Il Presidente della Federazione delle Associazioni di volontariato in oncologia, in occasione del 12esimo Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici: «Assicurare con urgenza la continuità di accesso a screening, terapie e interventi chirurgici»
«Ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza oncologica». Non usa mezzi termini Francesco De Lorenzo, Presidente della FAVO, la Federazione delle Associazioni di volontariato in oncologia, in occasione della presentazione del 12° Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici. L’evento, che avrebbe dovuto svolgersi dal vivo presso la Sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria Sopra Minerva del Senato, si è poi svolto in modalità webinar a causa delle misure anti Covid. Tra i presenti la senatrice Roberta Toffanin (Forza Italia) e la deputata del Pd Elena Carnevali oltre al presidente AIOM Giordano Beretta.
Tra le richieste della FAVO quella di approvare subito il nuovo Documento tecnico di indirizzo per ridurre il carico di malattia del cancro (Piano Oncologico nazionale), con un contestuale indispensabile monitoraggio. Il Piano deve porre al centro della programmazione le Reti oncologiche regionali, tenendo conto del documento sulle ‘Revisione delle Linee Guida organizzative e delle raccomandazioni per la Rete Oncologica’, con cui le rappresentanze dei malati hanno finalmente l’opportunità di incidere in modo determinante in ogni aspetto dell’assistenza e della cura, dalla definizione dei percorsi, all’individuazione dei nuovi trattamenti terapeutici, fino alla valutazione dei servizi”.
Le richieste della FAVO saranno oggetto di una risoluzione che l’onorevole Elena Carnevali (Pd) presenterà alla Camera per un nuovo Piano oncologico e per la ripresa degli screening.
«Dopo le criticità della scorsa primavera oggi ci ritroviamo con gli stessi problemi» spiega l’ex ministro della Sanità De Lorenzo che segnala: «Per la prima volta dal 1993, nel 2021 ci troveremo con un aumento dei morti per cancro a causa delle difficoltà di accedere agli interventi chirurgici».
Chiaro l’elenco delle priorità: «Bisogna assicurare con urgenza la continuità di accesso agli screening, ai trattamenti terapeutici, agli interventi chirurgici. Abbiamo tante segnalazioni di malati di cancro a cui vengono rimandati i trattamenti terapeutici. E ancora di più rinviano ancora gli interventi chirurgici che sono calati del 20-30%.
Per De Lorenzo il modello dev’essere l’Europa che durante l’emergenza Covid non si è fermata: «La Mission on cancer è una iniziativa potente: in tutto 100 miliardi sono stati investiti per le mission. L’Europa non si è fermata di fronte al Covid e l’Italia deve seguire quello che l’Europa ci suggerisce di fare».
Proprio sulla Mission on Cancer era focalizzato l’intervento di Walter Ricciardi, presidente della “Mission board on cancer” della Commissione europea che gestisce un fondo da 20 miliardi di euro, messo a disposizione dal Parlamento europeo e dagli Stati membri, per ricerca e interventi sociali e clinici contro i tumori.
«La lotta al cancro non è qualcosa che può essere solo nella capacità degli Stati membri della Ue» chiarisce subito l’ex Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità che spiega: «L’Europa oggi con meno del 10% della popolazione mondiale ha il 25% delle patologie oncologiche. Un dato destinato a peggiorare».
In un rapporto presentato alla Commissione europea, l’organismo presieduto da Ricciardi ha proposto 13 azioni che «possono salvare milioni di vite».
«Mangiare troppo e male, bere alcol, fumare sono attività pericolose. E purtroppo questi comportamenti sono in aumento esponenziale» ricorda Ricciardi.
Tra gli interventi ci sarà un programma di sequenziamento genomico per la prevenzione oncologica e poi interventi sulla prevenzione, ad esempio scoraggiando, attraverso la leva fiscale, l’uso o l’abuso di prodotti potenzialmente cancerogeni: «I Paesi baltici stanno facendo una gara al ribasso sulle tasse dei prodotti alcolici e questo sta creando turismo alcolico», è l’esempio citato da Ricciardi.
Tra le altre iniziative in programma il miglioramento degli approcci di medicina personalizzata e delle attività di screening e la creazione di un centro digitale per i pazienti di cancro attraverso il quale «i dati verranno messi a disposizione di tutti quando i pazienti lo vorranno. Anche il paziente della più remota area rurale della Ue potrà accedere alle conoscenze e alle cure».
«Tutto questo viaggerà sul digitale. La sanità digitale sarà la sanità del futuro» conclude Ricciardi.
«Nel 2020, in Italia sono stimati 377mila nuovi casi di tumore – spiega Giordano Beretta, Presidente Nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e Responsabile Oncologia Medica Humanitas Gavazzeni di Bergamo -. Le malattie oncologiche hanno un forte impatto sulla vita dei pazienti e su quella delle loro famiglie, condizionandone moltissimi aspetti, dal lavoro alla sfera delle relazioni sociali, dalla condizione economica a quella psicologica. Sul fronte dell’organizzazione, la svolta è rappresentata dalla reale istituzione delle reti oncologiche regionali, attive solo in alcune Regioni e in forme diverse. La concreta realizzazione di questi network consentirà di migliorare i livelli di appropriatezza, di estendere a tutti i cittadini i programmi di prevenzione e di risparmiare risorse da utilizzare per velocizzare l’accesso ai farmaci innovativi».
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