In Italia 717 casi di morbillo dall’inizio dell’anno, mentre negli Usa è stato individuato un quarto caso umano di H5N1. Questo mese 26 Paesi hanno segnalato casi di vaiolo delle scimmie all’Oms. Intanto, cala la copertura vaccinale anti-Covid tra gli operatori sanitari e gli over 60
Sono 151 i casi di Morbillo registrati in Italia nel solo mese di giugno 2024, numeri in lieve aumento rispetto ai 131 contagi del mese precedente. In tutto, dall’inizio dell’anno al 30 giugno, sono stati notificati 717 casi di morbillo, che corrispondono 24,3 casi per milione di abitanti. Le cifre emergono dal numero di luglio 2024 del bollettino periodico Morbillo & Rosolia News curato dalla sorveglianza epidemiologica nazionale del morbillo e della rosolia. Sono 17 le Regioni/PPAA che hanno segnalato casi dall’inizio dell’anno, di cui sei (Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia) hanno riportato complessivamente l’81,6% dei casi. La Regione Abruzzo ha registrato l’incidenza più elevata (64,6/milione).
L’89,5% dei casi era non vaccinato e un ulteriore 5,5% era non completamente vaccinato. L’età mediana dei casi segnalati è pari a 31 anni. Oltre la metà dei casi, infatti, sono adolescenti o giovani adulti non vaccinati e un ulteriore 23,8% ha più di 40 anni di età.Tuttavia, l’incidenza più elevata è stata osservata nei bambini sotto i cinque anni di età e sono stati segnalati 34 casi in bambini di meno di un anno di età, troppo piccoli per essere vaccinati. Sono stati segnalati casi tra operatori sanitari (55 nel 2024) e trasmissione in ambito sanitario e nosocomiale. Il 32,8% dei casi ha sviluppato almeno una complicanza, tra cui sono stati registrati anche 91 casi di polmonite e un caso di encefalite. Nello stesso periodo in esame sono stati segnalati anche due casi di rosolia, classificati come ‘possibili’.
Intanto, negli Stati Uniti, la settimana scorsa, “è stato segnalato un quarto caso umano di H5N1, in seguito all’esposizione al latte di mucche infette. La Cambogia ha inoltre evidenziato due casi di bambini che hanno avuto contatti con polli malati o morti. Per il momento non è stata segnalata alcuna trasmissione da uomo a uomo, motivo per cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) continua a valutare basso il rischio per la popolazione. ”Tuttavia – ha detto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel punto stampa da Ginevra sulle emergenze sanitarie globali -, la nostra capacità di valutare e gestire questo rischio è compromessa dalla limitata sorveglianza dei virus influenzali negli animali a livello globale. Mentre capire come questi virus si diffondono e mutano negli animali è essenziale per identificare eventuali cambiamenti che potrebbero aumentare il rischio di epidemie nell’uomo o il potenziale di una pandemia”. L’Oms invita tutti i Paesi a “rafforzare la sorveglianza e la segnalazione dell’influenza negli animali e nell’uomo” e a “condividere campioni di virus influenzali con i centri che collaborano con l’Oms”. Secondo il Dg, in questa fase è necessario “condividere le sequenze genetiche dei virus influenzali umani e animali in database accessibili al pubblico”, e poi “fornire le protezioni a chi lavora a stretto contatto con gli animali infetti” e “accelerare la ricerca sull’influenza aviaria”.
Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel corso del punto con la stampa sulle emergenze sanitarie globali ha parlato anche dei vaccini anti-Covid: “I dati mostrano che la copertura vaccinale anti-Covid è diminuita tra gli operatori sanitari e le persone over 60 anni, che sono due dei gruppi più a rischio. L’Oms raccomanda che le persone appartenenti ai gruppi a più alto rischio ricevano una immunizzazione entro 12 mesi dall’ultima dose. Il Covid-19 ancora oggi fa registrare ogni settimana una media di 1.700 decessi a livello globale”.
A Ginevra si è discusso anche del vaiolo delle scimmie (Mpox), che “rimane una minaccia per la salute globale, con 26 Paesi che questo mese hanno segnalato casi all’Oms. L’epidemia nella Repubblica Democratica del Congo non mostra segni di rallentamento, con oltre 11mila casi segnalati quest’anno e 445 decessi, tra cui i bambini più colpiti. Il Sudafrica ha recentemente segnalato all’Oms 20 casi di vaiolo, inclusi 3 decessi, i primi casi in quel Paese dal 2022. I contagi riguardavano tutti uomini e la maggior parte si identificava come uomini che avevano rapporti sessuali con uomini”, ha concluso il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel punto stampa sulle emergenze sanitarie globali.
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