protocollo di cura per la sindrome da deplezione del Dna mitocondriale (per l’appunto, la patologia di Charlie), redatto da una équipe internazionale di scienziati. La mamma di Charlie, Connie Yates, come riporta l’AdnKronos, aveva dichiarato in tv durante la trasmissione ‘Good Morning Britain’ che il protocollo terapeutico ha visto la collaborazione di cinque medici «tutti specializzati in questa particolare malattia. Tra questi ci sono un neurologo pediatrico e un altro neurologo».
Sanità Informazione ha intervistato in esclusiva Paola Desideri, Vicepresidente di Mitocon Onlus, l’associazione delle famiglie e dei pazienti mitocondriali italiana che in questi giorni è stata in contatto continuo con la famiglia del piccolo Charlie.
Importanti novità per Charlie Gard: proprio nella notte un team di scienziati e ricercatori ha preparato un protocollo rispetto alle possibilità terapeutiche percorribili per il piccolo. Può spiegarci ragioni e sviluppi?
«In tarda notte, un team di ricercatori e scienziati specializzati in patologie mitocondriali ha scritto una lettera firmata da tutti e con l’autorizzazione dei relativi ospedali, dove si annuncia un ulteriore step di avanzamento su quella che era la possibile terapia per Charlie. Parliamo di una terapia nucleosidica che ha funzionato già per altre due mutazioni, una in particolare la tk2, che portano lo stesso tipo di danno che ha Charlie. Questa lettera è stata consegnata alle 8 di questa mattina all’ospedale e alla famiglia. Quello che auspichiamo è che l’ospedale possa prendere in seria considerazione la possibilità di dare la possibilità a Charlie di accedere a una cura compassionevole. Speriamo che questo possa rappresentare un grosso passo in avanti in questa vicenda che sta toccando il cuore di tutti».
Su questo ed eventualmente sugli sviluppi di assistenza per Charlie, voi siete in contatto e state lavorando fianco a fianco con il Bambino Gesù?
«Stiamo lavorando a contatto con il Bambino Gesù che si è reso disponibile, anche su invito di Papa Francesco, che ha deciso di scendere in campo per il piccolo Charlie. L’ospedale Bambino Gesù ha dato la sua disponibilità ad ospitare il piccolo all’interno della propria struttura e di somministrare questa terapia sperimentale. Adesso la decisione spetterà ai genitori perché la stessa disponibilità è stata garantita anche dal medico americano della Columbus University che ha deciso di accogliere, stimolato dal Presidente Trump, a portare Charlie negli Stati Uniti. Adesso valuteranno le condizioni fisiche che poi porteranno come conseguenza il trasferimento del bambino da una parte all’altra sempre, che l’Ormond dia la sua disponibilità».
*Foto di copertina tratta da Google maps