Tre regioni a rischio alto, sette a rischio basso e il resto moderato. Rt a 0.84. Individuata variante inglese in Abruzzo e brasiliana in Umbria
«Nell’ultimo periodo la curva in qualche modo si appiattisce, con un decremento lentissimo e una fondamentale stabilità». Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, apre così la conferenza stampa sul monitoraggio settimanale dell’epidemia in Italia. «L’incidenza a sette giorni rimaste sopra i 13o nuovi casi su 100mila abitanti in tutte le regioni. Ma la PA di Bolzano supera i 600, mentre Umbria e Friuli Venezia Giulia superano i 200», aggiunge.
«L’età media è sotto i 50 anni, in lieve decrescita. Il 50% è asintomatico», chiarisce. L’Rt è 0.84 anche questa settimana, il dato positivo è il decremento dei posti letto che continua, sotto la soglia a livello nazionale. Cinque invece le regioni che oscillano tra 0.95 e 1.03. «Sono tre le Regioni a rischio alto, contro le due della scorsa settimana. Mentre quelle a rischio basso sono sette quando erano 10».
«Continua il decremento dell’occupazione dei posti letto di terapia intensiva e di area medica, che oggi è sotto la soglia a livello nazionale, anche se non lo è completamente in tutte le Regioni. Questo dato viene confermato nelle proiezioni a 30 giorni, che in quasi tutte le Regioni dà una possibilità di resilienza, cioè una capacità di far fronte a infezioni che si dovessero verificare» prosegue Brusaferro.
«Il profilo di chi viene ricoverato in terapia intensiva è sempre lo stesso, pur con un lieve incremento dell’età mediana che dovremo confermare nelle prossime settimane». Invariate infine le caratteristiche dei decessi, «over 80 con più patologie. La curva dei decessi mostra un decremento – conclude Brusaferro – ma piuttosto lieve»
Presente anche Gianni Rezza, direttore della Prevenzione per il Ministero della Salute, che ha parlato di grande solerzia italiana nella somministrazione dei vaccini. Con il nostro paese fianco a fianco con la Germania per dosi somministrate. «Resta il problema di approvvigionamento che è indipendente dalla volontà dei paesi europei e che dipende dalle aziende», aggiunge.
Intanto, grazie all’attività delle singole regioni sono stati individuati casi delle nuove varianti “preoccupanti” in circolo nel mondo. In Abruzzo, specifica Rezza, la provincia di Chieti ha individuato casi di variante inglese, caratterizzata da maggiore trasmissibilità. Si attendono nelle prossime ore provvedimenti di “zona rossa” per i comuni in cui è stata individuata.
In Umbria invece due i focolai nel perugino. Uno di matrice ospedaliera, che riguarda la variante brasiliana, per ora non identificata fuori dall’ambiente in cui è partita. Il secondo, con circolazione comunitaria, di variante inglese. «Noi abbiamo identificato la presenza grazie al fatto che la regione umbria invia continuamente dei campioni che vengono testati e accumulati» chiarisce.
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