Il webinar “Diritto alla salute e cooperazione internazionale: la lezione della pandemia per prevenire future crisi globali” ha visto la presenza di tanti relatori qualificati
Si è svolto il 31 maggio 2021, il webinar dal titolo “Diritto alla salute e cooperazione internazionale: la lezione della pandemia per prevenire future crisi globali”, organizzato dall’Associazione “Nuove Frontiere del Diritto”, il movimento Internazionale transculturale interprofessionale “Uniti per Unire”, AMSI (associazione medici di origine straniera in Italia) CO-MAI (comunità del mondo arabo in Italia), UMEM (Unione medica euro mediterranea), AIOP, INI, Emergenza Sorrisi Ong, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Roma, Gruppo 24 Ore, ALI, ENTDI, Azione Legale.
L’evento, moderato dal giornalista Michele Cucuzza, Portavoce del Movimento Uniti per Unire, si è aperto con i saluti delle due consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Avv. Alessia Alesii e Avv. Saveria Mobrici. La prima ha sottolineato come il sistema sanitario italiano sia un’eccellenza in ambito internazionale ed abbia tenuto e ben risposto in epoca pandemica all’emergenza. La seconda ha posto delle idee ed interrogativi che ognuno di noi dovrebbe porsi, come fondanti di un pensiero intellettualmente alto e concretamente stabile, investendo i relatori di risposte e proposte.
Si è trattato di un incontro multidisciplinare, che ha spaziato dalla salute globale alla profilassi vaccinale, dalla ospedalità privata alla necessità della cooperazione internazionale in pandemia e nel post-Covid. Un messaggio di speranza e coraggio è stato quello introduttivo del Prof. Carlo Gaudio, Ordinario e Direttore Unità operativa complessa di cardiologia e angiologia del Policlinico Umberto I di Roma, Presidente dell’ente di ricerca Crea, Consigliere di Uniti per Unire. «È normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che ci impedisce di andare avanti”, ci esortava Paolo Borsellino. E il coraggio deve guidarci ad affrontare quelle “reazione etiche”, cioè quei comportamenti che manifestiamo a seguito delle mutate situazioni imposte dai drammatici fatti di questo periodo».
L’Avv. Francesca Toppetti, componente della Commissione Responsabilità Professionale del Coa di Roma, ha concentrato l’attenzione sul ruolo dell’art. 2236 c.c., sottolineando il rilievo del concetto di esigibilità. «Non esiste un diritto pandemico, perché le ipotesi di responsabilità civile astrattamente ipotizzabili nella cura dei malati di Covid-19 non differiscono da quelle nelle quali possono generalmente incorrere i medici impegnati a contrastare una qualsiasi patologia infettiva».
Certamente, l’intervento sanitario imposto dalla pandemia ha posto nella prima ondata un problema tecnico di speciale difficoltà, ma il tema delicato della infezione nosocomiale da Covid può – però – ritenersi rilevante nelle fasi successive all’esplosione della pandemia. «Ai fini dell’accertamento di eventuali responsabilità professionali si rivelerà essenziale la possibilità per la struttura sanitaria di poter dimostrare la predisposizione di protocolli di sicurezza e la corretta e puntuale tenuta della documentazione sanitaria – così Antonio Oliva, Associato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore -. Il professore ha sottolineato che difficilmente il dovere di rispettare la norma cautelare è in capo al sanitario, in quanto la differenziazione dei percorsi “sporchi” e “puliti” afferisce alle competenze specifiche del management ospedaliero. Pericoloso è il possibile contenzioso dei c.d. pazienti “Covid free”, cioè dei portatori di patologie oncologiche, gravati dalla elevata probabilità di aver perso consistenti chance di guarigione a causa della preclusione all’accesso degli ospedali, oberati da pazienti Covid.
L’Avv. Federica Federici, componente della Commissione Responsabilità Professionale del Coa di Roma e Vicepresidente di Uniti per Unire, ha rivisitato il concetto della cooperazione internazionale in una prospettiva di emergenza sanitaria. Ha sottolineato come occorra condividere, confrontarsi e approntare nuovi modelli di cura e metodologie di intervento, contenuti e sistemi stabili efficaci, efficienti e credibili così da coniugare il diritto alla salute, alle cure, al benessere di cui all’art. 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani sia contemperato con una nuova responsabilità sociale da parte di tutti, dai vertici politici alle istituzioni internazionali, dalle università agli enti di ricerca dalle multinazionali alle imprese, dalle Ong alla società civile a tutti i cittadini. Occorre una cooperazione tra scienza e diritto, politica ed economia, società e organi di informazione che riduca confusione e incertezza, ma che miri a conoscere, formare, informare, analizzare criticamente, ma al contempo razionalmente e costruttivamente la gestione dell’emergenza. «Non c’è più tempo da perdere, se ne è perso tanto e occorre agire per spezzare il circolo vizioso anche con l’ausilio dei media e della comunicazione, trasformandolo in un circolo virtuoso, una opportunità ed una sfida, ma ancor prima un dovere sociale di tutti».
La Dr.ssa Jessica Veronica Faroni, Presidente Aiop-Lazio, Manager Sanitario Gruppo Ini e Vicepresidente del movimento Uniti per Unire ha messo in evidenza l’importanza del ruolo della sanità privata in Italia e il contributo dato in particolare nel periodo della pandemia con le loro strutture e medici sia nella prevenzione, che nella cura e adesso nella vaccinazione.
A chiusura del convegno il fondatore del Movimento Uniti per Unire e dell’Amsi nonché membro della commissione salute globale della Fnomceo, Prof. Foad Aodi ha illustrato le ultime notizie riguarda la salute globale. Poi, ha affrontato le questioni vaccini, pandemia nel mondo, fungo nero, bianco e giallo in India e variante del Vietnam e ha lanciato alcune proposte. «Urge coinvolgere i migranti irregolari con Stp e Eni nella campagna di vaccinazione, è importante accelerare la campagna di vaccinazione e sostenere il programma Covax per combattere nel mondo il coronavirus e le varianti. Occorre incoraggiare e tutelare i medici legali ad effettuare più autopsie, bisogna combattere la disinformazione, le fake news e le notizie fai da te sui social. È fondamentale internazionalizzare di più la sanità italiana e valorizzare le buone pratiche, la telemedicina, la salute globale, lo scambio sociosanitario e la collaborazione interprofessionale» conclude Aodi.
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