Bartoletti (Fimmg): “È una situazione a cui noi medici di famiglia non assistevamo da decenni. Consigliamo ai nostri assistiti di verificare se si è fatta la vaccinazione anti-morbillo e, nel caso negativo, di farla”
Per la vaccinazione anti-morbillo non è mai troppo tardi: è questo il monito lanciato da infettivologi e medici di famiglia dopo l’allert del Servizio regionale di sorveglianza (Seresmi) del Lazio. Nella regione, infatti, rispetto alle medie degli anni passati, sono in aumento i casi di morbillo tra gli adulti, in particolar modo nella fascia di età 19-42 anni.
“Un aumento dei casi di morbillo in Italia c’è già stato nel 2017, dopo una riduzione delle vaccinazioni e allora ci furono anche cinque morti – sottolinea Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la Società italiana di Malattie infettive e tropicali – . Dopo l’alert sugli adulti positivi nel Lazio, ci sono casi decritti in diverse Regioni. Non è una malattia che va sottovalutata, ha una mortalità di uno su mille, ma è estremamente contagiosa per la sua diffusione per via aerea: un caso ne genera altri 16, molti di più del primo Sars-CoV-2. L’unica arma è il vaccino, perché non ci sono farmaci efficaci”.
“Personalmente è una situazione a cui noi medici di famiglia non assistevamo da decenni – aggiunge Pierluigi Bartoletti, Segretario della Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg) -. Il morbillo è una malattia che non va sottovalutata perché è un virus ‘cattivo’ che porta febbre alta, un rush cutaneo nelle mucose nella faringe, fino all’esantema con le bolle. Quello che consigliamo ai nostri assistiti è di verificare se si è fatta la vaccinazione anti-morbillo e, nel caso negativo, di farla. Queste malattie, appena spegni la ‘luce’, riemergono, ma non vanno davvero sottovalutate anche se si pensa di essere giovani e in buona salute”. Una volta contratta l’infezione è possibile trattarne solo i sintomi ma, come ricordato anche dal ministero della Salute nella sezione dedicata sul sito istituzionale, “circa il 30% di tutti i casi di morbillo presenta delle complicanze: l’otite, la diarrea severa con disidratazione, la polmonite e altre infezioni respiratorie, l’encefalite, e sequele come la cecità o anche la morte”.
Per questo, chi sospetta di avere il morbillo deve rivolgersi al proprio medico e, precisa Bartoletti “se ci sono in atto già complicanze serie, che possono purtroppo arrivare in certi soggetti, sarà però necessario valutare anche il ricovero in ospedale”. Il professore Andreoni ricorda che il vaccino si fa al 13esimo mese di vita e poi il richiamo a 5-6 anni. Chi sa di non averlo mai fatto o di non aver avuto il richiamo – aggiunge – può ugualmente farlo”.
Anche il Segretario della Federazione italiana medici di famiglia ribadisce la necessità che “tutti controllino se hanno o meno fatto la vaccinazione. Nel Lazio, purtroppo – conclude – non abbiamo accesso all’anagrafe vaccinale. Per questo, per prendere un appuntamento per l’immunizzazione occorre contattare l’Asl”.
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