Dal Congresso di Rimini del maxi Ordine delle professioni sanitarie arriva un grido d’allarme: «Occorre fare una grande opera di investimento pubblico perché la prevenzione deve iniziare con azioni di formazione fin dalle scuole, di ogni ordine e grado, considerando che i nostri figli e i nostri nipoti saranno i lavoratori e i datori di lavoro di domani»
In occasione della 69^ giornata nazionale ANMIL per le vittime degli incidenti su lavoro dal primo Congresso nazionale della Federazione nazionale degli Ordinati dei Tecnici sanitari di radiologia medica delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, a cui appartengono anche Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, è stato lanciato un grido d’allarme. «I dati dicono che solo negli ultimi 10 anni, quelli dall’emanazione del decreto legislativo 81/08 ad oggi, oltre 15 mila lavoratori sono deceduti per incidenti, una quota tripla è deceduta per tumore o altre malattie e oltre 250mila nostri cittadini sono diventati invalidi permanenti sempre per lo stesso motivo: il lavoro» sottolinea una nota della Federazione dell’Ordine TSRM e PSTRP presieduto da Alessandro Beux.
«Vogliamo segnalare – continua la nota – l’imminente impoverimento dei servizi delle Asl deputati alle funzioni di vigilanza, a causa del fatto che nei prossimi tre anni oltre il 35% degli operatori andrà in pensione. Occorre fare una grande opera di investimento pubblico perché la prevenzione deve iniziare con azioni di formazione fin dalle scuole, di ogni ordine e grado, considerando che i nostri figli e i nostri nipoti saranno i lavoratori e i datori di lavoro di domani. Solo così potremo sperare che acquisiscano quella consapevolezza e quelle competenze che servono per svolgere un lavoro sicuro in ogni luogo e in ogni posto d’Italia».