Avrebbe fatto sette anni a breve il bambino di Pesaro morto per un’infezione non curata. Ad essere indagati il medico curante insieme ai genitori. Lorenzin: «Omeopatia complementare, non sostitutiva». Dario Chiriacò, coordinatore della Commissione per le Medicine non Convenzionali della FNOMCeO: «L’antibiotico è un grande dono, utile per patologie acute. L’omeopatia può affiancare la cura per rinforzarla e tonificarla».
«L’errore è nell’estremismo della paura» scandisce le parole il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin nel commentare la morte di Francesco, sette anni ancora da compiere, morto per una otite batterica bilaterale curabile con gli antibiotici che, tuttavia, non gli sono stati somministrati. «La paura per i vaccini è il terrore della profilassi, in questo caso la paura è stata per le conseguenze di una cura». In sostituzione degli antibiotici a Francesco sono stati somministrati preparati omeopatici evidentemente non sufficienti a risolvere l’infezione. «Sappiamo che i farmaci omeopatici sono complementari, non sostitutivi. E quando si tratta di bambini il tema è molto delicato, perché loro non riescono a descrivere i sintomi e richiedono un’attenzione molto particolare» spiega il Ministro in un’intervista a Repubblica. Di queste ore la notizia che il bambino è morto per un’encefalite. Per la ”cessazione irreversibile delle funzioni cerebrali”, dovuta ad una causa che sarà chiara solo quando saranno disponibili i risultati degli esami istologici e immunoistochimici.
«A parere mio – aggiunge Lorenzin – come delle istituzioni mediche, in questi casi niente può sostituire la medicina tradizionale che rimane ‘la scienza medica‘. Ai genitori chiedo consapevolezza. Quando i figli stanno male vanno curati, se persistono febbre e sintomi importanti bisogna allarmarsi. Questo caso ci dice una cosa incredibile, un bambino è andato in setticemia ed è morto per un’otite. Bastava un antibiotico».
Quando il piccolo paziente è giunto in ospedale «la situazione era già di coma importante» racconta il Dottor Fabio Santelli, Direttore del Reparto di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Pediatrico ‘Salesi’ di Ancona. «Si è fatto un tentativo di aspirazione dell’ascesso e di riduzione dell’ipertensione endocranica ma l’infezione dall’orecchio era arrivato al cervello ed era troppo estesa».
Notificata l’informazione di garanzia per omicidio colposo nei confronti di un medico, Massimiliano Mecozzi, fa sapere La Repubblica, che sembrerebbe aver abbandonato la professione medica tempo fa, cancellandosi dall’Ordine dei Medici, per poi tornare recentemente a praticare. L’omeopata seguiva il bambino da tre anni. Francesco era uno dei suoi numerosi piccoli pazienti, anche se il medico non risulta che abbia una specializzazione in pediatria e a tutt’oggi i medici del Salesi non sanno quali prodotti abbia somministrato. Il bambino, ha raccontato il nonno, non prendeva mai antibiotici, e pur essendo vaccinato, non ha più fatto i richiami successivi. Al vaglio anche lo scambio drammatico di telefonate fra la mamma del bambino e il dottore, non favorevole al ricovero anche quando al capezzale di Francesco c’era già il medico del 118.
«L’omeopatia si occupa di situazioni, non cura le patologie» evidenzia il Presidente della Società Italiana di Pediatria Alberto Villani. Sulla questione interviene anche la Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp): «Due sono i pilastri della gestione delle malattie infettive: la prevenzione, con la promozione delle vaccinazioni, e la terapia che, qualora la patologia sia di tipo batterico, è rappresentata dall’antibiotico».
Risponde l’Associazione Medica Italiana di Omotossicologia, per voce del Presidente Marco Del Prete: «Non usare strumentalmente un caso di scelte mediche probabilmente inopportune» contro un’intera categoria di professionisti della salute. Gli fa eco Giuseppe Lavra, presidente dell’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO): «non è giusto generalizzare, accusando indirettamente un’area disciplinare medica, quella della medicina non convenzionale, di non essere legittimata alla professione. Va anche precisato che le medicine non convenzionali, altrimenti denominate complementari, fanno parte integrante e ufficialmente del mondo medico del nostro Paese da oltre un quarto di secolo, sono contemplate nel Codice di Deontologia Medica e sono riconosciute in tutto il mondo civile. Come può essere messa in discussione la loro legittimità?».
In tema l’intervento di Dario Chiariacò, coordinatore della Commissione per le Medicine non Convenzionali della FNOMCeO (che è anche docente dei corsi di formazione realizzati dal Provider ECM 2506 Sanità in-Formazione), ad Agorà, la trasmissione in onda su Rai Tre, ha spiegato che fondamentale per i medici e avere una formazione ampia che approfondisce vari settori senza scartarne altri ma comunque con coscienza 4e raziocinio: «Abbiamo la fortuna di vivere nel 2017, quindi con una medicina ufficiale di altissimo livello e di vivere in Italia – dichiara il professore – ora, facciamo una distinzione fra patologia acuta e patologia cronica. La patologia acuta è dovuta più delle volte a batteri, è un errore del medico non dell’omeopata, non aver tenuto presente che abbiamo un grande dono: l’antibiotico. Un’arma ottima, meravigliosa. Quindi le mie armi sono: l’antibiotico e in più l’omeopatia che mi consente di tonificare, di rinforzare gli effetti della cura. Ma le due cose devono andare insieme se si tratta in una patologia acuta e seria».